Pandemie, bioterrorismo, emergenze climatiche in salsa finanziaria.
Ecco i tre ingredienti base sui quali intende agire la nuova rouling class che sta emergendo rapidamente e costruendo quel ‘Great Reset’ nel quale saremo governati (e al quale saremo sottomessi) nei prossimi decenni.
Facendo conto su una leva fondamentale: il terrore, la paura per quello che sta succedendo intorno a noi e che solo i Poteri forti delle neo Elite saranno in grado di contrastare.
E per combattere queste guerre possiamo contare su alcuni nuovi strumenti operativi, sempre messi a disposizioni delle tanto umanitarie elite: il ‘Planet Finance’, la ‘Glasgow Financial Alliance for Net Zero’ (GFANZ) e, tanto per giocare meglio alle biologic wars, i ‘Germ Games’ nuovi di zecca.
A questo punto non resta che passare in rapida carrellata tanto ben di Dio.
TUTTI NEL ‘PLANET’
‘Planet Finance’ non è altro che una super sovrastruttura finanziaria in grado di orientare e dirigere immensi flussi di liquidità, monetaria e virtuale, condizionando totalmente i mercati valutari e controllando gli scambi commerciali a livello globale. Insomma, un vero e proprio Moloch che detterà l’agenda economico-finanziaria internazionale.
Al timone di Planet Finance è stato scelto un noto economista francese, Jacques Attali, convinto globalista che spesso e volentieri ha vestito i panni dell’accademico ‘illuminato’.
Ma qual è il dietro le quinte? Chi sono i burattinai che tirano le fila in questo palcoscenico da mille e una notte? Le grandi banche d’affari, i maxi fondi d’investimento: proprio quelle sigle che, guarda caso, sono le proprietarie delle più cospicue fette azionarie dei colossi di Big Pharma. Basta infatti scorrere l’elenco soci delle stars dei vaccini, ad esempio, per rendersene conto: grosse quote societarie di Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson sono detenute da istituti di credito, compagnie d’assicurazione, hedge fund.
Ma ecco i nomi dei protagonisti in campo, con Planet Finance: BlackRock in pole position, ossia il più potente fondo al mondo; poi Bank of America, Citibank, Banco Santander, HSBC, London Stock Exchange Group, Singapore Exchange e, last but not least, David Rockfeller Fund.
Tutti insieme, d’amore e d’accordo, per creare un nuovo sistema di ‘governance finanziaria globale’.
Potendo contare sulla fedele collaborazione delle maggiori istituzioni finanziarie globali e nazionali, tra cui in primis la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.
I PANZER DI GFANZ
Ecco come entra in campo la sinergia con ‘GFANZ’. Per la serie: quando i super ricchi diventato tanto umani e caritatevoli.
Il ‘sistema’ previsto, come dettagliano gli esperti, “permetterà a queste istituzioni di fondersi con gli interessi del private banking; un sistema che di fatto arriva a erodere la sovranità nazionale tra i paesi, in particolare tra quelli in via di sviluppo, costringendoli a creare ambienti di affari ritenuti ‘favorevoli’ agli interessi dei membri della nuova alleanza. In sostanza, i potenti interessi bancari che compongono il gruppo spingono l’intero sistema finanziario globale a loro vantaggio, con il pretesto attuale di promuovere la sostenibilità, la green economy”.
La nuova alleanza, la ‘Glasgow Financial Alliance for Net Zero’ che si sta celebrando in queste giornate scozzesi di COP26, è stata lanciata ad aprile scorso da John Kerry, l’inviato speciale del capo della Casa Bianca Joe Biden per i cambiamenti climatici.
Il progetto, poi, vede la partecipazione di calibri come Janet Yellen, il Segretario del Tesoro negli Usa e – non dimentichiamolo – ex Presidente della strategica ‘Federal Reserve’; e come Mark Carney, dal canto suo inviato speciale delle Nazioni Unite per l’azione e la finanza per il clima, nonché ex numero uno della Bank of England e della Bank of Canada.
Una figura strategica, quella di Carney, il quale è anche consigliere finanziario del premier britannico Boris Johnson e, soprattutto, agisce fianco a fianco, nella neo ‘Alliance’, del miliardario a stelle e strisce ed ex sindaco di New York Michael Bloomberg.
Quest’ultimo, Bloomberg, è al timone delle navigatissime ‘Bloomberg Philantropies’ e della ‘Climate Finance Leadership Initiative’ (CFLI), in prima fila nella battaglia del secolo, capeggiando gli sforzi statunitensi per combattere i cambiamenti climatici e ‘proteggere’ (sic) l’ambiente. Proprio come intende fare il numero uno al mondo, su questo fronte: Bill Gates, of course.
SUPER BILL A TUTTO CAMPO
Quel magico Bill Gates che, giorni fa, ha tenuto un memorabile speech al prestigioso think tank ‘Policy Exchange’, intervistato da un pezzo da novanta come Jeremy Hunt, presidente del ‘Health Select Committee’.
Uno dei punti focali toccati dal fondatore di Microsoft ha riguardato proprio i ‘Germ Games’, i ‘Giochi dei microbi’, una via di mezzo tra un’Olimpiade e una simulazione pandemica.
Proprio come era avvenuto esattamente due anni fa, appena prima dell’esplosione del covid, e cioè ad ottobre 2019, in occasione di ‘Event 201’, che incredibilmente anticipava proprio quel tragico scenario lì lì per verificarsi.
Ecco come ricostruisce i fatti il sito di controinformazione ‘Renovatio 21’. “Gates ha lanciato un messaggio alle autorità internazionali, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (di cui è il primo finanziatore privato e tra i primi finanziatori tout court): devono assolutamente agire contro la minaccia rappresentata dal bioterrorismo. E il modo migliore per prevenire la minaccia bioterrorista, secondo Gates, sono i ‘Germ Games’”.
Queste le parole del magnate filantropo: “Ci vorrà probabilmente circa un miliardo all’anno per una task force sulla pandemia a livello dell’OMS, che sta facendo la sorveglianza e in realtà fa quelli che chiamo ‘Germ Games’ dove si effettuano le esercitazioni”. Cifra che subito lievita di non poco, perché, a suo parere, “Stati Uniti e Regno Unito dovrebbero spendere decine di miliardi in ricerca e sviluppo” su questo fronte.
E ancora, proclama il Vate: “Ci sono epidemie causate naturalmente ed epidemie causate da bioterrorismo che potrebbero essere anche molto peggiori di quelle che abbiamo vissuto oggi e, tuttavia, i progressi della scienza medica dovrebbero darci strumenti con cui potremmo fare notevolmente meglio”.
Tra l’altro, dovrà esserci un “nuovo modo” per produrre vaccini in grado di fermare meglio la trasmissione di un virus.
Ammaestra Gates: “Sapete, non avevamo vaccini che bloccano la trasmissione. Abbiamo vaccini che ti aiutano con la salute, ma hanno solo leggermente ridotto la trasmissione. Ci vogliono nuovi vaccini”.
E’ un fiume in piena, Mago Bill: “Dovremo fare vaccini a buon mercato, avere grandi fabbriche, sradicare l’influenza, sbarazzarci del comune raffreddore, fare vaccini semplicemente con un piccolo cerotto che ti metti sul braccio, cose che saranno incredibilmente utili anche negli anni in cui non avremo pandemie”.
Ma in tutti noi saranno inseriti – sottopelle – comodi e pratici chip in grado non solo di veicolare vaccini, ma anche di orientare le nostre azioni, trasformandoci in tanti robottini.
Procede a grandi falcate, come si vede, quel traguardo del ‘vaccino universale’ del quale ha di recente parlato, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, Richard Hatchett, il Ceo della ‘Coalition of Epidemic Preparedness Innovation’ (CEPI), la maxi coalizione, appunto, capeggiata dalla ‘Bill & Melinda Gates Foundation’, cui aderiscono il ‘Wellcome Trust’griffato ‘Glaxo’ (una delle star di Big Pharma) e una serie di paesi (UE, Regno Unito, India, Giappone).
E si è esibito, Super Bill, anche in una non allegra profezia, nel corso dello speech al ‘Policy Exchange’ think tank. Eccola calda calda: “La prossima epidemia potrebbe avere origine sullo schermo del computer di un terrorista intenzionato a utilizzare l’ingegneria genetica per creare una versione sintetica del virus del vaiolo”.
Non è che poi succede come con ‘Event 201’?
Da una profezia all’altra, torniamo indietro di oltre 40 anni. Quando, nel 1970, l’allora segretario di Stato Usa, Zbigniew Brzezinski, già vide nella sua sfera di cristallo e preconizzò: “Lo Stato nazione che ha rappresentato l’unità fondamentale della vita organizzata dell’uomo, ha cessato di essere la principale forza creatrice: le banche internazionali e le società multinazionali agiscono e pianificano in termini ben più avanzati rispetto ai concetti politici della Stato nazione”.
E così è stato. E sempre più rischia concretamente di essere.
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Un commento su “PANDEMIE & FINANZA / LE CORAZZATE IN CAMPO E BILL GATES SUPERSTAR ”