MEDICO COLPEVOLE ? ORA DEVE DIMOSTRARLO IL MORTO. PAROLA DI LORENZIN

Una casta aveva sopravanzato l’altra. E adesso la seconda sta cercando di pareggiare i conti e tornare almeno appaiata. Stiamo parlando di magistrati e medici, alle prese con la “responsabilità” dei loro operati.

Nonostante le tante strombazzate sulla “nuova” (sic) responsabilità civile dei magistrati nessun provvedimento concreto, aria fritta anche dal governo Renzi. E pensare che tanti anni fa gli italiani votarono compatti per quelle norme che cercavano di porre un argine allo strapotere senza controlli delle toghe: ma si sa, quando i cittadini si esprimono è solo carta straccia. E così tutto è proseguito nella deregulation più totale, un pianeta giustizia a sè che si autoregola, autocontrolla, autogiudica, autoassolve. L’unica terapia concreta venne indicata – ma ovviamente mai presa in considerazione – dal magistrato veneziano Carlo Nordio secondo cui “bisogna colpire le carriere, anche con la sospensione dal servizio. Per i magistrati è questo l’unico deterrente. La pena pecuniaria è del tutto inutile – aggiunse esattamente un anno fa – perchè siamo tutti assicurati”.

Passiamo ai camici bianchi. Se ne sono lette e viste di tutti i colori, anche negli ultimi mesi. Un anziano operato alla gamba sbagliata, poi rioperato a quella giusta, quindi morto perchè reggere due anestesie e due operazioni a quell’età non è poi agevole. Un intero lenzuolino “dimenticato” nella pancia di una paziente, i soliti metri di garze che è ormai un must, l’operazione fatta al lume del cellulare (che non sarebbe il caso di introdurre nell’ambiente asettico – sic – della camera operatoria), per citarne solo alcuni fra i tanti (e sono ancora in molti quelli che non denunciano per timore di ritorsioni o per mancanza di mezzi economici).

A Napoli è attivo da anni un sito, “Aiutogiustizia”, per denunciare i casi di malasanità: genitori che hanno perso un figlio sotto i ferri operatori e non hanno mai avuto un briciolo di giustizia, famiglie distrutte per una perdita della quale non sanno darsi spiegazione, e regolarmente non riescono a far valere le loro sacrosante ragioni in un’aula di tribunale, dove tra l’altro periti-medici devono giudicare i comportamenti di loro colleghi.

Pensi che il governo voglia far qualcosa per aiutarle, queste famiglie? Per alleviare il loro dolore? Perchè sia fatta ogni tanto giustizia in quest’Italia dell’illegalità? Macchè, ecco che il problema sono proprio loro, i denuncianti, che impauriscono i camici bianchi, i quali usano una “medicina difensiva” che farebbe aumentare in maniera stratosferica (per farmaci, analisi, ricoveri etc) la spesa sanitaria, ben il 10 per cento in più! Tutto emerge dal documento elaborato da una commissione ministeriale nominata a marzo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha indicato anche delle soluzioni (sic). Tanto per venire incontro ai malati, ai cittadini…

Si parte dal punto forte: l’inversione dell’onere della prova. Spetterà adesso al malato, o ai suoi parenti, dimostrare che il medico ha sbagliato, e in cosa, e non più come prima, quando era il camice bianco a dover dimostrare di aver agito correttamente. Un muro pressochè invalicabile, come dire: è meglio che non denunciate più niente, tanto provarlo sarà del tutto impossibile. E pensare che, fino ad oggi, di tutte le denunce presentate solo il 2 per cento si è tramutato in una condanna (alla fine pecuniaria, tranquillamente pagata dall’assicurazione).

Non basta. Perchè verranno fissati dei limiti alla stessa azione di rivalsa sul singolo professionista. Come dire: se mai dovessi riuscire nell’impossibile, e cioè vincere una causa che sarà come fare quaterna al lotto, ecco che vai a sbattere subito il muso su un limite, un tetto. E cioè, cornuto e mazziato. Fregato due volte.

Ancora. Ci sarà una stretta sull’obbligo di assicurazione per ospedali, cliniche, case di cura, strutture private e singoli operatori sanitari. Poi, altra ciliegina, un albo di super periti, ossia i papaveri della medicina, legale e non: ovviamente in ottimi rapporti gli omologhi papaveri, e non, di chirurgia, ortopedia, ostetricia (ossia i settori più colpiti fino ad oggi dalle cause civili di risarcimento danni).

Ma un altro dato fa ancora una volta luce su quanto sia già oggi impossibile avere giustizia e vedere il becco di un risarcimento. Sul totale delle cause civili la gran parte è ancora in corso (43 per cento) visti i tempi biblici della nostra giustizia; il 30 per cento sono state chiuse, il 24 per cento s’è perso per strada, il 2 per cento sono state respinte. Ma sapete quante sono state “parzialmente” risarcite (il parzialmente è fondamentale): lo 0,9 per cento. C’è da immaginare solo quante siano state pienamente risarcite. Zero.

E con il pacchetto Lorenzin, statene sicuri, vi potranno tranquillamente tagliare il braccio destro invece del sinistro. Voi non potrete farci niente, nemmeno il gesto dell’ombrello. Loro, invece, potranno brindare.

 

Nella foto, il ministro Beatrice Lorenzin


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