Nel groviglio di notizie, molte vere, non poche false, altre in bilico tra verità, incompetenza, malafede, sciacallaggio, politicizzazione dell’evento Covid-19, chi subisce il bombardamento a tappeto dei media finisce per affollare il popolo sempre più numeroso di soggetti vittime del panico o al contrario degli scettici, che in corso di crescente diffusione del contagio non si attengono alle precauzioni per il timore di subire le conseguenze della quarantena che mette in ginocchio Milano, la Lombardia, in misura crescente le regioni limitrofe e per eccesso di prudenza tre quarti del Paese. Questa mattina ho rinunciato all’acquisto di pane e latte in un noto iper marcket napoletano, perché intasato da clienti intenti a svuotare scaffali e banconi vendita, per la paura di un’ eventuale quarantena. Succede a Napoli, dove per fortuna non si registrano casi di contagiati dal virus e dove, per non perdere l’evento ‘Napoli-Barcellona’, molte decine di migliaia di tifosi, non solo campani, affolleranno il San Paolo.
La certezza: se le misure adottate per contenere la trasmissione del virus non dovessero risultare determinanti, l’Italia dovrebbe augurarsi che il caldo abbia la meglio sull’epidemia e che da qualche parte del Pianeta la ricerca trovi l’antidoto all’infezione. In questo momento il prezzo della crisi coronavirus per l’economia italiana è già altissimo e destinato ad aggravarsi, come un’onda invasiva, contaminando il resto del Paese. La psicosi induce a ignorare il dato rassicurante che le morti da Covid-19 sono inferiori alle vittime stagionali dell’influenza e che la prevenzione, per chi si attiene al decalogo della prudenza emanato dalle massime autorità mondiali, è fattore decisivo per non contrarre l’infezione.
C’è però da perfezionare il determinante ruolo della regia che governa il contrasto all’espandersi dei contagi. È di sicuro controproducente lasciare all’autonomia delle singole regioni il complesso di decisioni richieste dal problema e non è facile il coordinamento di innumerevoli comportamenti da unificare. E poi: è così difficile imporre alla aziende che producono mascherine e disinfettanti di non aumentare di un centesimo il costo dei loro prodotti? In situazione di emergenza è impossibile fornirli gratuitamente o a prezzi bloccati sottraendoli alla speculazione con l’acquisto a carico del governo e l’affidamento della distribuzione ‘obbligatoria’ alle farmacie?
Quando il terremoto dell’80 ferì a morte l’Irpinia, il quotidiano napoletano ‘Il Mattino’, lanciò un efficace appello a chi doveva coordinare gli aiuti. In prima pagina il titolo di grande effetto “Fate presto”. In questi giorni altrettanto difficili, con le stesse parole, dovrebbero aprire giornali e Tg, anziché alimentare paura e angoscia con immagini e titoli da catastrofe.
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