Nel capitolo pandemia, delle oltre 800mila vittime e dei 24 milioni di positivi al Covid-19, si iscrive la dislessia collettiva dei negazionisti, in larga parte imputabile a incosciente ignoranza, ma, quel che è peggio, in misura rilevante all’ignobile intenzione di certa politica degenere di far intendere alle collettività che il coronavirus non esiste, invenzione di virologi e istituzioni sanitarie al servizio di governi che userebbero la paura per gestire il potere. L’Italia (250mila positivi, 35mila deceduti) non è esente da questa schizofrenia a cui si deve l’intemperanza di adulti e soprattutto a giovani che del negazionismo si sono opportunisticamente appropriati per trasgredire al protocollo sicurezza. Sono da mostra itinerante le mille immagini di assembramenti, movide, comizi, privi delle precauzioni fondamentali per impedire la diffusione del contagio: le più scandalose si devono all’ondivago Salvini, funambolo da camicia di forza, che raramente ha invitato alla prudenza e giorno dopo giorno ha radunato seguaci senza rispettare distanza di sicurezza e si è concesso a migliaia di selfie privo di mascherina come i suoi fan. Negazionismo, altrettanto se non più colpevole, anche di un virologo da espellere dall’ordine dei medici, ma l’elenco degli ‘untori’ irresponsabili ingloba i potenti del mondo (Trump, Johnson, Bolzonaro), gente italica in vista (il celebre tenore Bocelli, in empatia dichiarata con la Lega, Flavio Briatore, prima di essere contagiato, al pari di decine di dipendenti e clienti del Billionaire, il comico Massimo Boldi. Poteva mancare il guitto Vittorio Sgarbi? Da sindaco di Sutri minaccia di multare chi indossa la mascherina! Non sono da meno i ‘contagisti’ assembrati nelle discoteche, in spiagge gremite. Nel mondo, fra tanti che hanno negato, anche il famosissimo tennista serbo Djokovic, che organizzato un torneo in Croazia, divenuto micidiale focolaio, ha contratto il Covid insieme alla moglie; il cantante Miguel Bosè, che ha perso la madre per il coronavirus; Carla Bruni, che ha colpevolmente snobbato il rischio contagio. Strano pianeta questo della pandemia: lo scetticismo, di chi non intende rinunciare a nulla, mobilita migliaia did inglesi, francesi, tedeschi, in piazza per protestare contro le misure restrittive, che se rispettate rigorosamente, possono impedire seconde fasi della pandemia e di conseguenza repliche del micidiale countdown.
Scontri negli Usa, un morto a Portland. Ai poliziotti dal grilletto facile si uniscono, incoraggiati da Trump e da alcuni suoi importanti sostenitori i delinquenti, che nel ruolo di giustizieri imbracciano fucili e pistole, sparano contro i manifestanti antirazzisti. È dunque inappropriato il titolo ‘scontri’ proposto da internet per raccontare l’omicidio di un manifestante antirazzista, ucciso con un colpo d’arma da fuoco al petto, quasi certamente da un suprematista o nella peggiore delle ipotesi da un poliziotto. È accaduto nel centro di Portland. A caldo, ma non c’è, sarebbe più che opportuno un commento della Melanie Trump, che, a sostegno del marito razzista, anziché denunciare le violenze di polizia e suprematisti ha invitato gli americani a un’impossibile unità, nella speranza di conquistare voti dei democratici per il tycoon.
Nella Russia di zar Putin, che elimina il dissenso con la carcerazione immotivata e se non basta con il veleno, l’esercito, lo dice il leader maximus è pronto a intervenire per stroncare con le armi la contestazione popolare del dittatore bielorusso Lukashenko, in carica per clamorosi brogli elettorali (smentiti in mala fede da Putin), non meno colpevole di liberarsi degli avversari con metodi violenti: cinquanta giornalisti locali in carcere, ritorsioni illegittime nei confronti di reporter stranieri, corrispondenti di agenzie internazionali espulsi. Intanto restano serie le condizioni di Alexej Novalny, avvelenato come altri ‘scomodi’ dal regime di Lukashenko.
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