TARRO / I GRAVI ERRORI NELLA GESTIONE DELLA PANDEMIA – COSA FARE ORA

La gestione italiana dell’epidemia da coronavirus da parte del ‘Comitato Tecnico Scientifico’ (CTS) è stato un fallimento, secondo un editoriale della prestigiosa rivista inglese ‘Nature’ nella prima decade di marzo 2021.

 

 

Una terapia domiciliare del Covid. In apertura una delle prime riunioni del CTS, insediatosi col governo Conte e, in primo piano, il professor Giulio Tarro

Nel Comitato non era presente alcun virologo e la maggior parte dei 24 ‘esperti’ sono stati nominati ad personam senza alcuna competenza nel campo della infezione virale.

 

 

Ancora. Secondo uno studio pubblicato su ‘Science’ da parte della ‘Emory University ‘di Atlanta il coronavirus assumerà un carattere endemico e la sua letalità, cioè mortalità dei contagiati, finirà per attestarsi intorno allo 0,1%, al di sotto dell’influenza stagionale. Pertanto il forte distanziamento sociale non è la soluzione: così come lockdown, mascherine, chiusure, caccia al contagiato, colpevolizzazione della gente…

Si pretende di perseverare con questa gestione dell’emergenza nell’illusione di fermare un virus ormai ENDEMICO, asintomatico nel 90-95% dei casi, e che potrebbe essere efficacemente affrontato, anche quando colpisce gli anziani, con tempestive cure.

Abbiamo al 90, 95% asintomatici positivi. E gli asintomatici positivi non sono contagiosi. Da sempre. Chi non ha i sintomi, chi non è malato, non può contagiare. Lo ha detto anche l’Oms. Quindi non ha senso chiudere tutti in casa. Chi si ammala va curato, semplicemente. Come ho fatto io seguendo i dettami di Didier Raoult, per le persone che si sono rivolte a me. Come fanno centinaia di medici usando idrossiclorochina, azitromicina e guarendo le persone a casa. Ad esempio, al centro Sud sono morti molto meno perché hanno utilizzato subito cortisone ed eparina e hanno evitato trombo embolie. La gente è morta perché non sono stati usati i farmaci corretti. Un esempio, vale su tutti: mi chiamarono dalla Sicilia perché a Milano c’era un uomo malato di 54 anni. Era uscita l’ambulanza, gli avevano detto che non sussisteva la necessità di ricovero. Lui aveva chiesto “cosa devo fare”? Risposta: nulla, non c’è una terapia.

Siamo arrivati ad un tasso di letalità che, ripeto, è legato alla cattiva gestione dell’emergenza, a cure sbagliate, a posti di terapia intensiva tagliati negli anni scorsi. Qui per usare idrossiclorochina abbiamo dovuto aspettare il Consiglio di Stato!

Deve essere chiaro un concetto: il Covid si cura.

Intanto, l’eliminazione di tutte le assurde norme profilattiche sinora imposte come le onnipresenti mascherine che in molte nazioni non si usano più da mesi. Poi basta agli inaffidabili tamponi disseminati in tutte le regioni per mettere in isolamento i ‘contagiati’ e annunciare fantomatici ‘focolai di Covid.’ Ci vuole una stabile struttura di monitoraggio del contagio gestita dallo Stato che miri ad accertare il livello di immunità acquisita. Basta al mercanteggiamento tra esperti per stabilire il da farsi. Meglio invece un unico epidemiologo alla direzione sanitaria dell’emergenza. Proteggere le categorie a rischio garantendo la ripresa delle visite ambulatoriali e domiciliari. Basta con il terrorismo mediatico e basta con la censura.

 

Tutta la documentazione relativa all’emergenza, comprese le cartelle cliniche dei ‘morti per Covid’, gli studi scientifici, i motivi dell’esclusione o dell’inserimento di farmaci, i contratti con aziende farmaceutiche, deve essere messa subito a disposizione del Parlamento, dei ricercatori e del pubblico.

Le mascherine vanno indossate quando servono. Se c’è il distanziamento si può fare a meno anche della mascherina, soprattutto all’aperto. La mascherina serve nei luoghi al chiuso o nei locali in cui ci sono contatti inferiori a un metro. Non se ne deve fare un abuso, perché a lungo andare possono diventare dannose per la salute. Non tutti siamo uguali e non se ne può imporre l’uso indiscriminato e ovunque.

Solo i contagiati devono portare le mascherine e devono avere accortezza con le distanze quando frequentano persone a rischio. Ma ai bambini non si può imporre la mascherina. Per lo meno fino a 12 anni. Le norme igieniche vanno rispettate con attenzione da tutti, con buon senso.

D’altra parte l’uso delle mascherine sotto i sei anni è completamente proibito (OMS) dal momento che si potrebbe indurre un “autismo” funzionale, perché vi sono tre aree della corteccia cerebrale in evoluzione in base all’associazionismo ed alle emozioni che un bambino recepisce a quella età.

Da uno studio pubblicato il 17 febbraio su ‘The Lancet’: “Clarifying the evidence on SARS-CoV-2 antigen rapid tests in public health responses to COVID-19”. I frammenti di RNA possono persistere, anche nella cavità nasale, per settimane dopo che l’infezione è già stata debellata (quindi non persistono virioni vitali all’interno dell’organismo). Questo, insieme a fenomeni di cross-reattività (positività verso coronavirus simili al Sars-Cov-29, legati all’impiego di elevate concentrazioni del primer di innesco della PCR è alla base dei falsi positivi PCR, che, pertanto, non rappresentano il metodo di riferimento per il tracciamento di massa. Che il metodo per stabilire le attuali zone gialle, arancioni e rosse calcolando i supposti “contagiati” è sbagliato; ci stanno imponendo confinamenti e chiusure assolutamente inutili dal punto di vista sanitario.

Il rilievo di casi positivi asintomatici nel post-lockdown di Wuhan è stato molto basso (0,303/10.000) e non vi è stata alcuna evidenza che i casi identificati come positivi asintomatici fossero infettivi.

 

Queste osservazioni hanno permesso la decisione delle autorità di adeguare le strategie di prevenzione e controllo nel periodo post lockdown. Ulteriori studi sono richiesti per valutare pienamente l’importo e l’effettivo costo dello screening a tutta la città dell’infezione da SARS-CoV-2 sulla salute, il comportamento, l’economia e i rapporti sociali della popolazione.

È davvero una follia proseguire con la caccia al contagiato da ‘isolare’, anche perché il Sars-Cov-2 (e le sue innumerevoli ‘varianti’) essendo estremamente contagioso e non producendo una immunità stabile, al pari di quello della varicella, si avvia a diventare (o è già diventato) endemico nella popolazione. E, di certo, non lo si schioda da questa con mascherine, lockdown, scuole chiuse, e distanziamento sociale.

Come attestato dai pochi dati resi pubblici dalle case farmaceutiche che li producono, gli attuali vaccini non garantiscono una immunità perenne né, tantomeno, una ‘immunità sterile’ al vaccinato che continua, quindi, a trasmettere il virus. Promettono soltanto di ridurre i sintomi dell’infezione; sintomi che nel 90-95% degli ‘infettati’ addirittura non si manifestano. Sarebbe stato logico, quindi, che ad essere vaccinati fossero solo gli anziani nei quali l’insorgere del Covid rappresenta un reale pericolo. Se gli anziani over 80 fossero stati vaccinati a gennaio come inizialmente previsto, non ci sarebbero stati 500 morti al giorno. Si è scelto, invece, una vaccinazione di massa che – oltre a moltiplicare i rischi, inevitabilmente connessi ai vaccini – non garantirà una pur provvisoria immunità di gregge.

Quindi bisogna cambiare completamente la fallimentare gestione dell’emergenza Covid che si protrae, ormai, da un anno. Serve quella che potrebbe essere una nuova, efficace, strategia sanitaria. Ad esempio l’eliminazione di tutte le assurde ‘norme profilattiche’ sinora imposte. Misure profilattiche che, invece, i milioni di ipocondriaci che i lockdown sono riusciti a creare considerano ormai ‘normali’. Come le onnipresenti ‘mascherine’ che, in molte nazioni, come la Russia ad esempio, non si usano più da mesi. In Italia, invece, non solo si addita come ‘untore’ chi non si copre anche il naso con la mascherina, ma si continua ad inneggiare a governanti che oggi annunciano nuovi ferrei lockdown per ‘salvare le vacanze di Pasqua’, dimenticandosi cosa sono state le vacanze natalizie.

Intanto, invece degli inaffidabili tamponi disseminati senza alcun criterio dalle Regioni per mettere in isolamento i ‘contagiati’ e annunciare fantomatici ‘focolai di Covid’, una stabile struttura di monitoraggio del contagio gestita dalla Stato che miri ad accertare il livello di immunità acquisita. Secondo il Centro Europeo per il controllo delle malattie ECDC la PCR è attendibile fino a 24 cicli: ad esempio i tamponi sono stati amplificati con un numero di cicli compreso tra 35 e 41, rendendoli inaffidabili al 90%. I contagi del COVID-19 in Italia sarebbero due terzi in meno di quelli comunicati. A lanciare il sospetto è stata una trasmissione del 27-2-2021 molto popolare ‘Le Iene’.

Anthony Fauci

Non mi illudo comunque che, senza un grande movimento di opinione, queste misure possano essere adottate a breve. Anche perché oggi la gente si è ridotta a credere che se non funzionano i lockdown la colpa è di qualche sciagurato che si abbandona alla movida e accetta quanto dichiarato da Antony Fauci, e cioè che, pur con le vaccinazioni, dovremo indossare la mascherina all’aperto almeno fino al 2023.

 

 

 

 

Attualmente esistono tre principali varianti genetiche del COVID-19. Queste mutazioni sorgono in genere quando il virus è sottoposto a pressione selettiva da parte degli anticorpi che limitano, ma non eliminano la replicazione virale. Gli anticorpi specifici, che neutralizzano il virus, sono ancora in grado di agire sulla proteina virale ‘spike’, nonostante i cambi di sequenza dell’acido nucleico virale siano presenti nella variante D614G, come nelle altre successive che hanno la finalità di permettere la sopravvivenza delle particelle virali.

Nell’agosto del 2020 un’altra variante è iniziata a propagarsi nel Regno Unito; spesso chiamata ‘variante inglese’, ma etichettata come B.1.1.7. Questa variante viene ora isolata in molte nazioni inclusi gli Stati Uniti, la sequenza della variazione della proteina S viene chiamata N501Y e sembra aumentare la trasmissibilità della COVID-19. Recenti studi hanno dimostrato che i vaccinati con RNA messaggero della Pfizer BioNtech e Moderna sono protetti da anticorpi neutralizzanti la nuova variante. Tuttavia altri studi di laboratorio alla ‘Rockfeller University’ hanno dimostrato la riduzione dell’efficienza dei vaccini ad RNA messaggero sugli anticorpi che neutralizzano il virus. In conclusione queste osservazioni permettono di sapere che esiste la possibilità di una diminuita efficacia degli anticorpi specifici per il virus, e suggeriscono di poter effettuare una modulazione dei vaccini capaci di fare fronte alle nuove varianti virali con l’elicitazione di nuovi anticorpi neutralizzanti.

Un’altra variante adesso circola nella California del Sud CAL20C con sequenza genica chiamata L452Y che sembra agire in maniera molto simile alla variante inglese.

Purtroppo, vi è una nuova variante identificata in Sud Africa, N501Y.V2 (oppure B.1.351). A livello genetico la variante africana ha maggiori cambiamenti di sequenze sia della D614G che di quella inglese. Questa ‘variante africana’ desta maggiore preoccupazione perché le nuove sequenze genetiche sono più vicine al grimaldello virale che si lega al recettore ACE2 delle cellule umane per penetrarle e quindi infettarle. Dal momento che la variazione di sequenza del virus risulta vicino alla ‘chiave’ di entrata cellulare, l’anticorpo specifico potrebbe mancare di neutralizzare la componente virale che permette la penetrazione cellulare.

Infine, un’altra variante con le stesse proprietà di quella Sud Africana è stata identificata in Brasile, di cui adesso cominciamo a conoscere la diffusione.

Un vaccino a RNA messaggero può alterare il DNA cellulare?

Si, trascrivendo le sequenze virali integrate nel genoma mediante una trascrittasi inversa (t.i.) delle cellule o una t.i. di un HIV e queste sequenze di DNA possono essere integrate nel genoma cellulare e la loro espressione è stata indotta con una infezione da COVID-19 o da una esposizione alla citochina nelle culture cellulari suggerendo un meccanismo molecolare per un retro-integrazione di COVID-19 nei pazienti.

 

I vaccini AstraZeneca e Reithera consistono in un adenovirus vettore delle spikes del coronavirus. L’AstraZeneca usa un virus dello scimpanzè, mentre Reithera un virus del gorilla. Gli adenovirus usati non sono contagiosi, il tempo di protezione non è ancora conosciuto.

Il meccanismo mediante cui agisce il vaccino è quello di stimolare la produzione degli anticorpi specifici per se stesso, in modo da neutralizzare l’effetto biologico, cioè contagio ed effetto patologico, sull’organismo ospite. I vaccini più tradizionali sono quelli cinesi e indiani, a virus disattivato, ma anche il vaccino prodotto dai russi utilizza un adenovirus come vettore contenente le istruzioni per produrre la glicoproteina ‘spike’ che permette al virus di legarsi alle cellule umane, che utilizzerà successivamente come fotocopiatrici per creare nuove copie di se stesso. Il nostro sistema immunitario impara a riconoscere la proteina del virus ‘ibrido’ e meno aggressivo, conservando la memoria dell’agente incontrato.

La tecnica di iniettare non un virus ma frammenti di RNA messaggero (mRNA) consiste nell’ utilizzare una molecola speculare all’RNA del virus per la produzione delle proteine costituendi la particella virale che ha il fine di indurre la glicoproteina ‘spike’ del coronavirus, che viene usata per i recettori ACE2 delle cellule bersaglio col fine di produrre questi antigeni nelle nostre cellule mediante l’informazione dell’mRNA. Viene quindi stimolata la produzione di anticorpi specifici come le immunoglobuline nei riguardi di questi antigeni specifici virali per stabilire la immunità del soggetto vaccinato. Si tratta dunque di una nuova terapia genica, mai utilizzata prima d’ora, basata su una molecola che contiene le istruzioni per la sintesi nell’organismo umano di nuove proteine le quali dovrebbero permettere di resistere meglio all’attacco dello stesso virus.

Sappiamo che nel caso di una infezione virale che infetta i linfociti, produttori degli anticorpi, vengono sintetizzate nuove proteine umane chiamate fattori di trascrizione. In altre parole, alcune regioni del genoma del virus si legano al genoma delle cellule umane. Questa unione virale con i fattori di trascrizione umana modificano l’espressione dei geni virali vicini. Si è visto di recente che viene messo in opera un meccanismo di attivazione di alcuni geni umani associati che predispongono al rischio di malattie autoimmuni, come il lupus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali, il diabete di tipo 1, l’artrite idiopatica giovanile e la malattia celiaca.

Infine l’editoriale di Peter Doshi sul ‘British Medical Journal’ è basato su un’attenta analisi dei dati clinici riportati e vale di più di un lavoro presentato per la sua pubblicazione. L’infezione della popolazione è più diffusa di quello che si possa pensare, ecco perché si può parlare di immunità di gregge come traguardo dell’epidemia e della vaccinazione.

In prospettiva la nuova metodologia del vaccino antiCOVID può portare benefici alla ricerca sul cancro e sulla sclerosi multipla, ma non adesso.

 

 

Ovviamente il problema principale dell’esistenza di queste varianti virali riguarda la risposta vaccinale: per esempio al ‘National Institute of Health’ hanno dimostrato che gli anticorpi indotti dal vaccino a RNA messaggero della Moderna sono un sesto attivi contro la variante Sud Africana. In compenso i vaccini a RNA messaggero sono in grado di indurre sia cellule T citotossiche che specifiche cellule T helper che sono implicate nella protezione contro il virus.

In ogni caso pur riconoscendo la sensibilità inferiore della variante Sud Africana e di quella brasiliana nei riguardi della sensibilità agli anticorpi neutralizzanti, rimangono validi i vaccini a RNA messaggero. D’altra parte, la stessa osservazione è stata fatta con vaccini inattivati sviluppati in Cina ed in India. Non ci sono invece abbastanza dati sufficienti per conoscere l’efficacia dei vaccini con vettore adenovirale umano o da scimmia (AstraZeneca, Johnson & Johnson/Janssen e quello russo Sputnik V) oppure per le proteine ricombinanti della Novavax (Usa) e della Sanofi(GSK).

Le varianti diventano anche meno suscettibili agli anticorpi monoclonali neutralizzanti, prodotti in laboratorio ed usati farmacologicamente.

Le stesse alterazioni che cambiano la forma della proteina S (spike) e sono capaci di distorcere il sito cui si legano gli anticorpi neutralizzanti, hanno dimostrato di rendere inefficaci gli anticorpi monoclonali per la variante inglese ed in particolare per quella Sud Africana. Pertanto i nuovi anticorpi monoclonali autorizzati dalla Food and Drug Administration (FDA) americana debbono essere in grado di neutralizzare anche queste varianti virali.

La variante del coronavirus del Sud Africa è in grado di evitare la protezione indotta dal vaccino Pfizer-BioNTechsecondo un nuovo studio israeliano realizzato dall’università di Tel Aviv e dall’istituto Clalit, non ancora sottoposto a peer review. In Israele è strato utilizzato quasi esclusivamente proprio il vaccino Pfizer per vaccinare milioni di cittadini (sono circolate pochissime dosi di Moderna).

La diffusione delle varianti (in particolare la sudafricana e la brasiliana che hanno in comune la mutazione E484K, capace di eludere parzialmente la protezione vaccinale) preoccupa i governi di tutto il mondo. Tanto che le case farmaceutiche si sono già mosse e stanno studiando una «terza dose» proprio per aumentare la protezione contro le varianti più insidiose. Sembra infatti sempre più probabile l’ipotesi che siano necessari periodici richiami, soprattutto tra gli anziani, la popolazione più fragile, come già succede con l’influenza.

Avere un vaccino efficace al 95% come Pfizer non significa che si ammaleranno 5 persone ogni 100. Il dato di efficacia è relativo alla protezione individuale ed è una cifra probabilistica. Se il vaccino è efficace al 95%, ogni individuo che conclude il ciclo vaccinale con quel prodotto ha il 95% in meno di probabilità di essere contagiato ogni volta che viene esposto al virus rispetto a un individuo che non è vaccinato.

Bisogna essere molto attenti allo svilupparsi del fenomeno ADE. Si tratta di un’amplificazione infiammatoria della risposta derivata dagli anticorpi. Quindi un’infiammazione dovuta agli anticorpi aumentata in maniera esponenziale, ovvero quando si ha riproduzione di anticorpi su un substrato che gli anticorpi li ha già. In sintesi, se uno ha fatto il COVID, anche accorgendosene, ma soprattutto i famosi asintomatici, determina un’amplificazione della risposta anticorpale.

Secondo i dati del governo inglese, dopo 20 milioni di persone vaccinate, ci sono stati 502 morti, 87387 reazioni e 43 ciechi dal punto di vista medico senza alcuna differenza tra i vaccini Pfizer / BioNtech e Astrazeneca – 0,00251% di persone morte. I casi che hanno ricevuto un vaccino COVID-19 hanno causato la trasmissione del virus ad altri e dovrebbero continuare a seguire le norme di isolamento, ha detto il vicecapo dell’ufficio medico inglese Van-Tam.

L’uso del vaccino Johnson & Johnson covid-19 è stato sospeso temporaneamente negli Stati Uniti dopo che sei persone hanno manifestato coaguli di sangue, su 6,8 milioni che hanno ricevuto il vaccino nel Paese. I casi sembrano essere simili ai rari coaguli di sangue osservati nei destinatari del vaccino Oxford / AstraZeneca, che ha indotto alcuni paesi a limitarne l’uso.

La sindrome del coagulo di sangue coinvolge un tipo insolito di coagulo, spesso uno che si forma nel cervello – chiamato trombosi del seno venoso cerebrale o CVST – accoppiato a bassi livelli di piastrine.

È stato osservato principalmente nelle persone sotto i 60 anni e più spesso nelle donne rispetto agli uomini. Ma la differenza di sesso potrebbe essere dovuta al fatto che più donne sono state vaccinate, in quanto comprendono più operatori sanitari e personale delle case di cura. In un’analisi di 79 casi nel Regno Unito visti dopo il vaccino Oxford / AstraZeneca, si sono verificati con la stessa frequenza in uomini e donne, afferma Munir Pirmohamed, presidente della Commissione britannica sui medicinali per l’uomo. Il tasso complessivo è stato di quattro casi per milione di persone che hanno ricevuto il vaccino nel Regno Unito.

Non è noto il motivo per cui i giovani sembrano più a rischio, ma la distribuzione per età è in parte il motivo per cui alcuni paesi hanno affermato che questo vaccino dovrebbe essere somministrato solo a coloro che hanno superato una certa età. L’altro motivo è che le persone anziane sono più a rischio a causa del covid-19 stesso, quindi il beneficio del vaccino dovrebbe superare il rischio.

I sei casi di CVST recentemente segnalati nei destinatari del vaccino Johnson & Johnson, uno dei quali fatale, erano tutti in donne di età compresa tra i 18 ei 48 anni.

Johnson & Johnson ha ritardato il lancio europeo del suo prodotto. “Abbiamo lavorato a stretto contatto con esperti medici e autorità sanitarie e sosteniamo fortemente la comunicazione aperta di queste informazioni agli operatori sanitari e al pubblico”, ha affermato l’azienda in una nota.

Cosa potrebbe causare i coaguli? Nei casi Oxford / AstraZeneca, molte delle persone colpite sono risultate positive agli anticorpi che si legano a una molecola rilasciata dalle piastrine, chiamata fattore piastrinico 4 o PF4. Il vaccino può in qualche modo innescare la produzione di questi anticorpi, che causano la formazione di più piccoli coaguli nel sangue e che possono consumare le piastrine, afferma Andreas Greinacher dell’Università di Greifswald in Germania. Assomiglia a una sindrome in cui anticorpi simili possono essere attivati ​​dal trattamento per fluidificare il sangue con eparina, dice Greinacher, che è un esperto dell’effetto collaterale dell’eparina.

Abbiamo visto l’importanza dell’uso degli anticorpi monoclonali per neutralizzare l’infezione da COVID-19, anche in questo campo l’Italia sanitaria non è stata all’altezza della situazione sul loro impiego legato a burocrazia ed inefficienza come si era già visto per l’utilizzo della sieroterapia. Finalmente gli antivirali come il Remdesivir hanno trovato spazio, anche se non vi è stata la determinazione dell’uso del diossido di cloro nel trattamento antivirale come nel centro sud America.

Anche l’effetto della Ivermectina è stato riconosciuto come efficace nella risoluzione dei sintomi tra gli adulti con malattia mite, come il farmaco trovato dagli israeliani.

Israele sta sperimentando un farmaco contro il Covid che, alle prime risultanze si dichiara efficace oltre il 90%. Lo scrive la stampa israeliana. L‘Ichilov Medical Center di Tel Aviv ha completato con successo gli studi della fase uno del progetto di ricerca su questo nuovo medicinale, che sta dando risposte molto incoraggianti.

Il medicinale ha aiutato numerosi pazienti di Covid, da moderati a gravi, a riprendersi rapidamente dalla malattia. L’ospedale ha annunciato che la sostanza, EXO-CD24 del professor Nadir Arber, è stata somministrata a 30 pazienti le cui condizioni erano moderate o gravi, e tutti e 30 si sono ripresi, 29 dei quali entro 3-5 giorni.

Il medicinale combatte la tempesta di citochine, una reazione immunitaria potenzialmente letale all’infezione da coronavirus che si ritiene sia responsabile di gran parte dei decessi associati alla malattia. Usa gli ‘esosomi’, minuscole particelle a forma di sacche che trasportano i materiali tra le cellule, per fornire una proteina chiamata CD24 ai polmoni.

Shiran Shapira

“Questa proteina – ha spiegato alla stampa Shiran Shapira del laboratorio di Arber – si trova sulla superficie delle cellule e ha un ruolo ben noto e importante nella regolazione del sistema immunitario, aiutando a calmare il sistema e frenare la tempesta”.

Arber ha spiegato che il preparato viene inalato una volta al giorno per pochi minuti, per cinque giorni, e raggiunge direttamente i polmoni. In questo modo, a differenza di altri preparati, il cocktail israeliano viene somministrato localmente e non comporta effetti collaterali, anche perché non opera ad ampio spettro. Il farmaco passerà ora a ulteriori fasi di sperimentazione, ma i medici parlano di un possibile punto di svolta nella lotta contro il Covid-19.

Per il direttore del centro di ricerca Ichilov, Roni Gamzu che è stato anche a capo del team governativo sul coronavirus, la ricerca “è avanzata e sofisticata e potrebbe salvare i pazienti con coronavirus. I risultati della sperimentazione di fase 1 sono eccellenti e ci danno fiducia nel metodo che i ricercatori stanno studiando nel nostro laboratorio da molti anni”.

Anche la casa farmaceutica americana Pfizer, che produce il vaccino anti-COVID più richiesto, sta saggiando un farmaco da assumere per via orale, un inibitore delle proteasi.

Ad annunciarlo in una nota è la stessa casa farmaceutica americana che ha chiarito che “il candidato clinico è un antivirale orale (PF-07321332), un inibitore della proteasi SARS-CoV2-3CL, che ha dimostrato una potente attività antivirale in vitro contro SARS-CoV-2, nonché attività contro altri coronavirus, suggerendo un potenziale utilizzo nel trattamento di COVID-19 e potenziale utilizzo per affrontare future minacce di coronavirus”.

Gli inibitori della proteasi sono stati efficaci nel trattamento di altri patogeni virali come l’HIV e il virus dell’epatite C, sia da soli che in combinazione con altri antivirali. Le terapie attualmente commercializzate che prendono di mira le proteasi virali non sono generalmente associate a tossicità e, come tale, questa classe di molecole può potenzialmente fornire trattamenti ben tollerati contro COVID-19.

 

 

 

 

LA VERSIONE ORIGINALE IN INGLESE

 

The Italian COVID-19 epidemic and the global pandemic. Prevention and therapies

 

Giulio Tarro, MD, PhD

President of the T.&L. de Beaumont Bonelli Foundation for Cancer Research, Naples, Italy

 

 *Corresponding author: Giulio Tarro President of the T&L de Beaumont Bonelli Foundation for Cancer Research, Italy, phone +390815463222; email: giuliotarro@gmail.com

 

Abstract

The Italian management of the coronavirus epidemic by the technical scientific committee (TSC) was a failure according to an editorial in the prestigious English journal NATURE as reported in the first decade of March 2021.

According to a study published in Science by the Emory University of Atlanta, the coronavirus will take on an endemic character and its lethality, i.e. mortality of the infected, will end up settling around 0.1% below seasonal flu, therefore strong social distancing. It is not the solution, the lockdown, masks, closures, hunting for the infected, blaming the people.

Who gets sick must be treated, using hydroxychloroquine, azithromycin, and healing people at home. Used cortisone and heparin and avoided thrombus embolisms. People died because the correct drugs were not used.

The incidence of asymptomatic positive cases in Wuhan post-lockdown was very low (0.303 / 10,000) and there was no evidence that the cases identified as positive asymptomatic were infectious.

As attested by the few data made public by the pharmaceutical companies that produce them, the current vaccines do not guarantee a perennial immunity nor, even less, a “sterile immunity” to the vaccine that continues, therefore, to transmit the virus. They only promise to reduce the symptoms of the infection; symptoms that in 90-95% of the “infected” do not even manifest themselves. It would have been logical, therefore, that only the elderly were vaccinated in whom the onset of Covid represents a real danger. If seniors over 80 had been vaccinated in January as originally planned, there would have been no 500 deaths per day. Instead, a mass vaccination has been chosen which – in addition to multiplying the risks, inevitably associated with vaccines – will not guarantee even temporary herd immunity.

There are currently three major genetic variants of COVID-19. these mutations typically arise when the virus is subjected to selective pressure by antibodies that limit but do not eliminate viral replication. the specific antibodies, which neutralize the virus, are still able to act on the viral “spike” protein, despite the sequence changes of the viral nucleic acid being present in the D614G variant, as in the other subsequent ones that have the purpose of allowing survival of viral particles.

Protease inhibitors have been effective in the treatment of other viral pathogens such as HIV and the hepatitis C virus, both alone and in combination with other antivirals. Currently commercialized therapies that target viral proteases are generally not associated with toxicity and as such, this class of molecules can potentially provide well-tolerated treatments against COVID-19.

 

Key Words: COVID-19, Genetic variants, SARS-CoV-2 vaccines, Antibodies, Antiviral drugs

 

Introduction

The Italian management of the coronavirus epidemic by the technical scientific committee (TSC) was a failure according to an editorial in the prestigious English journal NATURE as reported in the first decade of March 2021 (Pistoi, 2021).

There was no virologist on the committee and most of the 24 “experts” were appointed ad personam without any expertise in the field of viral infection.

Furthermore, the CTS with little or no experience said in January 2021 that keeping students on distance learning would cause them a serious impact on the psychological and personality side. Such a declaration resulting in national policies despite having no member experience in the fields of education, child psychology or neuropsychiatry (Elias et al, 2021).

According to a study published in Science by the Emory University of Atlanta, the coronavirus will take on an endemic character and its lethality, i.e. mortality of the infected, will end up settling around 0.1% below seasonal flu, therefore strong social distancing. it is not the solution, the lockdown, masks, closures, hunting for the infected, blaming the people … We pretend to persevere with this management of the emergency in the illusion of stopping a virus now ENDEMIC, asymptomatic in 90-95% of cases, and which could be effectively addressed, even when affecting the elderly, with prompt treatment (Lavine et al, 2021).

We have 90 to 95% asymptomatic positives. And positive asymptomatics are not contagious. Always. Who does not have the symptoms, who is not sick, cannot infect. It was stated by the “WHO”. So it makes no sense to lock everyone in the house. Who gets sick must be treated, simply. As I did following the dictates of Didier Raoult (Tarro, 2020a), for the people who came to me. As hundreds of doctors do using hydroxychloroquine, azithromycin, and healing people at home. For example, much fewer died in the center-south because they immediately used cortisone and heparin and avoided thrombus embolisms. People died because the correct drugs were not used (Palma et al, 2020, Trapanese et al, 2020). An example applies to everyone: they called me from Sicily because there was a 54-year-old sick man in Milan. The ambulance had come out, they had told him that there was no need for hospitalization. He had asked ” what should I do? Answer, Nothing, there is no therapy.

We have reached a lethality rate which, I repeat, is linked to the poor management of the emergency, to the wrong treatments, to intensive care places cut in recent years. Here to use hydroxychloroquine we had to wait for the State Council! One concept must be clear: Covid is cured.

Meanwhile, the elimination of all the absurd prophylactic rules imposed so far, such as the ubiquitous masks that in many countries have not been used for months. Then enough of the unreliable tampons scattered throughout the regions to put the “infected” in isolation and announce phantom “Covid outbreaks. We need a stable state-run contagion monitoring structure that aims to ascertain the level of immunity acquired (Tarro, 2020b). No more bargaining between experts to determine what to do. Instead, it is better to have a single epidemiologist in the health management of the emergency. Protect the categories at risk by ensuring the resumption of outpatient and home visits. Enough with media terrorism and enough with censorship. All the documentation relating to the emergency, including the medical records of the “deaths from Covid”, scientific studies, the reasons for the exclusion or insertion of drugs, contracts with pharmaceutical companies, must be made immediately available to Parliament, of researchers and the public.

Masks should be worn when needed. If there is spacing, you can also do without the mask, especially outdoors. The mask is used in indoor places or in rooms where there are contacts of less than one meter. They should not be abused, as they can become harmful to health in the long run. We are not all the same and we cannot impose their indiscriminate use everywhere ”. Only the infected must wear masks and must be careful with distances when they attend people at risk. But a mask cannot be imposed on children. At least up to 12 years. Hygiene rules must be respected carefully by everyone, with common sense. On the other hand, the use of masks under the age of six is ​​completely prohibited (WHO) since it could induce a functional “autism”, because there are three areas of the cerebral cortex in evolution based on associations and emotions that a child transposes at that age (Arantes de Araújo et al, 2020).

From a study published February 17 in The Lancet: “Clarifying the evidence on SARS-CoV-2 antigen rapid tests in public health responses to COVID-19”. RNA fragments can persist, even in the nasal cavity, for weeks after the infection has already been eradicated (so no viable virions persist within the body). This, together with cross-reactivity phenomena (positivity towards coronaviruses similar to Sars-Cov-2, linked to the use of high concentrations of the primer primer of the PCR is the basis of false positive PCR, which, therefore, do not represent the method reference for mass tracing (Doug, 2021). That the method for establishing the current yellow, orange and red zones by calculating the supposed “infected” is wrong; they are imposing confinements and closures absolutely useless from a health point of view.

The incidence of asymptomatic positive cases in Wuhan post-lockdown was very low (0.303 / 10,000) and there was no evidence that the cases identified as positive asymptomatic were infectious (Cao et al, 2020).

These observations allowed the authorities to decide to adapt prevention and control strategies in the post lockdown period. Further studies are required to fully assess the amount and actual cost of citywide screening for SARS-CoV-2 infection on the health, behavior, economy and social relationships of the population (Luisetto et al, 2020a, Luisetto et al, 2020b).

 

 

Prevention

It is really madness to continue with the hunt for the infected person to “isolate”, also because, Sars-Cov-2 (and its innumerable “variants”) being extremely contagious and not producing a stable immunity, like that of chickenpox, is on the way to becoming (or has already become) endemic in the population. And, of course, you can’t get rid of it with masks, lockdowns, closed schools, and social distancing. (Tarro, 2020c).

As attested by the few data made public by the pharmaceutical companies that produce them, the current vaccines do not guarantee a perennial immunity nor, even less, a “sterile immunity” to the vaccine that continues, therefore, to transmit the virus. They only promise to reduce the symptoms of the infection; symptoms that in 90-95% of the “infected” do not even manifest themselves. It would have been logical, therefore, that only the elderly were vaccinated in whom the onset of Covid represents a real danger. If seniors over 80 had been vaccinated in January as originally planned, there would have been no 500 deaths per day. Instead, a mass vaccination has been chosen which – in addition to multiplying the risks, inevitably associated with vaccines – will not guarantee even temporary herd immunity.

So we need to completely change the unsuccessful management of the Covid emergency which has been going on for a year now. What could be a new, effective health strategy is needed. For example, the elimination of all the absurd “prophylactic rules” imposed so far. Prophylactic measures that, on the other hand, the millions of hypochondriacs that the lockdowns have managed to create now consider “normal”. Like the ubiquitous “masks” that, in many countries, such as Russia for example, have not been used for months. In Italy, on the other hand, not only are those who do not cover their noses with a mask as a “greaser”, but they continue to praise rulers who today announce new ironclad lockdowns to “save the Easter holidays”, forgetting what they were the Christmas holidays. (Tarro, 2020d). Meanwhile, instead of the unreliable tampons disseminated without any criteria by the Regions to put the “infected” in isolation and announce phantom “Covid outbreaks”, a stable state-run contagion monitoring structure that aims to ascertain the level of acquired immunity . According to the European Center for Disease Control ECDC, PCR is reliable for up to 24 cycles – for example, swabs have been amplified with between 35 and 41 cycles, making them 90% unreliable. The infections of COVID-19 in Italy would be two thirds less than those reported. The suspicion was launched by a very popular broadcast of 27-2-2021 on TV Le Iene. The Istituto Superiore di Sanità (ISS) has the task of validating the results of the coronavirus positive swabs. According to a report by the ISS President in an internal meeting, two thirds of the swabs supposedly positive would have been negative. Then, an end to the deresponsibilizing bargaining between “experts”, committees, Regions, and the Government to determine what to do; better, instead, a single epidemiologist in the health management of the emergency. In addition, a real protection for the categories at risk ensuring, above all, the resumption of home and outpatient visits. Enough, then, with media terrorism and the expulsion of critical opinions. And enough with censorship: all the documentation relating to the emergency (for example: the medical records of the “deaths from Covid”, the scientific studies that support the management of the emergency, the reasons for the exclusion / inclusion of drugs or therapies, or contracts with pharmaceutical companies) must be made immediately available to Parliament, researchers and the public (Liusitee et al, 2021°, Luisetto et al, 2021b).

However, I am not under the illusion that, without a great movement of opinion, these measures can be adopted soon. Also because today people have been reduced to believing that if the lockdowns do not work, the fault lies with some unfortunate person who indulges in the nightlife and accepts what Antony Fauci said, namely that, even with vaccinations, we will have to wear a mask at the open at least until 2023.

 

 

Genetic Variants of COVID-19

There are currently three major genetic variants of COVID-19. these mutations typically arise when the virus is subjected to selective pressure by antibodies that limit but do not eliminate viral replication. the specific antibodies, which neutralize the virus, are still able to act on the viral “spike” protein, despite the sequence changes of the viral nucleic acid being present in the D614G variant, as in the other subsequent ones that have the purpose of allowing survival of viral particles (Moore, Offit, 2021).

In August 2020, another variant began to spread in the United Kingdom; often referred to as the “English variant”, but labeled as B.1.1.7. This variant is now isolated in many nations including the United States, the sequence of the protein S variation is called N501Y and appears to increase the transmissibility of COVID-19. Recent studies have shown that Pfizer BioNtech and Moderna messenger RNA vaccinates are protected by antibodies neutralizing the new variant. However, other laboratory studies at Rockefeller University have shown the reduction in the efficiency of messenger RNA vaccines on antibodies that neutralize the virus. In conclusion, these observations allow us to know that there is the possibility of a decreased effectiveness of specific antibodies for the virus, and suggest that we can carry out a modulation of vaccines capable of coping with the new viral variants with the addition of new neutralizing antibodies (Haghen, 2021).

Another variant now circulates in Southern California CAL20C with a gene sequence called L452Y which appears to act very similarly to the English variant.

Unfortunately, there is a new variant identified in South Africa, N501Y.V2 (or B.1.351). At the genetic level, the African variant has greater sequence changes than both D614G and the English one. This “African variant” is of greater concern because the new genetic sequences are closer to the viral pick-up that binds to the ACE2 receptor of human cells to penetrate and thus infect them. Since the sequence variation of the virus is close to the cellular entry “key”, the specific antibody may fail to neutralize the viral component that allows cell penetration.

Finally, another variant with the same properties as the South African one has been identified in Brazil, the spread of which we are now beginning to know.

An RNA messagere vaccine may induce modification on cell DNA?

Yes, by transcribing the viral sequences integrated into the genome by means of a reverse transcriptase (t.i.) of the cells or a t.i. of an HIV and these DNA sequences can be integrated into the cellular genome and their expression was induced with COVID-19 infection or cytokine exposure in cell cultures suggesting a molecular mechanism for COVID-19 retro-integration in patients (Zhang et al, 2020).

 

 

SARS-CoV-2 Vaccines

The AstraZeneca and Reithera vaccines consist of an adenovirus vector of the coronavirus spikes. AstraZeneca uses a chimpanzee virus, while Reithera uses a gorilla virus. The adenoviruses used are not contagious, the protection time is not yet known.

The mechanism by which the vaccine acts is to stimulate the production of specific antibodies for itself, in order to neutralize the biological effect, i.e. contagion and pathological effect, on the host organism. The most traditional vaccines are the Chinese and Indian ones, with the virus deactivated, but also the vaccine produced by the Russians uses an adenovirus as a vector containing the instructions to produce the “spike” glycoprotein that allows the virus to bind to human cells, which it will later use as a copiers to create new copies of himself. Our immune system learns to recognize the protein of the “hybrid” and less aggressive virus, preserving the memory of the agent encountered.

The technique of injecting not a virus but fragments of messenger RNA (mRNA) consists in using a molecule mirroring the DNA of the virus for the production of proteins constituting the viral particle which has the aim of inducing the “spike” glycoprotein of the coronavirus, which it is used for the ACE2 receptors of target cells in order to produce these antigens in our cells through the information of the mRNA. The production of specific antibodies such as immunoglobulins towards these specific viral antigens is then stimulated to establish the immunity of the vaccinated subject. It is therefore a new gene therapy, never used before, based on a molecule that contains the instructions for the synthesis in the human body of new proteins which should allow to better resist the attack of the same virus.

We know that in the case of a viral infection that infects the antibody-producing lymphocytes, new human proteins called transcription factors are synthesized. In other words, certain regions of the virus genome bind to the genome of human cells. This viral union with human transcription factors modify the expression of nearby viral genes. It has recently been seen that a mechanism is put in place to activate some associated human genes that predispose to the risk of autoimmune diseases, such as lupus, multiple sclerosis, rheumatoid arthritis, inflammatory bowel diseases, type 1 diabetes , juvenile idiopathic arthritis and celiac disease.

Finally, Peter Doshi’s editorial in the British Medical Journal is based on a careful analysis of the reported clinical data and is worth more than a work presented for its publication. Infection of the population is more widespread than one might think, which is why we can speak of herd immunity as a goal of the epidemic and vaccination (Doshi, 2021).

Looking ahead, the new COVID vaccine methodology may benefit cancer and multiple sclerosis research, but not now.

 

Obviously the main problem of the existence of these viral variants concerns the vaccine response, for example at the National Institute of Health they have shown that the antibodies induced by the Moderna messenger RNA vaccine are one sixth active against the South African variant. On the other hand, messenger RNA vaccines are capable of inducing both cytotoxic T cells and specific T helper cells that are involved in protection against the virus.

In any case, while acknowledging the lower sensitivity of the South African and Brazilian variant with regard to sensitivity to neutralizing antibodies, messenger RNA vaccines remain valid. On the other hand, the same observation was made with inactivated vaccines developed in China and India. On the other hand, there are not enough data to know the efficacy of human or monkey adenoviral vector vaccines (AstraZeneca, Johnson and Johnson/Janssen and the Russian Sputnik V) or for the recombinant proteins of Novavax (USA) and Sanofi (GSK).

The variants also become less susceptible to neutralizing monoclonal antibodies produced in the laboratory and used pharmacologically.

The same alterations that change the shape of protein S (spike) and are capable of distorting the site to which neutralizing antibodies bind, have been shown to render monoclonal antibodies ineffective for the English variant and in particular for the South African one. Therefore, the new monoclonal antibodies authorized by the American Food and Drug Administration (FDA) must be able to neutralize these viral variants as well.

protection induced by the Pfizer-BioNTech vaccine according to a new Israeli study carried out by the University of Tel Aviv and the Clalit institute, not yet peer-reviewed. In Israel, the Pfizer vaccine is used almost exclusively to vaccinate millions of citizens (very few doses of Moderna have circulated).

The spread of variants (in particular the South African and the Brazilian that have the E484K mutation in common, capable of partially evading vaccine protection) worries governments around the world. So much so that the pharmaceutical companies have already moved and are studying a “third dose” precisely to increase protection against the most insidious variants. In fact it always seems more likely the hypothesis that periodic recalls are necessary, especially among the elderly, the more fragile population, as is already the case with the flu.

Having a 95% effective vaccine like Pfizer does not mean that 5 out of every 100 people will get sick. The efficacy figure relates to individual protection and is a probabilistic figure. If the vaccine is 95% effective, each individual who completes the vaccination course with that product is 95% less likely to be infected each time they are exposed to the virus than an individual who is not vaccinated.

We must be very attentive to the development of the ADE phenomenon. It is an inflammatory amplification of the response derived from the antibodies (Isoplexis, 2020). Therefore, inflammation due to antibodies increased exponentially, or when there is reproduction of antibodies on a substrate that already has antibodies. In summary, if one has had COVID, even realizing it, but especially the famous asymptomatic ones, it determines an amplification of the antibody response (Gattinger et al, 2021).

According to British Government data, after 20 million people vaccinated there were 502 deaths, 87387 reactions and 43 blind medically, there was be no difference between Pfizer/BioNtech and Astrazeneca vaccines – 0.00251% of people death (Amorosi, 2021). Cases that received a COVID-19 vaccine caused the virus to be passed on to others and should continue to follow lockdown rules, British medical office deputy chief Van-Tam said (Van-Tam, 2021).

Use of the Johnson & Johnson covid-19 vaccine has been suspended in the United States after six people experienced blood clots, out of 6.8 million who received the vaccine in the country. The cases appear to be similar to the rare blood clots seen in recipients of the Oxford/AstraZeneca vaccine, which has led some countries to restrict its use (Luisetto et al, 2021c, Luisetto et al, 2021d).

Blood clot syndrome involves an unusual type of clot, often one that forms in the brain – called cerebral venous sinus thrombosis or CVST – coupled with low levels of platelets, small particles in the blood that join together to form clots.

It has mainly been seen in people under 60 and more often in women than men. But the gender difference could be due to the fact that more women have been vaccinated, as they include more health care workers and nursing home staff. In an analysis of 79 cases in the UK seen after the Oxford/AstraZeneca jab, they occurred with equal frequency in men and women, says Munir Pirmohamed, chairman of the UK Commission on Medicines for Men. The overall rate was four cases per million people who received the vaccine in the UK.

It is not known why young people seem more at risk, but the age distribution is partly why some countries have said that this vaccine should only be given to those over a certain age. The other reason is that older people are more at risk from covid-19 itself, so the benefit of the vaccine should outweigh the risk.

The six cases of CVST recently reported in Johnson & Johnson vaccine recipients, one of them fatal, were all in women between the ages of 18 and 48.

Johnson & Johnson announced today that it will delay the European launch of its product. “We have worked closely with medical experts and health authorities and strongly support the open communication of this information to healthcare professionals and the public,” the company said in a statement.

What could be causing the clots? In the Oxford/AstraZeneca cases, many of those affected have tested positive for antibodies that bind to a molecule released by platelets, called platelet factor 4 or PF4. The vaccine can somehow trigger the production of these antibodies, which cause smaller blood clots to form and which can consume platelets, says Andreas Greinacher of the University of Greifswald in Germany. It resembles a syndrome in which similar antibodies can be activated by treatment to thin the blood heparin, says Greinacher, who is an expert on the side effect of heparin.

 

Conclusion

We have seen the importance of the use of monoclonal antibodies to neutralize the COVID-19 infection (Tarro, 2020e), also in this field, the health care Italy has not been up to the situation on their use linked to bureaucracy and inefficiency as we had already seen for the use of serotherapy (Tarro, 2020f, Tarro, 2021). Antivirals such as Remdesivir have finally found space, although there has been no determination of the use of chlorine dioxide in antiviral treatment as in Central South America (Insignarse-Carrione et al, 2021).

The effect of Ivermectin has also been recognized as effective in resolving symptoms among adults with mild disease, like the drug found by the Israelis (Lòpez-Medina et al, 2021).

Israel is experimenting with a drug against Covid which, at first results, is declared effective over 90%. The Israeli press writes it. The Ichilov Medical Center in Tel Aviv has successfully completed phase one studies of the research project on this new medicine, which is giving very encouraging responses.

The medicine has helped numerous moderate to severe Covid patients recover from the disease quickly. The hospital announced that the substance, Prof. Nadir Arber’s EXO-CD24, was administered to 30 patients whose conditions were moderate or severe, and all 30 recovered, 29 of them within 3-5 days.

The medicine fights the cytokine storm, a life-threatening immune reaction to coronavirus infection that is believed to be responsible for most of the deaths associated with the disease. It uses exosomes, tiny sac-like particles that carry materials between cells, to deliver a protein called CD24 to the lungs.

“This protein – Shiran Shapira from Arber’s laboratory explained to the press – is found on the surface of cells and has a well-known and important role in regulating the immune system, helping to calm the system and curb the storm”.

Arber explained that the preparation is inhaled once a day for a few minutes, for five days, and reaches the lungs directly. In this way, unlike other preparations, the Israeli cocktail is administered locally and does not involve side effects, also because it does not operate on a broad spectrum. The drug will now move to further stages of testing, but doctors are talking about a possible turning point in the fight against Covid-19.

For the director of the Ichilov research center, Roni Gamzu who was also head of the government coronavirus team, the research “is advanced and sophisticated and could save coronavirus patients. The results of the phase 1 trial are excellent and give us confidence in the method that researchers have been studying in our laboratory for many years”.

American pharmaceutical company Pfizer, which makes the most sought-after COVID vaccine, is also testing an oral drug, a protease inhibitor.

This was announced in a note by the same American pharmaceutical company which clarified that “the clinical candidate is an oral antiviral (PF-07321332), a SARS-CoV2-3CL protease inhibitor, which has shown a potent antiviral activity in vitro against SARS. -CoV-2, as well as activities against other coronaviruses, suggesting a potential use in the treatment of COVID-19 and potential use to address future coronavirus threats”.

Protease inhibitors have been effective in the treatment of other viral pathogens such as HIV and the hepatitis C virus, both alone and in combination with other antivirals. Currently commercialized therapies that target viral proteases are generally not associated with toxicity and as such, this class of molecules can potentially provide well-tolerated treatments against COVID-19.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Conflict of Interests

The author  has  no  conflict  of  interests  to declare.

 

 

 

Acknowledgments

The author thanks for their support: Foundation T&L de Beaumont Bonelli for Cancer Research Napoli – Italy, www.fondazione-bonelli.org.

 

 

 

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