KENNEDY / LA LOTTA MORTALE CONTRO IL “DEEP STATE”

I veri motivi alla base dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.

Su quella tragedia mai fino in fondo spiegata con l’individuazione dei veri mandanti dell’omicidio di Dallas, ora esce un nuovo volume, in grado di piazzare dei significativi tasselli nel puzzle di un giallo che ha appassionato gli Stati Uniti e il mondo intero per anni.

Ecco il titolo che parla da solo: “JFK’s War with National Security Establishment – Why Kennedy was assassinated”.

Ne è autore Douglas P. Horne, laureato all’Università dell’Ohio, storico, per anni in servizio alla Marina americana e adesso consulente del Dipartimento di Stato.

Douglas P. Horne e, in basso, il suo libro. In apertura John Kennedy

Con le carte in regola per ricostruire i meccanismi e la dinamica di quell’omicidio che più di Stato non si può, visto il pieno coinvolgimento dei servizi segreti e delle forze di (presunta) investigazione, dalla CIA all’FBI, quelli che Horne etichetta come “National Security Establishment”.

Tanto più perché lo storico a stelle e strisce dirige una importante collana di informazione e documentazione: “Inside the assassination Record Review”, che ha già realizzato cinque volumi sugli omicidi eccellenti. E, of course, sempre di Stato.

Uno dei temi base dell’ultima opera ruota intorno ai fortissimi contrasti insorti tra Kennedy ed i vertici della CIA, ed in particolare il capo di allora, Allen Dulles, che il presidente cacciò nel 1962. Nei programmi di Dulles e dei suoi eccellenti sodali c’era l’aggressione dell’Urss, e per questo venne organizzata la sceneggiata della Baia dei Porci, coinvolgendo Cuba, tanto per colpire meglio il nemico sovietico.

Il capo della Casa Bianca capì la connection che veniva organizzata alle sue spalle, riuscì a liberarsi del guerrafondaio Dulles annunciando: “spaccherò la CIA in mille pezzi e li butterò al vento”.

Naturalmente quei potenti servizi (e quel “Deep State” allora nascente) se la legarono bene al dito e, a questo punto, il Presidente “Doveva morire”: come, per fare un solo esempio, è successo tanti anni dopo con Aldo Moro, la cui “fine” è stata decisa dalla stessa CIA (la Voce ha dettagliato in tante inchieste).

Ma anche il precedente capo della Casa Bianca, Dwight Eisenhower, era entrato in rotta di collisione con il fratello del numero uno della CIA, John Foster Dulles, per un altro caso internazionale bollente, quello del canale di Suez.

I recensori del fresco volume firmato da Horne fanno notare alcune analogie con le attuali guerre ingaggiate da Donald Trump contro quell’Establishment. Visti i licenziamenti operati nei confronti del capo CIA John Brennan e quello dell’FBI James Comey. E i rapporti certo non brillanti con l’attuale vertice della stessa CIA, Gina Haspel.

Ne succederanno ancora di tutti i colori da oggi al fatidico giorno delle elezioni per la Casa Bianca?

 


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