Mani morte alla francese
L’Isis? Bazzecole. La strage di Charlie Hebdo? Subito nel cassetto. La crisi economica che morde l’Europa, azzanna la Grecia ma non dimentica la Francia? E chissenefrega. La vera tragedia (greca) in Francia, oggi, è la mano morta, secondo le analisi targate Repubblica e il fresco scoop firmato Anais Ginori. Una intera paginata dal bellicoso titolo: “Parigi, guerra alla mano morta”. Uno pensa: lotta a quell’istituto di rimembranza feudal-terriera per ossigenare le casse dello stato, in tempi di crisi e di vacche che più magre non si può? E invece no.
A quanto pare il dramma transalpino viaggia su metro, bus e ogni mezzo di locomozione ad hoc per toccare, palpeggiare e molestare. Secondo uno studio recentissimo, 9 donne francesi su 10 subiscono “battute volgari, fischi, mani morte nella calca, fino a vere e proprie aggressioni verbali o fisiche”. Ed ecco il dodecalogo varato dal preoccupatissimo esecutivo, che ha appena avviato una campagna ad hoc e uno slogan su tutti: “Una mano sul sedere può costarti fino a cinque anni di prigione”.
Se dalla Francia suonano le trombe, da noi scende in campo il ministro-filosofo Maria Elena Boschi: “Spero un giorno di avere un figlio maschio per insegnarli a rispettare le donne”, ammonisce. E, non paga, aggiunge: “Quello della piena parità dei diritti tra uomo e donna è un orizzonte verso cui camminiamo”. Gesù, in vacanza lacustre fra Tiberiade e Trasimeno, è avvisato…
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