Sapete qual è il regalo di Natale che la Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, si è concessa?
Un piccolo ritocco al suo appannaggio, che raggiungerà la cifra record di 36.000 euro al mese. Avete capito?
A rivelarlo è il più noto quotidiano tedesco, ‘BILD’, che realizza un vero scoop, se non mondiale, almeno europeo, spulciando tra le carte del Parlamento UE, fino a qualche settimana fa considerato da tanti il tempio di cristallo della politica, oggi travolto dagli scandali che vanno dal ‘Qatargate’ fino al ben più grosso ‘Pfizergate’ (in fase di ebollizione) e adesso con la ciliegina sulla torta degli auto-aumenti sul fronte delle ‘retribuzioni’, proprio in un momento così drammatico come quello che tutti i cittadini europei stanno vivendo a botte di rincari e sacrifici.
Un vero covo di ladri, faccendieri & corrotti, il Parlamento UE, che nel giro di pochi giorni sta letteralmente implodendo e mostrando il suo vero volto basato sui più loschi e immondi traffici, con particolare riferimento a quello sui vaccini, of course, giocato non solo con i soldi, ma soprattutto con la salute dei cittadini.
Ma torniamo all’affaire ‘stipendi’ Ue e alla minuziosa ricostruzione effettuata dalla ‘BILD’.
Appena pochi mesi fa – giugno 2022 – il vice presidente della Commissione Ue, il lettone Valdis Dombrovskis, aveva avuto la faccia di bronzo di affermare testualmente: “Un elemento importante affinchè l’inflazione non si rafforzi, è evitare spirali prezzi-salari”.
Ma guarda caso proprio in quegli stessi giorni d’inizio estate dipendenti e funzionari UE, compresi i Commissari, hanno potuto usufruire di una lievitazione del proprio ‘stipendio’ pari al 2,4 per cento, compresi gli arretrati maturati a partire da gennaio 2022. I cervelloni di Bruxelles avevano spiegato il tutto quasi si trattasse di un ‘calcolo automatico’ introdotto addirittura dieci anni fa, nel 2013, per adeguare gli emolumenti di dipendenti e funzionari al costo della vita: quella che noi un tempo chiamavamo, per gli operai, ‘scala mobile’…
In realtà, a parole, da tempo la Commissione si oppone all’indicizzazione automatica dei salari all’inflazione, sulla base del ragionamento che, così facendo, si innescano, appunto, spirali ‘salari-prezzi’ come quelle evocate dal solerte Dombrovskis. Ma solo a parole…
Ecco, poi, quanto ha dichiarato, sulla questione, Luca Visentini, all’epoca Segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, oggi finito nell’occhio del ciclone per il ‘Qatargate’: “Lo stesso sistema di indicizzazione dovrebbe essere applicato a tutti i lavoratori UE e la Commissione dovrebbe raccomandarlo caldamente agli Stati membri, sapendo che la depressione salariale porta alla recessione economica. Non potremmo essere più che d’accordo!”.
Alla resa dei conti l’applicazione a tutti i lavoratori europei continua a non esistere, ma all’opposto è arrivato il bis per lady von der Leyen e i 50 mila dipendenti UE che possono attendere fiduciosi il secondo aumento di stipendio in appena sei mesi (e con effetto retroattivo, cioè a partire da luglio 2022): i loro ‘stipendi’ lieviteranno del 7 per cento rispetto all’anno precedente, il 2021.
Vediamo quindi, in soldoni, cosa succede, secondo i calcoli effettuati dalla sempre precisa ‘Bild’. Il presidente Ursula von der Leyen beccherà oltre 1.000 euro al giorno, dal momento che lo ‘stipendio base’ aumenta dal oltre 2.000 euro rispetto al 2021. Quindi, in totale, viene superato il tetto dei 30.000 euro mensili, attestandosi per la precisione a quota 31.250 euro.
Ma c’è un altro piccolo cadeau, una sorta di ciliegina sulla torta. Si tratta della ‘indennità di salario’ (roba che sembra destinata a metalmeccanici o braccianti), pari a 5.000 euro tondi tondi.
Tirando le somme, il totale complessivo per ogni mese di duro lavoro tra Bruxelles, Strasburgo e le principali capitali europee (domani dovrebbe essere a Roma per incontrare il nostro primo ministro Giorgia Meloni, che la guaderà con una leggera invidia) è di 36.000 euro. Non male in tempi di crisi per che più tosta non si può.
Ma sorge spontanea la domanda ‘delle cento pistole’, come diceva un tempo il nostro mitico corrispondente Rai da Londra, Sandro Paternostro: ma non poteva fare, lady Ursula, il ‘beau gest’ di rinunciare all’aumento? Non le bastano i ricchi ‘cadeau’ sicuramente ricevuti a botte milionarie dall’amico e Ceo di ‘Pfizer’ Albert Bourla, per i contratti stipulati dalla star di Big Pharma e lady von der Leyen riguardanti le forniture di vaccini per un importo da 71 miliardi di euro? E il più grosso (quello da 31 miliardi) addirittura via ‘sms’, poi misteriosamente ‘sparito’, volatilizzato?
Vaccini, per di più, ‘inefficaci’ e ‘insicuri’ come dimostrano i raccapriccianti dati sugli ‘effetti avversi’ registrati ormai in tutto il mondo e documentati da un sempre maggior numero di scienziati non taroccati (e non al soldo di Big Pharma), come – per fare l’ultimo clamoroso esempio – lo statunitense Robert Malone, il primo a scoprire la tecnica genica, quella a RNA messaggero usata da ‘Pfizer’ e ‘Moderna’.
P.S. Come al solito, per saperne di più sui protagonisti, basta andare alla casella CERCA che porta all’Archivio della ‘Voce’ e digitare nome e cognome del personaggio: in questo caso Ursula von der Leyen, Heiko von der Leyen (il marito che con la sua ‘Orogenesis’ lavora fianco a fianco con ‘Pfizer’), Albert Bourla, Robert Malone.
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