Tra i mezzi per bloccare l’epidemia da COVID 19 nel nostro Paese ed in Europa (strettamente correlati tra di loro) c’è in primo luogo la SANIFICAZIONE CON SOSTANZE VIRUCIDE degli ambienti domestici e di lavoro.
Naturalmente le sanificazioni domestiche vanno fatte a carico dei proprietari, salvo il fatto che forse andrebbe introdotto in sede legislativa una misura di favore atta a incentivare fiscalmente anche questi mezzi di contenimento del contagio virale.
Diverso è il discorso degli ambienti pubblici che spettano direttamente o indirettamente al datore di lavoro pubblico, cioè allo Stato.
La SANIFICAZIONE è una complessa ed articolata serie di procedure chimico-fisiche che è immediatamente successiva alla PULIZIA E DETERSIONE. Ovviamente non ci può essere efficace SANIFICAZIONE se prima non si è provveduto alla pulizia e detersione degli ambienti. La epidemia virale COVID-19 ci induce a cambiare pesantemente il nostro stile di vita, dando maggiore importanza alla IGIENE.
Ogni trattato di IGIENE e SANITA’ PUBBLICA mette in risalto questi fondamentali aspetti nella lotta alle infezioni e quindi appare ancora più importante fare questo tipo di attività nei piani pandemici per la Covid-19. Tuttavia, nonostante la SANIFICAZIONE sia una procedura sostanzialmente non ad elevato costo, ripetibile ed altamente efficace, stranamente essa non appare essere considerata di soverchia importanza negli editti (molti) legislativi promossi dal Governo e nei pareri dei molti tecnici al suo servizio. Perché?
Già la UE appare da sempre più attenta alla qualità della cosiddetta “aria indoor”, cioè alla pollution dei nostri ambienti chiusi. Nella qualità dell’aria indoor al primo posto c’è sicuramente la presenza di virus, batteri, patogeni vari, spore, parassiti e muffe. Appare curioso che improvvisamente la “qualità dell’aria indoor” sia scomparsa dai piani del Governo. Perché?
Il virus COVID 19 è un Coronavirus a RNA del tipo SARS 2, ha un solo filamento di circa 30.000 nucleotidi che contengono informazioni per codificare svariate proteine tra le quali le pericolose e temibili “spikes” di membrana: altro non sono che una chiave per entrare nella serratura dei recettori ACE2 dei pneumociti alveolari e delle cellule dell’apparato respiratorio superiore.
Il virus è una vera e propria macchina da guerra, induce una serie di attivazioni infiammatorie umane così spaventose da essere in taluni soggetti (pochi per fortuna) inarrestabili e altamente devastanti per diversi parenchimi. Induce una sorta di vasculite trombofilica così inconsueta da essere simile alla terribile “graft versus host disease” ed alla sepsi meningococcica.
Quindi, la partita contro questo nemico va assolutamente condotta FUORI dal nostro organismo: una volta che esso entra dentro il nostro corpo esso può essere invincibile nonostante i nostri enormi sforzi e progressi tecnologici (respiratori, medici, farmaci monoclonali).
Il COVID 19 si è sviluppato principalmente in un’area di poche decine di chilometri quadrati, nella pianura padana fino al confine con le preAlpi, l’area classicamente più inquinata di Europa, un’area che andrebbe comunque bonificata dal punto di vista ambientale. A prescindere dal virus Covid 19.
La partita extracorporea contro il virus va combattuta in vari modi per interrompere il contagio tra umani. Uno di questi è sicuramente l’isolamento ed il distanziamento sociale che funziona ancora meglio se ad esso vi si associa anche lo studio epidemiologico dei focolai di contagio e la ricerca ed isolamento dei contatti. Questo viene fatto abbastanza bene in alcune aree del Paese (Veneto), mentre in altre ci si è più indirizzati verso l’assistenza ospedaliera che in realtà non cura il virus ma i suoi effetti, cioè quando la battaglia in gran parte è persa.
Il contagio del virus COVID 19 è elevato perché il periodo di infettività e trasmissibilità del virus stesso da un ospite ad un altro è molto lungo in giorni, rispetto ad altri tipici virus respiratori e perché la latenza in cui il virus non è sintomatico ma contagioso è particolarmente lunga. A questo associamoci il fatto che a differenza della MERS e di EBOLA, il Covid 19 non ha una particolarmente elevata letalità: è un virus intelligente, ti fa morire MA NON TROPPO. Così dura più a lungo come epidemia!
Tuttavia una cosa abbastanza stupida e semplice il Covid 19 fortunatamente la ha ed è la sua membrana che è molto sottile, composta di un sottilissimo strato lipidico e quindi come tale fortemente termolabile e potenzialmente aggredibile da solventi facilmente reperibili ed a basso costo (cloro, alcool, ecc).
Ecco, quindi, che ai fini dell’abbattimento della CARICA VIRALE DEL COVID 19 e quindi del suo potenziale infettante mortifero, appare assolutamente vitale ed imprescindibile considerare la diffusione di PROGRAMMI DI SANIFICAZIONE CON VIRUCIDA SU LARGA SCALA, indirizzati soprattutto sugli ambienti chiusi dove le persone si radunano necessariamente anche in tempi epidemici (ospedali, asl, banche, supermercati, poste, studi ed ambulatori medici, ecc). Altrettanto importante appare estendere questa pratica, lo ripetiamo facilmente eseguibile su larga scala e ripetibile ed a basso costo, anche negli impianti e nelle condotte di aereazione forzata (aria condizionata) dei locali chiusi, spesso vetusti e con poca manutenzione.
Quindi, se noi riuscissimo ad abbattere la CARICA VIRALE DEL COVID 19, potremmo forse sperare di averlo ricondotto ad un recinto di normalità: potremmo ridurne sensibilmente la contagiosità e forse anche la sua tossicità polmonare e sistemica. Dando quindi il tempo al paziente di sviluppare le sue difese anticorpali: servono almeno due settimane per avere anticorpi del tipo neutralizzante cioè in grado di fornire immunità transitoria o permanente.
La SANIFICAZIONE, oltre che con sostanze chimiche virucida nebulizzate, può essere condotta anche con mezzi fisici (calore e vapore ad alta temperatura) e con l’ausilio di gas come l’OZONO ad alte concentrazioni e per brevi periodi di tempo. Essa necessita di un preventivo trattamento radicale di pulizia e detersione accurata degli ambienti da sanificare. Sicuramente dà dei problemi logistici, soprattutto negli ambienti complessi come gli ospedali ed i policlinici o le fabbriche: ma dà sicuramente risultati ed è stata ampiamente usata con successo in Cina ed in Corea, abbattendo fortemente i tempi di isolamento e distanziamento sociale e la chiusura delle attività di lavoro.
La SANIFICAZIONE è importantissima a nostro giudizio perché il virus Covid 19 viene veicolato dall’aria e si deposita su differenti tipi di superfici dove permane vitale ed infettante per diverse ore, soprattutto in ambienti chiusi. Invece in aria ambiente, cioè all’aperto, il virus è meno efficace ed è sensibile agli agenti atmosferici sopravvivendo ben poco sia in aria che sulle superfici. Le superfici verso cui si rivolge la SANIFICAZIONE sono sostanzialmente i metalli, la plastica, gli infissi, le maniglie, le porte, il vetro, la carta ed il cartone, i pavimenti e le pareti. Particolarmente pericolosi sono gli ambienti chiusi e con poco ricambio di aria come gli ascensori.
In generale, nemica del virus Covid 19 è principalmente l’areazione con aria esterna degli ambienti chiusi e questo va fatto periodicamente ed abbondantemente da chi lavora ed anche a casa propria.
La sanificazione degli ambienti domestici privati è altrettanto importante e si basa sulla individuazione di una piccola area della casa, il cosiddetto “locale sporco”: si arriva a casa, si lasciano le scarpe fuori dalla porta, ci si toglie il vestito, si indossa un abito da casa e si ripongono i vestiti usati nel “locale sporco”. Si passa alla sanificazione del nostro smartphone con soluzione blandamente alcoolica. Poi ci si lava accuratamente le mani a fondo almeno per 40-60 secondi con energia, utilizzando possibilmente una soluzione saponata alcoolica. Questa serie di operazioni va fatta routinariamente ogni volta che si arriva a casa, proveniendo da ambienti promiscui e potenzialmente a rischio per la presenza del COVID 19. A casa periodicamente vanno sanificate le normali superficie lisce ed i pavimenti con soluzioni a base di blanda varecchina o ammoniaca o detergenti al cloro: tutti a buona potenzialità virucida.
Gli ambienti pubblici tipici da sanificare sono classicamente gli ospedali, le cliniche, gli uffici pubblici, i supermercati, i treni, i porti, gli aeroporti, le fabbriche piccole e grandi che siano. La SANIFICAZIONE va condotta anche nei confronti degli spazi pubblici esterni, abitati da grandi quantità di persone, come i marciapiedi, le piazze, le strade: tuttavia qui è assai meno efficace se non preceduta da attività di pulizia, decontaminazione e detersione e soprattutto dalla raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani accumulati (Roma e Napoli soprattutto) e loro conferimento in discarica autorizzata, anche in deroga se necessario vista la eccezionalità della situazione in essere.
La sanificazione di un ospedale è assolutamente decisiva per sconfiggere il virus in caso di epidemia: essa è però decisa dalle autorità di governo dell’ospedale stesso di intesa con le autorità di governo. Ci si chiede perché il governo non obblighi gli ospedali pubblici e privati ad adottare uno specifico programma e calendario di SANIFICAZIONE con virucida dei suoi ospedali, considerata la sua importanza e facilità di impiego. Ci si chiede anche perché nelle attività di governo viene data così tanta importanza alle misure cosiddette “laboratoristiche” come l’ impiego del TAMPONE VIRALE PER LA RICERCA DEL RNA DEL COVID 19 nella mucosa nasale ed orofaringea (operatore dipendente, sensibilità non elevata) e prospetticamente l’impiego a breve dei cosiddetti “tests rapidi sierologici anticorpali” su larga scala ed a tappeto sia verso popolazioni campione che su tutti i cittadini, quando ancora non siamo in grado di dire se e quanto questa malattia darà alla fine nei contagiati una IMMUNITA’ PERMANENTE e soprattutto quanto essa sarà correlata al cosiddetto “titolo anticorpale”.
A nostro giudizio, si deve agire presto ed efficacemente come il contadino in tempi così bui e bellicosi. Non c’è in gioco solo il prestigio di scienziati famosi o giornalisti e politici di grido. Qui c’è in ballo il destino del nostro Paese, frutto dello sforzo postbellico di milioni di persone, ricco sì ma del proprio lavoro. Non abbiamo tempo. Abbiamo raggiunto quota 15.000 morti censiti dalla Protezione Civile ma forse la stessa ISTAT correggerà al rialzo questo dato che non contiene la gente del Nord che muore a casa, sola. Ma i nostri sforzi fino ad oggi risultano inadeguati a ridurre il numero dei nuovi contagi Covid 19 che rimangono fissi oltre i 2500 casi al giorno e sappiamo che un buon 25-30 % di essi verrà ospedalizzato perché grave. E’ evidente che la strategia epidemiologica (salvo il Veneto) non sta funzionando pienamente cosi come il generalizzato distanziamento sociale: ci vuole qualcosa di altro, qualcosa che le Autorità devono adottare al più presto: e cioè la SANIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI PUBBLICI E LAVORATIVI.
Se alla base di queste considerazioni pro-laboratorio ci fossero considerazioni di interesse economico, privato e commerciale, ci rivolgiamo alle autorità di governo per dilazionare questi esperimenti epidemiologici solo e soltanto dopo avere irrorato la maggior parte del Paese con abbondanti virucida operando una efficace SANIFICAZIONE. Che vengano quanto prima attivati programmi diffusi ed efficaci per SANIFICARE con virucida gli ambienti a rischio di divenire poi focolai di contagio.
Tutti insieme con opportune misure di contenimento riusciremo a sconfiggere il COVID 19. Se fermiamo la catena di contagio e di trasmissione del virus, non saremo costretti a ricorrere ai respiratori artificiali per curare le temibili polmoniti da COVID-19.
FRANCESCO RUSSO
Medico Chirurgo
Presidente European Charity Fund
Ricercatore – Dipartimento di Chirurgia – Università di Roma Tor Vergata
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