Interminabile la storia tra il comune di Napoli – di tutti i colori – e il gruppo Romeo, ormai leader nazionale delle gestioni immobiliari (e una marea di servizi compresi). Dopo un’altalena di alti (quasi sempre) e bassi (l’inchiesta Global Service), ora rientra da una porta di servizio, un appaltino da 113 mila euro in due anni da svolgere nella nuova sede dell’Asia, la società incaricata della nettezza urbana a Napoli e controllata dal Comune di Napoli.
In cosa consiste l’incarico? Un tipico servizio – spiegano i tecnici – di “facility management”, quello che prima si chiamava in qualche mondo Global service (opportuno, dopo quell’inchiesta, cambiare denominazione, non si sa mai, portava sfiga). Vorrà dire vigilanza, logistica, pulizia, manutenzione degli impianti, tenuta del verde e via da un servizio all’altro. Incarichi che prima svolgeva un’altra partecipata dal Comune, la “Napoli Servizi”, che aveva preso il posto proprio della Romeo Gestioni in tutti i ruoli, quando il rapporto era entrato in crisi. Poi – casi del destino – è entrata in crisi la stessa Napoli servizi, dirigenza in tilt, conti preoccupanti.
Ironia della sorte, al comune di Napoli stanno tornando i privati. E’ di pochi giorni fa, infatti, la notizia che per il servizio di “raccolta cartone” davanti agli esercizi commerciali è stata aggiudicata un’apposita gara, stavolta da ben 9 milioni di euro. Poche settimane prima la stessa Asia aveva trionfalmente annunciato che “i privati non sarebbero mai più entrati in comune”. La prima scandalosa privatizzazione del servizio di raccolta avvenne nel ’90, assessore al ramo il socialista Antonio Cigliano: significò servizi pessimi, la resa del pubblico e porte spalancate alla camorra & ai politici.
Ora il privato Romeo, una vita da gestore del patrimonio immobiliare del comune di Napoli, passato per le bufere di Tangentopoli (fu Alfredo Romeo a etichettare il dc Alfredo Vito, mister 100.000, come ‘a cavalletta) e poi per quelle del Global service, torna in scena. Giorni prima, in un’intervista rilasciata a Marco Travaglio per il Fatto, aveva dichiarato: “non ho nessun affare o incarico professionale in corso con alcuna amministrazione locale a Napoli né in Campania”.
Da dove è piovuta mai allora la commessa, non un grande appalto, ma solo un “pensierino”? Tutti hanno subito pensato al Comune stesso. Poi i sospetti si sono indirizzati verso l’Asia. Infine sull’ex capo di Asia, l’ambientalista Raffaele Del Giudice passato mesi fa al ruolo di vicesindaco e braccio destro di Luigi de Magistris, dopo l’uscita di scena di Tommaso Sodano (che aveva sempre gestito in prima persona le questioni relative ai rifiuti). Alla fine, Del Giudice ha rilasciato una dichiarazione dove esclude ogni responsabilità sia di Asia che soprattutto di Palazzo San Giacomo. “Si tratta di un appalto Consip – sono le parole del vice sindaco – su base multiregionale, vinto dalla società dell’imprenditore casertano e rispetto al quale il Comune è obbligato ad acquisire servizi e forniture da quell’azienda”.
Restano in sospeso alcuni interrogativi e una considerazione. Sono finiti tutti i contenziosi tra il municipio e il gruppo Romeo? Ci sono ancora milioni in ballo o la partita è chiusa? Che fine ha fatto la Napoli Servizi, e se non può rendere una prestazione non poi così complessa, perchè non viene liquidata, per evitare sciocche finzioni e inutili paraventi? E poi, l’interrogativo che i cittadini si pongono: ma possibile mai che l’azienda pubblica di pulizia non solo ora appalti all’esterno ai privati certi servizi, ma addirittura si faccia pulire la sua stessa sede pagando con soldi pubblici? Ai confini della realtà…
La constatazione. Romeo è davvero nato con la camicia. E sotto una buona stella. Anzi due. Una si chiama Consiglio di Stato, che gli ha fatto vincere, talvolta in maniera rocambolesca, non pochi appalti miliardari. Di uno, in particolare, raccontò la Voce a novembre 2013: arrivi secondo ad una gara, fai ricorso al Tar, perdi, passi al Consiglio di Stato, vinci e – incredibile ma vero – lo stesso Consiglio ti consegna anche l’appalto arcimilionario ben infiocchetato.
L’altra si chiama proprio Consip, ossia la cassaforte che gestisce tutti gli immobili pubblici, cioè di proprietà dello Stato: magicamente svariati appalti Consip, nel corso degli anni, sono finiti nell’orbita del gruppo Romeo. Quando la dea è veramente bendata.
Ora l’appalto per il “facility management” nella nuova sede Asia nella zona industriale di San Giovanni a Teduccio. Uno stuzzichino, per gli appetiti di mister Romeo…
Nella foto Alfredo Romeo
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Un commento su “IL GRUPPO ROMEO TORNA A NAPOLI E PULISCE NELL’AZIENDA DI PULIZIA”