Perfino la prestigiosa rivista scientifica ‘Nature’ scopre tutte le magagne del ‘Comitato Tecnico Scientifico’ che ne sta combinando di cotte e di crude ormai da un anno nel nostro Paese sul fronte del contrasto (?) al Covid.
Ecco le più macroscopiche carenze sottolineate dall’autore del pesante j’accuse, il biologo molecolare Sergio Pistoi: che ha anche interpellato il coordinatore del CTS, Agostino Miozzo, il quale “non ha risposto alle richieste di commenti di Nature Italy”.
Si comincia dalla struttura stessa del CTS, nella cui compagine non figura nemmeno un virologo. Ed agisce, il CTS, “in campi nei quali non ha competenza”. Come inizio non c’è male.
Una delle accuse più gravi: non aver tenuto in alcun conto i pareri espressi dai migliori centri italiani di ricerca clinica e biotecnologica, che proponevano di aumentare la capacità diagnostica, sfruttando il potenziale di ricerca dei loro centri. Mai una risposta alle frequenti sollecitazioni è arrivata dal CTS, che ha dimostrato una totale, incomprensibile e inconcepibile autoreferenzialità.
Un altro pesante capo di imputazione: aver secretato tutti i documenti prodotti. Un’accusa che solo pochi hanno avuto il coraggio di rivolgere anche al governo Conte 2, che ha risposto balbettando: ossia rendendo pubblici solo pochi, selezionati documenti. A dimostrazione del fatto che gli italiani sono stati tenuti totalmente all’oscuro di quanto governo e CTS decidevano sulla loro salute!
Vicenda tamponi. Anche su questo fronte l’azione del CTS si è dimostrata del tutto inadeguata, non avendo allestito alcuna strategia degna di questo nome. Emblematica la vicenda raccontata più volte da Antonio Mazzeo sul suo blog: il dirottamento di ingenti quantitativi di tamponi prodotti da un’azienda bresciana negli Stati Uniti, quando da noi scoppiava la pandemia.
L’autorevole rivista britannica, quindi, accusa il CTS di aver creato una gigantesca confusione sul delicato tema degli ‘asintomatici’, sostenendo, di volta in volta, tesi contrapposte.
Eccoci al alcuni passaggi salienti dell’articolo.
“Il CTS a volte ha fornito indicazioni su argomenti in cui i suoi membri hanno poca o nessuna esperienza”. Un autentico ceffone.
“Meno della metà dei suoi attuali membri sono nominati a titolo personale, mentre gli altri sono responsabili di istituzioni sanitarie e nominati d’ufficio al CTS. Solo due membri hanno una chiara esperienza nel campo delle nanotecnologie, ma in campi estranei alle malattie infettive”.
Ancora. “Una ristretta gamma di competenze nel CTS può essere una delle ragioni alla base di tali decisioni. Il pannello ha figure di livello mondiale in pneumologia, malattie infettive, gerontologia ed epidemiologia, ma manca di aree critiche di competenza nella diagnostica molecolare, nella virologia molecolare e nello screening ad alto rendimento”. Competenze che invece sono ben presenti negli organismi allestiti dagli altri paesi europei e non solo.
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