Legittimare la giustificata indignazione per un gravissimo incidente di percorso della navigata giornalista Palombelli (attiva dagli anni ’70) richiede forse di partire dall’ultima citazione dell’enciclopedia on line su di lei. Eccola: Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Iniziativa del presidente Cossiga, 8 maggio 1991. Come conciliare questa prestigiosa onorificenza con quanto accaduto nel corso del programma della berlusconiana Rete 4 ‘Forum’, puntata sulla violenza domestica e a esser buoni l’infelice frase della Palombelli “A volte è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati? Oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda, dobbiamo farcela per forza, in questa sede, un tribunale”. Tradotta nel gergo della cronaca dei media con utenza prevalente subculturale, l’incredibile esternazione evoca l’ignobile maschilismo di rappresentanti delle forze di polizia, che nel accogliere denunce di stupro, con un sorrisetto di becera ironia tentano di assolvere gli autori della violenza rivolgendosi così alle vittime: “A me lo puoi dire, t’è piaciuto, ci sei stata eh?”. Dal mio archivio mnemonico tira fuori il ricordo di una udienza difficile da dimenticare. Nella gabbia degli imputati un branco giovani delinquenti, alcuni figli o parenti di noti camorristi della Provincia napoletana, accusati di aver sequestrato per un mese una ragazza di umili condizioni sociali e di averla violentata a turno. I loro difensori hanno provato a farle ammettere di essere stata consenziente. Fallito il tentativo, uno degli avvocati ha sventolato in faccia alla madre della ragazza, una cameriera priva di istruzione, una mazzetta di banconote, platealmente offerte in cambio del ritiro della denuncia. L’incredibile ‘bravata’, non sanzionata dal magistrato, è andata a buon fine e il processo si è concluso con l’assoluzione dei violentatori. Lo scivolone della Palombelli, non consente alcuna giustificazione, pentimento, scuse, e men che mai di auto scagionarsi sostenendo che la frase incriminata è stata ‘estrapolata’ da un contesto generale o appellandosi ai propri trascorsi di convinta condanna del femminicidio. Per chiudere questo brutto capitolo è esemplare il racconto di Patrizia Cadau, consigliera comunale di Oristano, massacrata dall’ex marito, con ancora i segni sul volto delle violenze subite: “Sono viva per miracolo e certo non me lo sono andata a cercare. La frase della Palombelli è grave e ha una portata rilevante perché pronunciata da una giornalista in un programma con un target prevalentemente femminile”.
Non solo, perché fa da tragico sfondo ai sette omicidi di donne negli ultimi dieci giorni. C’entra qualcosa aggiungere che dopo innumerevoli presenze in programmi della Rai, la Palombelli ha scelto di proseguire e probabilmente di chiudere una lunga carriera con la conduzione del discutibile ‘Forum’, in casa Mediaset, che, come dire, non è proprio sinonimo di televisione progressista?
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