Aumento del 10 per cento nel 2019 sul fronte delle spese internazionali per le armi nucleari.
La cifra criminale adesso si attesta a quota 73 miliardi di dollari, per l’acquisizione di 13 mila nuove armi atomiche di distruzione di massa.
La fresca classifica di morte è stata stilata nel rapporto annuale della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN).
In testa alla hit, of course, gli Stati Uniti, che da soli realizzano il 50 per cento del bottino, con una cifra pari a 35 miliardi di dollari.
Al secondo posto la Cina, con “soli” 10 miliardi e mezzo.
A ruota segue la Gran Bretagna, con i suoi 8,9 miliardi di dollari.
Quindi la Russia, attestata ad 8 e mezzo.
Israele, da canto suo, si ferma ad 1 miliardo, con 90 testate censite nel rapporto redatto da ICAN. Ma ufficialmente dichiara di non possedere alcuna arma nucleare. Per il semplice motivo che le autorità israeliane non permettono alcuna verifica agli ispettori ONU dell’AIEA.
Commenta l’autrice del rapporto, Alicia Sandres-Zakre: “Ora è più chiaro che mai che le armi nucleari non stanno fornendo sicurezza al mondo nel mezzo di una pandemia globale, quando ci sono gravi carenze documentate in campo sanitario”
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