Titoli, articoli, interviste, speciali, inchieste, osservatori sul mondo: angoscia la pubblicistica pluriquotidiana sulla pandemia. La cronaca propone anche rare sollecitazioni a pensare con ottimismo al futuro. Per esempio osservando il trend di contagi nel perimetro peninsulare dalle Alpi all’Etna. La furia del virus sembra placarsi, come si verifica dopo ogni stagione dopo i picchi influenzali. Di segno opposto l’espandersi di contagi, infetti e deceduti nel resto del pianeta. Per esempio: oltre mille casi di coronavirus in Tunisia, che si affaccia nel Mare Nostrum. 45 i decessi, più di 600 i guariti, 24 pazienti in rianimazione. Perché spaventano i mille tunisini colpiti dalla pandemia: nei luoghi del mondo ad alto coefficiente di benessere e tutela sanitaria, come di recente ha dichiarato autorevolmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità il numero di casi da Covid-19 si è triplicato, sono molte migliaia i morti e quanti lottano per la vita nei reparti di terapia intensiva: quale immane tragedia se la pandemia aggredisse aree del mondo sottosviluppate, dove la tutela della salute e l’igiene sono fattori sconosciuti? La previsione è di un’impennata catastrofica del coronavirus. Dovesse espandersi in Paesi ad alta vulnerabilità, il pericolo di milioni di morti, in mancanza del vaccino e di terapie certe, coinvolgerebbe quasi certamente in una seconda tornata anche la quota del mondo uscita dal baratro della pandemia.
Se queste prospettive destano allarme nel mondo scientifico e nell’opinione pubblica mondiale, non è da meno il timore degli economisti per la disastrosa ricaduta del Covid-19 sulla salute finanziaria, non solo dell’Occidente. L’Organizzazione del Lavoro (governi, sindacati, organizzazioni degli industriali di 187 Paesi) prevede che la
pandemia provocherà 25 milioni di nuovi senza lavoro e graverà su un settore strategico dell’economia mondiale che denuncia circa 190 milioni di disoccupati. I comparti che pagheranno di più la crisi: turismo, trasporti, industria dell’automobile. La perdita di profitti sarà di oltre 3000 miliardi di dollari. Tra 8 e 35 milioni di persone rientrerebbero nella categoria dei ‘lavoratori poveri’ (che guadagnano meno di 2,90 euro al giorno). Il malessere del prodotto interno lordo dell’Italia toccherà un preoccupante meno 8/9 percento con l’inevitabile crisi di consumi e servizi.
Acquisiti questi elementi fondamentali sul pericolo della spada di Damocle, che incombe sulla Terra, assumono dimensione patologica, da curare con la psicanalisi, l’irresponsabilità di personaggi come Trump e Boris Johnson, che concesso il via libera all’aggressività del Covid-19; non meno il menefreghismo dei gonzi della movida che nella Milano dei Navigli ha provocato folli assembramenti nella strada dell’aperitivo di gruppo o le magagne dei soliti furbi che trasgrediscono al protocollo delle restrizioni.
A tutti i trasgressori delle norme che rispettate senza eccezioni legittimerebbero l’ottimismo di ‘Ce la faremo’ e ‘Tutto andrà bene’: milioni di italiani sono nuovi poveri da coronavirus, le code all’ingresso di Monti dei Pegni sono solo la quota visibile di una sofferenza ben più consistente, su cui mette le mani lo strozzinaggio, la malavita organizzata. Vi lascia indifferenti il suicidio di un imprenditore della Campania che si è arreso ai colpi della crisi da Covid-19?
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