INTER E TELECOM, ECCO IL MAXI SCONTO. INTERCETTARE VIERI COSTA MOLTO DI MENO

Povero Bobo Vieri. Un vero e proprio boomerang sulla sua testa, una volta – con la maglia nerazzurra – sempre in gol. Dovrà restituire quasi 1 milione di euro alla “sua” Inter e a Telecom.

Tutto nasce dagli spionaggi ordinati – a quanto pare a sua stessa insaputa – dall’allora vicepresidente della squadra e al tempo stesso padrone di Telecom, Marco Tronchetti Provera. E’ la storia da centinaia e centinaia di intercettazioni ai danni di politici, potenti, concorrenti, ma anche calciatori, come Vieri, e perfino la moglie, Afef, e il suo entourage familiare. Impegnato nella maxi operazione, tra fine anni ’90 e inizio 2000, il super team messo in piedi dal capo della security prima di Pirelli e poi di casa Telecom, Giuliano Tavaroli condannato, per i fatti, insieme ai suoi partner. “Ho sempre eseguito gli ordini aziendali – si è invano difeso Tavaroli – cose me ne poteva fregare di intercettare Moggi, Vieri e Afef”. Incredibile ma vero, invece, il capo poteva tranquillamente “non sapere”.

E all’interno dell’azienda poteva liberamente operare una sorta di corpo separato che agiva per conto, in nome e nel puro interesse dell’azienda, e al tempo stesso alle spalle del capo! Ai confini della realtà. Una realtà, però, diventata anche processuale, vista la piena assoluzione di Tronchetti: che a questo punto è vittima, e potrà agire a sua volta per danni nei confronti di funzionari infedeli e non solo.

Forse un primo assaggio è proprio la maxi decurtazione della sentenza 2012: un vero e proprio taglio nell’ingaggio, per l’ex Bobo nazionale, oltre il 90 per cento. Quel provvedimento, infatti, aveva comportato una condanna di Inter e Telecom al risarcimento, nei confronti del centravanti, da oltre 1 milione di euro: per la precisione 1 milione e 89 mila euro. Bazzecole, comunque, rispetto alla richiesta di 12 milioni reclamati a Telecom e oltre 9 all’Inter. Il motivo? Una forte depressione causata da pedinamenti, intercettazioni e quant’altro, in palese violazione della privacy.

Adesso la fresca sentenza della Corte d’appello di Milano azzera praticamente tutto. La maxi condanna viene drasticamente ridotta a 95 mila euro. Per cui l’ex bomber della Nazionale dovrà restituire la differenza, quasi un milione di euro.

Ironia della sorte. Tutto ciò accade proprio negli stessi giorni della nuova legge bavaglio per l’informazione (o meglio, per quei pochi brandelli che restano sul campo), a botte di condanna per le “intercettazioni” giornalistiche, stile Iene, Zanzara ma non solo.

Un’altra legge ai confini della realtà. Ma da questo mondo di ladri – in cravatta, guanti e colletti bianchi – è ormai lecito aspettarsi qualsiasi cosa.

 

Nella foto, Bobo Vieri


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