URNE, IMPRESENTABILI E MELMA CONTINUA

Impresentabili. Incandidabili. Ineleggibili. E forse ineluttabili, ineguagliabili, impareggiabili. Da settimane, sui media, è un’orgia di “in” e “im”. Mancano solo immondi, inverecondi e ignobili all’appello. Fa la sua listarella anche l’antimafia: anzi non la fa, la rinvia fino al venerdì, a poche ore dalle urne: perchè dalle prefetture le notizie tardano, solite lumache dalla Campania. Così difficile fare un certificatino dei carichi pendenti o del casellario giudiziario? Come quando un certificato antimafia tarda per giorni, settimane, mesi, e intanto l’appalto va… . Storie di Palazzi & burocrazie.

La Voce della Campania cominciò, fin dagli anni ’90, a fare un suo speciale ad ogni tornata elettorale, “I 100 nomi da non votare”, sottotitolo, “Se li conosci li eviti”. Quasi sempre un inserto centrale, otto o sedici pagine, da staccare e conservare, almeno prima andare al seggio (o non andare, come spesso e volentieri abbiamo consigliato). Leggiamo qualche sommario.

Maggio ’90, “VotAntonio”: “Candidati, lotte, alleanze, voltafaccia, trombature, promesse e attese in vista del voto amministrativo. Tra figli di papà e parenti eccellenti, fulminei passaggi da uno schieramento all’altro, liste civiche e candidati chiacchierati. Ecco tutto il Barun, partito per partito”.

Aprile ’96. “Arieccoli. Sì, sono proprio loro. I portaborse dei portaborse dei vecchi capopolo d’ogni colore e latitudine scendono in pista per il 21 aprile, in qualche caso senza curarsi nemmeno di indossare la casacca del nuovo. Al contrario, le vecchie appartenenze pare funzionino da garanzia di continuità, per i tanti che aspirano ad un totale ripristino di Mazzettopoli e Camorropoli dopo la breve stagione di Mani pulite. Ne abbiamo ‘stanati’ cento, tra personaggi in perfetto ecological style, pezzi da novanta del consociativismo, ruote di scorta dc riverniciate di fresco, camerati nostalgici che già affilano i coltelli per le imminenti riforme costituzionali e Mister Nessuno scelti solo per l’ormai rara qualità di possedere una fedina penale ancora intatta”.

Dagli anni 2000, poi, degli agili volumetti, dei pocket, 32 o 64 pagine. “Vademecum dell’elettore” oppure “Casta Viva” i titoli. Ma la sostanza rimane invariabilmente la stessa: sempre più “invotabili” di prima. Ecco un antipasto dal pre voto di aprile 2008: “finanziamenti illeciti, affittopoli, accuse di contiguità mafiose, coinvolgimenti nelle scalate bancarie, ma anche semplici salti della quaglia da un partito all’altro o, in altri casi, teste di paglia messe su uno scranno per rappresentare gli interessi di qualcun altro, candidature blindate come buonuscita di servigi resi. La Casta è più viva che mai e scende in campo direttamente, ma lo fa anche attraverso sbiadite o luccicanti controfigure”.

Ma oggi? Lo speciale di quante pagine dovrebbe mai essere? E il volumetto, il pamphlet? Vent’anni fa, forse, c’erano anche dei paletti, un minino di regole, dei sentieri vagamente istituzionali. Oggi tutto è tracimato via. E’ un unico, orripilante blog. Una massa quasi indistinta dalla quale, di tanto in tanto, si staccano cittadini armati di tanta buona volontà e con una fedina penale da poter ancora esibire, ormai ultimi presidi di civiltà e legalità, quasi ultimi salvagente in un mare sempre più fetido e melmoso. Può bastare? Turarsi il naso e, ad esempio, votar cinquestelle? Un vaffa astensionistico o un voto comunque, anche se stra-poco-convinto? E’ questo, ormai, l’unico brandello di riflessione che porta a quelle urne sempre più “scassate”…

 

 


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