L’Italia è pronta ad ospitare le nuove bombe pret a porter in arrivo dagli Stati Uniti. E nello stesso periodo la nostra spesa militare subirà un’impennata, passando dagli attuali 26 miliardi a 36 miliardi di euro l’anno.
Alla faccia del Covid e di tutti gli impegni governativi in tema di salute pubblica e ripresa dell’economia!
Ecco i fatti.
Lo scorso 25 agosto è stato effettuato un importante test nucleare nel deserto del Nevada, al poligono di Tonopah. Si è trattato di vere e proprie prove di attacco nucleare: un caccia Usa F-35 che vola a velocità supersonica a 3000 metri, ha lanciato una bomba nucleare di tipo B61-12, conservata nella stiva interna del velivolo.
Ha una gigantesca capacità distruttiva, la bomba B61-12, dotata di una testata nucleare con quattro opzioni di alimentazione selezionabili al lancio a seconda dell’obiettivo da colpire. Può penetrare nel sottosuolo, esplodendo in profondità per distruggere i bunker dei centri di comando nemici.
Il programma del Pentagono prevede la costruzione di almeno 500 bombe di questo tipo, con un costo che si aggira sui 10 miliardi di dollari.
La produzione avrà inizio tra meno di un anno, il primo ottobre 2021.
Non si sa ancora quante bombe verranno schierate dagli Usa in Italia, in Belgio, in Olanda e in Germania per sostituire le B61.
Sono in corso, nelle nostre basi militari di Aviano e di Ghedi, dei grossi lavori di ristrutturazione, proprio in vista dell’arrivo del futuro arsenale nucleare.
Tutti i missili saranno puntati contro la Russia, tanto per far capire la politica intimidatoria che intendono continuare gli Stati Uniti nell’era di Joe Biden. E l’Italia, da serva sciocca, finisce per essere il solito vaso di coccio tra vasi di ferro.
Come detto, la spesa militare nel contempo crescerà in modo sensibile, lievitando addirittura a 36 miliardi di euro l’anno, soldi prelevati (e quindi sottratti ad altro uso) nientemeno che dal Fondo per la Ripresa. Per la serie: niente aiuti alle imprese, al commercio, alle partite Iva. Disco verde, invece, alle spese militari!
Tutto ciò significa, con ogni probabilità, che l’Italia respingerà il recente Trattato Onu sull’abolizione delle armi nucleari.
Su questi temi l’onorevole Sara Cunial, ex 5 Stelle passata al gruppo Misto, ha rivolto un’interrogazione parlamentare al premier Giuseppe Conte e ai ministeri della Difesa e degli Affari Esteri, chiedendo se “il governo intende rispettare il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari, ratificato dall’Italia nel 1975; intende il governo firmare e ratificare il Trattato delle Nazioni Unite sull’abolizione delle armi nucleari che entrerà in vigore nel 2021? Il governo intende garantire, sulla base di quanto stabilito da questi trattati, che gli Stati Uniti rimuovano immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinuncino a installare le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari?”.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
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