Giallo Epstein sempre più bollente.
Il 19 febbraio si è “suicidato” nella sua cella de ‘La Santè’, a Parigi, Jean-Luc Brunel, uno dei più stretti collaboratori del finanziere e procacciatore di minorenni per super vip Geffrey Epstein, che a sua volta si era “suicidato” ad agosto 2019 nel ‘Metropolitan Correctional Center’ di New York.
Arrestato per stupro a dicembre 2020, Brunel era stato scarcerato nel 2021, per poi essere ri-arrestato e ri-sbattuto in galera pochi mesi fa.
Avrebbe dovuto testimoniare tra pochi giorni al maxi processo che fa tremare persino la Casa Bianca e la Buckingam Palace.
In particolare, Brunel avrebbe potuto fornire ulteriori dettagli sulle vicende dell’ormai mitico ‘Lolita Express’, il lussuoso Boeing a bordo del quale il miliardario accoglieva i suoi ospiti chic per condurli, in compagnia di graziose minorenni, nei paradisi tropicali, a godersi un meritato long week end.
Tra i più assidui, il neofilantropo Bill Gates, il principe Andrea d’Inghilterra e Bill Clinton, il vero recordman, avendo totalizzato la bellezza di 27 voli.
Brunel ha guidato per anni l’agenzia ‘Karim Models’ ed ha fondato la ‘MC2 Model Management’, una corazzata del settore con uffici a New York, Miami e Tel Aviv.
E secondo non pochi ‘esperti’, proprio a Tel Aviv portano parecchi misteri & segreti del giallo. In un suo recente reportage, ‘la Voce di New York’ parla di una ‘pista israeliana’ che corre lungo il copione del thriller.
Ed è soprattutto un ex 007 del Mossad, autore di “Epstein – Dead Man Tell No Tales”, a fornire una serie di tessere non da poco per ricostruire l’intero mosaico.
Si tratta di Ari Ben-Menashe, tra i ranghi dell’intelligence israeliana nel decennio 1977-1987, poi finito nell’ombra. Nel suo libro descrive per filo e per segno la “Honey Trap”, ossia la “Trappola al Miele” accuratamente organizzata da Epstein e dalla sua socia-amante Ghislaine Maxwell: coinvolgere nei loro copioni a base di sesso con minorenni pezzi da novanta dell’establishment, per poi poterli ‘avere in pugno’. E tutto sotto il vigile occhio del Mossad.
Del resto, sia Epstein che Maxwell sono di origine ebraica. E Menashe tratteggia a lungo la figura del padre di Ghislaine, Robert Maxwell, che è stato sia un potente agente dei servizi inglesi che di quelli israeliani.
Racconta che addirittura sarebbe stato Robert Maxwell ad “arruolare” il miliardario americano tra gli agenti coperti del Mossad.
Vero? Falso?
Sta di fatto, comunque, che Robert Maxwell era un pezzo da novanta nella nomenklatura dello Stato d’Israele. Morì nel 1991 in circostanze mai chiarite, fu sepolto a Gerusalemme, sul celebre Monte degli Ulivi. L’elogio funebre venne pronunciato dall’allora presidente della repubblica, Chaim Herzog. Mentre il primo ministro Yitzak Shamir si lasciò sfuggire un più che eloquente: “Ha fatto più cose per Israele di quante se ne possano dire”.
Da rammentare una biografia firmata dal giornalista e scrittore britannico John Preston: “Fall – The Mistery of Robert Maxwell”.
E anche da rammentare l’indirizzo paginino di lady Ghislaine: un lussuosissimo appartamento in Avenue Matignon, angolo Rue Rabelais, dove si trova l’ambasciata israeliana a Parigi.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.