Sarà un senso di colpa? Una strategia di mercato alternativa? O cosa?
La notizia è questa. La regina di Big Pharma, l’americana Pfizer, primatista assoluta nella corsa al vaccino anti covid, sta testando un farmaco orale per la cura del coronavirus. Per la precisione, si tratta del “candidato clinico PF-07321332”, un potente inibitore della proteasi che si sarebbe dimostrato molto efficace nell’attività antivirale contro Sars-CoV-2.
Una notizia per certi versi sconvolgente, dal momento che gli scienziati di “regime” fino ad oggi sono stati uniti & compatti nel proclamare i vaccini come unica strada da battere per sconfiggere la pandemia. Tutto il resto è ‘monnezza’, perdita di tempo, roba inutile: come, per fare un esempio su tutti, l’utilizzo dell’idrossiclorochina, su cui si è scatenata l’anno scorso per mesi una polemica senza fine.
Caldeggiata dallo scienziato francese Didier Raoult, direttore dello storico presidio per la cura delle malattie infettive di Marsiglia, e poi da decine e decine di medici di famiglia, l’idrossiclorochina è stata totalmente osteggiata dall’AIFA – la potente associazione italiana del farmaco che detta legge nel campo – poi bocciata dal Tar, fino a che il 12 dicembre 2020 una ordinanza del Consiglio di Stato l’ha clamorosamente riconosciuta come un efficace strumento di lotta contro il covid, un farmaco da usare subito, al primo insorgere dei sintomi.
Dei farmaci anti covid però (non solo idrossiclorochina, ma anche lattoferrina, vitamina D, cortisonici e altri preparati che si possono trovare in tutte le farmacie a prezzi ridicoli), in quanto cura essenziale cui ricorrere subito, in Italia è vietato parlare. Come documenta con abbondanti dettagli e un ponderoso bagaglio scientifico “Il Diario della Pandemia”, scritto da una coraggiosa giornalista d’inchiesta, Serena Romano.
Cosa succede ora? Pfizer sta testando un farmaco, da usare non a scopo preventivo, ma al primo insorgere dei sintomi. Proprio come l’idrossiclorochina, ed ugualmente sotto rigoroso controllo medico.
Visto che Pfizer ha investito in modo massiccio sui vaccini anti covid, e tenuto conto che una valanga di utili è già prevista per questo 2021 (intorno ai 15 miliardi di dollari), quanti soldi verranno stanziati per il nuovo farmaco antivirale? Le briciole, o qualcosa di più?
Nel mondo di Big Pharma, comunque, la notizia non è stata presa bene. In qualche modo, la quanto meno anomala decisione di Pfizer rischia di rompere il granitico muro fino a questo momento eretto dalle star dei vaccini (non solo quelle che hanno già lanciato il loro prodotto, ma anche quelle che ci stanno ancora lavorando) e dalla scienza di ‘regime’, uniti nel loro credo: solo e unicamente i vaccini per battere il Covid e tutte le sue varianti. Senza se e senza ma. Il resto – le cure, i farmaci – vada a farsi fottere. E chissenefrega della salute dei cittadini.
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