Latte artificiale per neonati e bambini, che cuccagna.
Un business che a livello internazionale entro il 2026 supererà il top dei 100 miliardi di dollari l’anno, praticamente il doppio di oggi, con le ultime cifre 2018 attestate a quota 45 miliardi.
Crescita esponenziale soprattutto negli Stati Uniti, dove il 60 per cento delle madri “non allatta al seno per tutto il tempo che intende” e quindi fa ricorso al latte artificiale in modo sempre più massiccio.
E negli Usa brilla sempre di più una star del settore, una start up che sta facendo la sua fortuna. Una fortuna che ha un nome e un cognome ben precisi: Bill Gates.
La baciata dal destino si chiama Biomilq, una società biotecnologica che ha appena raccolto 3 milioni e mezzo di dollari per sviluppare latte materno coltivato in laboratorio. E andando, quindi, a coprire un diffuso desiderio delle mamme a stelle e strisce: conservare un tocco di natura, con la opportuna correzione artificiale.
A raccogliere i fondi provvede un fondo costituito cinque anni fa da Gates, Breakthrough Energy Ventures. Ma si sono rimboccati le maniche non pochi miliardari a stelle e strisce, impegnati per “far avanzare le innovazioni energetiche”. Nomi del calibro di Jeff Bezos, Michael Bloomberg, Richard Branson, George Soros e Mark Zuckerberg, la crema della finanza statunitense.
Ecco cosa scrive il sito creato da Robert Kennedy junior, ossia Children’s Health Defense: “Le due cofondatrici di Biomilq confessano di essere ‘al settimo cielo per l’enorme potenziale’. Una delle due è uno scienziato del cibo – fresco di lavoro alla General Mills e alla Gates Foundation (dove ha studiato proteine a base vegetale) – mentre l’altra è un biologo cellulare. Sul sito web è presente anche un ‘consulente’, che è anche consulente della Rockfeller Foundation Food Initiative”.
A livello internazionale, il colosso Nestlè rimane uno dei tre principali fornitori di latte artificiale per bambini e il mercato del latte artificiale per neonati è in continua espansione.
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