Maxi operazione in Calabria, in mezza Italia ed anche in Europa per sgominare traffici & affari della super cosca Mancusi originaria dell’area di Limbadi.
Oltre trecento arresti tra uomini delle ‘ndrine e soprattutto colletti bianchi: politici, amministratori pubblici, ingeneri, commercialisti, investigatori, appartenenti alle forze dell’ordine e chi più ne ha più ne metta.
“La più grossa operazione antimafia dopo il maxi processo”, l’ha subito etichettata il procuratore Nicola Gratteri, da un paio di anni impegnato per smantellare una delle più potenti e articolate super cosche mafiose.
Due anni che hanno portato ai clamorosi risultati odierni, i quali mostrano ancora una volta la forza di penetrazione ‘ndranghetista negli affari e nelle istituzioni.
Sorge però spontanea una domanda. Lo spessore dell’inchiesta portata avanti da Gratteri e dai suoi colleghi calabresi ricorda molto da vicino la Why Not condotta 13 anni fa da Luigi de Magistris, l’attuale sindaco arancione di Napoli che aveva lavorato per alcuni anni come pm di punta a Catanzaro.
Le sue poderose inchieste – in prima fila Why Not, Poseidone e Toghe Lucane – facevano balzare in prima fila quello stesso contesto politico-istituzionale-affaristico di oggi. Pare quasi una fotocopia, quella mole investigativa, rappresentata in particolare dall’inchiesta base, Why Not.
E, allora come oggi, lo scenario di fondo era quello massonico, tenuto anche conto della forza di cappucci & grembiulini nella regione a più alto tasso massonico nel nostro Paese. Un vero e proprio collante, in grado di mettere insieme, in un orrendo mix malavitoso, ‘ndranghetisti e colletti bianchi, uniti in un patto di sangue che parte dalle minacce, dai colpi di lupara ma poi si consolida a botte di affari, in Italia e all’estero, in gigantesche operazioni di riciclaggio, in reinvestimenti di capitali sporchi nelle attività imprenditoriali e commerciali a 360 gradi.
E sorge spontanea una considerazione. Come mai sono dovuti trascorrere ben 13 anni perchè venisse ripreso il bandolo della sporca matassa? Di chi è la responsabilità per tutto questo tempo perduto, nel corso del quale le ‘ndrine avuto vita facile per vedere crescere in misura esponenziale i loro traffici criminali, sempre più mimetizzati tra le ovattate stanze di lorsignori?
Rammentiamo che quelle inchieste di de Magistris finirono archiviate, in un autentico porto delle nebbie. Che lo stesso de Magistris è finito sotto processo per aver indagato su quel coacervo criminale, che solo in appello è stato assolto, che venne ‘cacciato’ dai ranghi della magistratura dall’allora guardasigilli Clemente Mastella.
Per la serie: quei magistrati di prima linea – pochi ormai – che lottano per verità e giustizia, o vengono (meglio venivano, oggi non c’è più bisogno) fatti fuori o più semplicemente delegittimati, isolati come appestati, privati del lavoro, ridotti al silenzio.
Proprio come succede per i giornalisti: non c’è più bisogno di eroi, come Giancarlo Siani. Basta passare sopra il tuo corpo con una citazione civile oppure con una querela ben assestata.
Meglio tenerti la pistola puntata alla tempia che spararti: fa troppo rumore.
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