Chi milita con antica e solida convinzione nella sinistra è in stato di choc. Ha provato a condividere le attenuanti su cui si arrampicano esponenti di spicco del Pd nel tentativo di convincere gli italiani che ancora vi si riconoscono: “Un caso, o due di indegna corruzione non consentono di fare di ‘tutta l’erba un fascio’”. Il tentativo di circoscrivere lo scandalo a Panzeri e Cozzolino, di ammettere onestamente che anche nelle buone famiglie possono convivere le pecore nere, indigna quanto e forse di più del ‘fattaccio’ in sé. Il Qatar Gate è la punta estrema dello svilimento etico di parte non marginale della sinistra. Gli archivi della cronaca politica della stagione post comunista, post Berlinguer, rivelano progressive trasgressioni agli storici ideali di ‘mani pulite’ di politici democratici. Svanito il deterrente dei ‘probiviri’, custodi della correttezza dei militanti ad ogni livello, seppure in misura nettamente inferiore rispetto ad altri partiti si sono verificati casi di deroga dall’etica e poco hanno fatto i dem per liberarsene con drastici antidoti.
Panzeri, Cozzolino, non sono dei ‘qualunque’, né soggetti anonimi del nucleo marginale dei democratici di base. Panzeri è stato esponente di spicco della sinistra e, aspetto non marginale del curriculum, segretario della Camera del Lavoro di Milano, ex europarlamentare del Pd. Cozzolino è un abile carrierista e ha percorso a passi rapidamente progressivi il suo iter di politico. Scrive di sé: “Ho iniziato l’attività politica nella Fgci, di cui sono stato segretario della Federazione di Napoli e successivamente responsabile per il Mezzogiorno. Sono stato segretario della Federazione di Napoli del Pds. Alla nascita del PD sono stato eletto nella direzione nazionale, di cui sono tuttora membro”. (Dichiarazione precedente alla decisione del partito di sospenderlo). Eletto eurodeputato fa parte della Delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l’Unione del Maghreb arabo, comprese le commissioni parlamentari miste UE-Marocco, UE-Tunisia e UE-Algeria. Il Parlamento Europeo vota a favore del riconoscimento della Federazione Russa come Stato che sostiene il terrorismo a seguito delle sue azioni nel corso della invasione russa dell’Ucraina, Cozzolino è uno dei quattro parlamentari italiani che votano contro la mozione. Sembra che sia uno dei cardini del Qatargate, si dice profondamente indignato in merito alle accuse a lui rivolte. Chi lo difende ricorda che in quanto genero di un potente costruttore napoletano non ha bisogno di soldi. Eppure, esistono sue chat che invitano gli europarlamentari socialisti e democratici a votare contro una risoluzione per i diritti umani in cui si affermava che il Qatar ha ottenuto di ospitare i mondiali di calcio grazie alla corruzione. Sarebbe il terzo uomo del triangolo Panzeri, Giorgi, Cozzolino (Una sua mail invitava a essere morbidi con gli arabi per ripulire l’immagine del Qatar offuscata dal caso dei migranti sfruttati per la costruzione di stadi e attrezzature ricettive (6.500 morti).
Più di un dubbio sul coinvolgimento della sinistra nella sporca faccenda: come spiegare la consulenza di D’Alema, fondatore di Articolo 1, lo stesso di Panzeri, al magnate del Qatar Bin Saad Al Saad in lizza per l’acquisto della raffineria di Priolo? Come giustificare le ‘amichevoli’ relazioni di Renzi con Doha, che hanno dirottato le commesse per la flotta militare dalla Francia all’Italia (valore sei miliardi di euro)? Ecco alcune delle ragioni di chi da sinistra pretende di andare oltre le sospensioni e le formali prese di distanza, se davvero crede nella rifondazione dei dem.
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