DIFENSORE CIVICO / LE BATTAGLIE NELLA TORMENTATA CAMPANIA

A dicembre è stato eletto il Difensore civico europeo, una carica significativa per rappresentare e tutelare i diritti dei cittadini nei confronti della politica e della pubblica amministrazione.

Ha prevalso una toga irlandese, giornalista, riconfermata nella carica per la terza volta.

Secondo si è classificato l’italiano Giuseppe Fortunato, attuale Difensore civico in Campania, il quale aveva già ottenuto il lusinghiero risultato nella competizione del 2005, alle spalle candidato greco.

La figura del cosiddetto ‘Ombudsman’ nasce nei paesi del Nord, il primo è stato eletto in Finlandia, a seguire tutti gli altri paesi scandinavi e quelli anglosassoni.

In Italia la situazione non è delle più brillanti. Ogni Regione agisce per conto suo ed è raro che vengano privilegiate competenze ed esperienze.

Una lacuna su tutte: non è previsto per legge un compenso per il Difensore, per la sua equipe (che spesso e volentieri non esiste, altrimenti dovrebbe essere composta solo da volontari) e per un minimo di budget. Come dire, Davide contro Golia.

Carlo Lio. In apertura l’avvocato Giuseppe Fortunato

Ogni Regione fa la sua legge e si regola suo piacimento. Ad esempio, la Lombardia ha un budget di una certa consistenza, ma due anni fa e mezzo fa è stato eletto il Difensore civico in barba ad ogni norma e ad un minimo di buon senso. Dalla giunta guidata dal leghista Roberto Maroni, infatti, è stato nominato un illustre signor nessun, tale Carlo Lio, senza arte né parte se non quella di appartenere alla fauna politico-amministrativa calabro-lombarda. Nel suo pedigree a malapena faceva capolino una “licenzia media”, così come autorevolmente certificava di suo pugno. Una Regione con mezzi, la Lombardia, ma senza – come palesa questo caso – una minima visione politica.

Torniamo alla Campania. Che ci ha messo la bellezza di otto anni per vedere profilarsi la nomina del Difensore civico. Voluta – udite, udite – nientemeno che dal Consiglio di Stato.

Una vera odissea giudiziaria, quella designazione. Per la quale ci sono volute ben sette sentenze, due del Tar, quattro del Consiglio di Stato e una della Cassazione, prima di arrivare al traguardo.

Fino a un paio d’anni fa, infatti, si era andati avanti con nomine lottizzate, di chiaro stampo partitico, calpestando ogni principio di legalità, di trasparenza, di competenza, di valutazione del merito.

La terza e finale sentenza del Consiglio di Stato ha un merito storico: quello di aver sancito, appunto per legge, che per le scelte in campo pubblico deve prevalere senza se e senza ma il principio della comparazione tra i curricula. E quindi valgono i titoli di studio, le esperienze maturato sul campo, le pubblicazioni effettuate e via di questo passo.

Una legge che dunque condanna gli abusi dei partiti, le indebite invasioni di campo, dalla nomina dei primari ospedalieri a quelle in campo scolastico, fino a comprendere tutte le scelte ai vertici di aziende statali o parastatali.

Tra un paio di mesi comincerà la corsa alla super poltrone pubbliche a livello nazionale, una corsa sfrenata e arcimilionaria, uno dei motivi base per il quale questo zoppicante governo resta in piedi, per poterle gestire a proprio piacimento (come del resto farebbe, tale e quale, l’opposizione e come hanno sempre fatto tutti i governi di qualunque colore).

Perché – ora che c’è una legge, quella del Consiglio di Stato – non applicarla? Non renderla operativa a favore dei cittadini, in nome di legalità e trasparenza?

Ma torniamo in Campania, dove c’è voluta una battaglia campale ingaggiata dall’avvocato Fortunato perché la nomina del Difensore civico fosse restituita alla collettività.

Si è insediato a luglio 2018, Fortunato, che aveva ricoperto un altro incarico da non poco per sette anni, dal 2005 al 2012: ossia di componente dell’Ufficio del Garante per la Privacy, che con il passare degli anni ha assunto un ruolo strategico a livello nazionale, soprattutto per tutelari i cittadini dalla invasività dei controlli sulle vite private, quel Grande Fratello che tutti controlla (come dimostrano i ‘riconoscimenti facciali’ a punti che si vorrebbero ora introdurre da noi sulla scorta dell’esperienza cinese!).

Ecco, per sommi capi, cosa ha in concreto realizzato Fortunato nell’anno e mezzo come Difensore civico dei cittadini campani.

E’ intervenuto più volte, nei confronti di Asl e amministrazioni comunali locali, per ribadire il concetto di merito e il rispetto dei curricula (sul serio) nella scelta del personale. “Strada ai competenti e non più ai raccomandati” la linea da seguire con rigore. Pena gli strali del Difensore civico: e nella speranza che la coscienza civica dei diritti e dei doveri cresca sempre più nella popolazione.

Poi la battaglia al fianco dei ‘navigator’ (oltre 400 nella regione) per fare in modo che la Campania rispettasse gli obblighi di assunzione previsti dalla legge e regolarmente disattesi dal Governatore-Zar Vincenzo De Luca. E negli ultimi mesi – a partire proprio dalla vicenda dei navigator – è cominciata una sfilza di denunce e controdenunce che hanno visto appunto su fronti diametralmente contrapposti De Luca e Fortunato.

Un’altra battaglia di trasparenza, quella per poter accedere in tempi brevi agli atti della pubblica amministrazione, la cui semplice conoscenza spesso e volentieri viene ostacolata dalle lungaggini della burocrazia parassita.

Così come, in campo scolastico, la comunicazione preventiva ai genitori di una eventuale bocciatura per il figlio; e così come la trasmissione della pagella ai genitori separati non conviventi. Questioni di civiltà.

Sul fronte della tutela dei diritti dei disabili, il Difensore ha fatto abbattere decine e decine di barriere architettoniche in tutto il territorio regionale.

Come del resto ha spianato la strada, sburocratizzando gli iter, per l’abbattimento di strutture abusive, realizzate in barba ad ogni legge per fini speculativi (e non di pura necessità). Per fare un solo esempio, nel popoloso comune di Somma Vesuviana il Difensore ha inviato un Commissario ad actaproprio perché venisse approntata e varata una normativa urbanistica ad hoc, vista l’incapacità (e non volontà) di quel consiglio comunale.

Significative azioni anche sul fronte dei Parchi, per evitare anche in questo caso gestioni clientelari, prive di esperienze adeguate e quindi inadatte per la valorizzazione del territorio. Come anche sul versante della prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi, una piaga per la Campania: sollecitando, in questo senso, una ben maggiore attività da parte dei sindaci.

Su una prospettiva più allargata, poi, l’azione svolta dal Difensore Civico della Campania per favorire l’attuazione di iniziative dell’Unione europea, come ad esempio la creazione della Macroregione Mediterranea, sulla scorta di quanto sta succedendo a livello comunitario, dove sono oggi in vita già quattro Macroregioni.


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