Solo oggi Blair, ex premier inglese, chiede scusa dell’errore: favorì, con un falso dossier, la guerra all’Iraq di Saddam Hussein, l’inizio di altre guerre che hanno portato all’anarchia nel Nord Africa e alla nascita dell’ISIS, che minaccia Italia e Europa.
La guerra all’Iraq – scrivevo nel libro “La grande menzogna” (Koinè, 2005) – non fu la risposta al terrorismo, ma «servì a conquistare le risorse petrolifere del MO». E a «sostenere l’industria bellica americana che fattura da sola 450 miliardi di dollari l’anno, la stessa cifra che il comparto bellico raggiunge in tutto il resto del mondo, con la scusa dell’11 settembre».
L’Italia sostenne ingenti spese militari. La tesi da costruire per Bush e Blair, era semplice: Saddam acquista dal Niger armi atomiche per usarle contro di noi. L’attacco all’Iraq iniziò nel 2000 col falso dossier sulla fornitura di Uranio nigeriano. L’11 settembre accelerò il conflitto, con l’appoggio di giornali inglesi e americani, che pubblicarono documenti falsi spacciandoli per veri. Le bugie entrarono nel cuore dei cittadini coi discorsi di Bush e Blair. E di Berlusconi, presidente del Consiglio.
Pubblicate su New York Times e Washington Post, le menzogne divennero verità assolute. A Londra Tony Blair parlò, il 24 settembre 2002, del tentativo di Saddam Hussein di ottenere uranio dall’Africa. Il dossier britannico del 10 settembre 2002 sulle armi di distruzione di massa fu mostrato dall’M15 inglese alla CIA. In un tourbillon di menzogne, Stati Uniti e Gran Bretagna si sostennero reciprocamente, con l’aiuto della stampa. «Il ruolo della GB – scrivevo – fu decisivo. A Londra Tony Blair presentò un corposo fascicolo, il “british dossier” in cui si diceva: “riteniamo che l’Iraq abbia acquistato significativi quantitativi di uranio dall’Africa, nonostante non abbia alcun programma attivo a fini civili”».
A questa notizia diede risalto la stampa mondiale, che creò un clima di terrore. Il 10 ottobre 2002 il Congresso USA autorizzò l’uso della forza contro l’Iraq. Il giorno dopo anche il Senato ratificò, nonostante la smentita del Primo Ministro del Niger.
Fu l’inizio della crisi tremenda di cui milioni di persone pagano le conseguenze.
Nella foto Tony Blair
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
6 pensieri riguardo “La tardiva confessione di Tony Blair sulla guerra all’Iraq”