REGNO UNITO / CONTAGI FINITI, DIFFICILE TESTARE I VACCINI

Incredibile allarme al contrario dei ricercatori britannici sul fronte del coronavirus.

Il livello di contagio, infatti, sarebbe ora così contenuto che risulta molto difficile sperimentare i vaccini. Motivo per cui “occorre considerare l’ipotesi di infettare deliberatamente i volontari con il virus per vedere se il vaccino fa effetto e li protegge”.

Una sfilza di pareri da parte di illustri scienziati è stata raccolta dall’inglese Telegraph.

Ne viene fuori un quadro del tutto inedito.

Esordisce il quotidiano: “Il professor Adrian Hill, direttore del Jenner Institute dell’Università di Oxford ha affermato che il virus in rapida scomparsa sta creando problemi. Se i volontari non lo prendono, gli scienziati non possono provare che il vaccino fa la differenza”.

A questo punto, prosegue Hill, “la sperimentazione su 10 mila britannici potrebbe fallire e produrre nessun risultato perché il virus sta scomparendo nel Regno Unito”.

Commenta il Telegraph: “Il virus circola a bassi livelli. Circa lo 0,25 per cento della popolazione è attualmente infetto e questo diminuirà ulteriormente se il blocco continua a funzionare. La preoccupazione è stata espressa anche dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, il secondo contendente al vaccino britannico che non è ancora in fase di sperimentazione clinica”; il primo è il colosso farmaceutico AstraZeneca, proprio in partnership con l’Università di Oxford.

Prosegue il quotidiano: “Il dilemma sta portando gli scienziati a considerare l’idea di infettare deliberatamente i volontari con il virus per vedere se il vaccino li protegge”.

Incredibile ma vero!

E poi: “Lawrence Young, professore di oncologia molecolare all’Università di Warwick, ha dichiarato a MailOnline che l’infezione di persone sane con il virus accelererebbe la ricerca di un vaccino. Ha poi detto: ‘Esistono chiaramente dei problemi etici nell’esporre individui sani a un virus potenzialmente letale. Ma l’unico modo per accelerare un vaccino per il Cov-2 è testare l’infezione deliberata di individui”.

Il presidente della Health Research Authority (HRA), Sir Terence Stephenson, afferma che “il modo più probabile in cui la ricerca sui vaccini andrà avanti è se i giovani sani sono intenzionalmente esposti al virus mortale”.

Passiamo all’opinione di Jonathan Ives, responsabile del Center for Ethics in Medicine dell’Università di Bristol: “Se dovessimo farlo, fondamentalmente chiederemmo alle persone sane di mettere a repentaglio la loro salute e il loro benessere per il bene comune della società. Assumersi tale rischio potrebbe accelerare lo sviluppo del vaccino e salvare molte vite”.

Pragmatismo britannico.

E c’è chi pensa, invece, di testare i vaccini in altri paesi, nei quali “il virus si sta ancora diffondendo”.

“La professoressa Sara Gilbert che sta conducendo la sperimentazione di Oxford – riporta il Telegraph – ha affermato che potrebbe essere necessario continuare le prove e i test in altri paesi in cui circola più virus nella comunità”.


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