6 settembre. Corriere della Sera, a pagina 23 la notizia sulla richiesta del pm di archiviare per suicidio il caso Pantani. Pagina 22, in basso, un piccolo riquadro: “Roma – Il giallo della morte di Mauro Vestri, attore in Fantozzi”. Era il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, una vita per il cinema di Eisenstein e la sua corazzata Potemkin: uno degli episodi epici de “Il secondo tragico Fantozzi”. Due storie che non hanno niente a che vedere l’una con l’altra: ma raccontano di solitudine, depressione, una società che ti abbandona. E una giustizia a due facce: nel caso di Pantani te la nega e ti calpesta due volte, per la morte di Vestri ha un briciolo di pietà.
La morte dell’attore sarebbe avvenuta per cause naturali. Ma il pm della procura di Roma, Nadia Plastina, ha comunque deciso di aprire un fascicolo per “istigazione al suicidio”. Per verificare se il decesso è stato provocato da un eccesso di farmaci? O non piuttosto da un’overdose di solitudine? Secondo il pm, infatti, “Vestri era troppo solo, era stato abbandonato da tutti”. Dalla moglie, che da anni abita a New York e, come si suol dire, si è fatta un’altra vita. Dai parenti. Dagli amici, dai colleghi come Paolo Villaggio che sbriga la pratica: “non lo vedevo da 20 anni, sono triste per la morte di Mauro, era genovese come me”.
Secondo i primi esami, la morte è avvenuta una settimana prima. Nessuno si era accorto della sua mancanza. E’ stato trovato nel suo appartamento romano di Boccea, disteso sul letto, in pigiama. Chissà se aveva il televisore acceso, per la sua Corazzata, la scena della carrozzina. Adesso caso mai potrà incrociare il maestro russo e insieme passare ore e ore in sala montaggio: analogico…
Nella foto, la famosa scena di Fantozzi col professor Riccardelli
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