Salvini, vitalizi di Stato… il punto dell’8 maggio

Ingiurie all’italiana

Condivido gli sms, le lettere cartacee, i messaggi su Facebook e i twitter di quanti e, sono certo, numerosi mittenti coinvolti nell’impeto collettivo da scriba che si sono rivolti a tale Matteo Salvini, leghista di non pochi precedenti con l’insulto, il turpiloquio e frasi da trivio. “Matteo Salvini”, ho scritto, “le sono grato per aver pronunciato un insulto destinato a trascinare in basso, con una caduta esponenziale, il suo indice di gradimento. Rivolgendo il suo sguardo trogloditico allo scanno dove siede il Ministro delle Riforme l’ha apostrofata con l’espressione sculettante Boschi. Si accorgerà che non offre popolarità e consenso elettorale il turpiloquio in sostituzione del linguaggio richiesto a un rappresentante delle istituzioni anche al livello più modesto e figuriamoci se non a chi rappresenta grandi quote di cittadini. Che lei sia in gara con Grillo, suo omologo nel sostituire alla lingua di Dante quello di figuri dei bassifondi, è confermato da quest’ultima volgare performance, da conservare nella memoria per il giorno in cui l’Italia andrà alle urne e da annotare assieme a quella, altrettanto nobile, da vero gentiluomo, pronunciata dal suo collega (e ritengo amico) Calderoli quando insultò il ministro Kienge, con l’attributo di orango. Congratulazioni e continui così. Farà qualche proselite tra quanti sono politicamente e culturalmente analfabeti, ma solo tra quelli.

Nella foto, Matteo Salvini.

 

 

Vitalizi stop, ma per chi e come

Schermata 2015-05-09 alle 18.41.20Non la quota di condannati per reati gravi, privati finalmente dei vitalizi e neppure i partiti che nascondono nell’armadio gli scheletri di rappresentanti con la fedina penale sporca, ma, quale triste e tragica anomalia, è il senatore del Pd Sposetti a condannare l’abolizione del vitalizio in quanto frutto di una campagna populista, seguito dalla collega di partito e di senato Silvana Amati. Su fronti opposti, ecco sorprendentemente la Lega che pure di rappresentanti indegni del Parlamento ne conta più di uno. Contraria è Forza Italia e non c’è bisogno di spiegare il perché, considerato il numero di suoi esponenti che rientrano nel provvedimento di sospensione del vitalizio. Sullo sfondo c’è aria di compromesso all’italiana sui criteri della delibera. Cinquestelle contesta sonoramente l’annacquamento del provvedimento perché prevede di riassegnare il vitalizio ai parlamentari che si dovessero riabilitare ed esclude il reato di finanziamento ai partiti, come se fosse un peccato veniale. Si salva (chissà perché) chi è stato condannato a pene inferiori ai due anni. Tra chi conserva il privilegio, personaggi come i socialisti Martelli e De Michelis, Paolo Cirino Pomicino, Forlani, La Malfa. Chi ha svolto il ruolo di pompiere? Naturalmente il Pd che, come in molte altre circostanze, ha dovuto assecondare le posizioni di alleati di governo e di bastian contrari interni.

 

nella foto, Paolo Cirino Pomicino e Gianni De Michelis festeggiano con le consorti


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