Il governo Conte è deciso ad andare fino in fondo nel tentativo di secretare atti & documenti elaborati dal suo Comitato Tecnico Scientifico, guidato dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Una autentica vergogna di Stato. Che fa tutt’uno con la Strage altrettanto di Stato che ha accompagnato i tragici giorni della pandemia, come ha denunciato a chiare lettere il gruppo degli “Eretici” riunitosi nei giorni scorsi per due audizioni, una al Senato e l’altra alla Camera.
Perso il ricorso davanti al TAR del Lazio, infatti, il governo ha deciso di presentare subito ricorso al Consiglio di Stato.
Cosa era successo?
I legali della Fondazione Einaudi – come ha dettagliato alcuni giorni fa la Voce in un servizio che potete leggere linkando in basso – hanno presentato un esposto denuncia al Tar del Lazio, accusando il governo di aver apposto nientemeno che il segreto di Stato su quanto prodotto dal CTS negli ultimi mesi. Atti e documenti di chiaro interesse pubblico, perché concernenti la salute di tutti gli italiani.
E invece incredibilmente “secretati” dal governo, come in genere si fa solo in caso di guerra.
Ai confini della realtà.
Il ricorso dei legali della Fondazione ha avuto successo, con una sentenza ampiamente motivata dal Tar che sottolinea il carattere “pubblico” della materia, e certo non secretabile.
Ma di tutta evidenza l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte intende procedere come un carrarmato. Non solo prorogando le misure di emergenza fino a metà ottobre e quindi calpestando quel che resta della libertà degli italiani e i pochi stracci di democrazia rimasti sul campo. Ma adesso anche impugnando la sentenza del Tar, non fosse altro che per perdere tempo e far calare le nebbie su quei documenti “bollenti” che significano la vita degli italiani.
Ecco cosa affermano, allibiti, alla Fondazione. Secondo l’avvocato e consigliere Andrea Pruiti Ciarello, “è grave aver fatto l’appello perché dimostra che il governo non è disponibile ad essere trasparente su atti così importanti. Atti che hanno compresso i diritti e le libertà costituzionali per i cittadini come mai nella storia della repubblica”. L’invito della Fondazione è quello di ritirare il ricorso e così “consentire ai cittadini di giudicare le scelte dell’esecutivo”.
Il presidente della Fondazione, Giuseppe Benedetto, sostiene: “Avremmo auspicato e abbiamo sino all’ultimo sperato in un gesto di grande eleganza e di sostanza democratica da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, che di fronte a una sentenza del giudice amministrativo avrebbe potuto adempiere senza proporre appello e invece insiste in una linea che appare di retroguardia”.
Nel corso dell’incontro promosso da L’Eretico sia a Montecitorio che a palazzo Madama, uno degli animatori, il magistrato Angelo Giorgianni, non ha avuto peli sulla lingua nell’affermare che “siamo di fronte ad una vera e propria strage di state e ad un golpe che ha privato e continua a privare gli italiani dei minimi principi di libertà e democrazia. Si tratta di veri e propri omicidi di stato, dei quali si dovrebbe interessare il tribunale internazionale dell’Aja”.
Parole dure come pietre. Che fanno totalmente a pugni contro le reiterate, inutili (anzi dannose) esternazione del Presidente-Mummia, Sergio Mattarella, che non perde l’occasione per star zitto ed evitare
una montagna di sciocchezze. Ieri con le solite, stucchevoli parole sulle stragi di stato – anche lì – di Bologna e di Ustica: perché invece di invocare al solito una giustizia che non esiste, non parla delle vergognose “non inchieste” e degli ormai consueti depistaggi?
Poi oggi: con l’allarme pandemia e la litania che il virus è ben vivo e vegeto: tanto per seguire lo sgangherato coro dei saltimbanchi delle Provette, gli scienziati farlocchi alla Roberto Burioni.
Nella foto Angelo Giorgianni
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.