Secondo i dati Bankitalia, a novembre 2016, dopo 33 mesi di avventuroso governo Renzi, insediato nel febbraio 2014 quando il debito era attestato a 2.107,157 mld di euro, si è registrata una impennata del debito pubblico, arrivato a 2.229,400 mld, che invece di diminuire, è così salito con Renzi-Padoan al ritmo di 3,71 miliardi di euro al mese, 124 milioni al giorno, 5,1 milioni di euro l’ora con un aumento pro-capite (per ognuno dei 60 milioni di abitanti) di 2.025 euro di tassa occulta che graverà all’infinito sui giovani, che si va ad aggiungere ai consueti rincari di prezzi e tariffe ed un gravame di 37.145 euro per ognuno dei residenti, 93.000 euro per ogni a famiglia.
Eppure sia il premier Renzi, che il ministro dell’Economia Padoan, dalla data del loro insediamento avevano promesso di ridurre il debito: “Nel 2018 questo incubo di questa montagna di debito che può attivare terribili regole di taglio della ghigliottina andrà finalmente via e credo che per la prospettiva dell’Italia questo sarà un risultato importante”, aveva detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a margine del Documento di economia e finanza. L’”incubo” a cui fa riferimento Padoan è la zavorra del debito pubblico, che quest’anno si attesterà al 132,5% del Pil. Ma dal prossimo inizierà a scendere: “Nel 2016 al 130,9% e poi al 123,4 nel 2018″. Per quanto riguarda l’indebitamento, “nel 2015 è previsto al 2,6, nel 2016 all’1,8%, nel 2017 all0 0,8%”, fino a ridursi a zero nel 2018. “Quindi nel 2018 rispetteremo la regola del debito (cioè l’azzeramento del rapporto deficit/Pil nominale previsto dal Fiscal compact, ndr)“, aveva promesso Padoan.
Purtroppo il debito pubblico, per politiche economiche e monetarie sbagliate improntate alla recessione ed all’austerità, tutto proteso a salvaguardare banche e banchieri, come l’ultimo provvedimento sui pensionandi, che dopo aver versato decenni di contributi, saranno gettati nelle fauci delle banche e costretti ad indebitarsi con gli Istituti di credito ed a contrarre una salata polizza assicurativa per avere la meritata pensione, è cresciuto nei 33 mesi del governo Renzi, di 122,243 miliardi di euro, il che equivale a quasi 3,71 miliardi di euro al mese, circa 124 milioni di euro al giorno, 5,1 milioni di euro l’ora, 85.00 euro al minuto, 1.416 euro ogni secondo.
Nonostante le promesse da marinaio, il debito non potrà diminuire neppure nel 2017, sarà destinato ad aumentare almeno di ulteriori 20 miliardi di euro per salvare le banche, pagare i lauti pasti dei già pasciuti banchieri, tentare l’operazione impossibile di restituire onore alle contigue autorità di vigilanza, che hanno sempre spacciato per solido un sistema bancario pieno di buchi.
Dubitiamo che il premier Gentiloni possa invertire la rotta, ma continuiamo a rilanciare l’idea della sovranità monetaria, nazionalizzando Bankitalia (come in tutti i paesi europei e del mondo con le banche centrali pubbliche), incassando così 380 milioni di euro di cedole che la Banca d’Italia versa ogni anno alle banche socie ed altri azionisti, alienando le quote di oro e riserve, pari a 100 miliardi di euro, da tempo proposto da Adusbef e Federconsumatori, che non è di proprietà di cleptocrati, tecnocrati ed oligarchi di Palazzo Koch o della Bce di Francoforte, ma del popolo italiano.
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