Ennesimo rinvio nel giallo di Serena Mollicone.
L’udienza preliminare fissata per il 13 novembre è stata spostata al 15 gennaio 2020 per il difetto di notifica ad una delle parti.
Ancora due mesi di tribolazioni per la famiglia della ragazza trucidata, che ha già atteso 18 anni per (non) vedere fino ad oggi un barlume di giustizia. Una vergogna.
Al tribunale di Cassino l’ennesimo atto della tragica sceneggiata. E’ il giorno nel quale il gip deve decidere – udite udite – sul rinvio a giudizio (finalmente) dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco, nonché dei due carabinieri della stessa stazione, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano.
Una terrificante storia di depistaggi, taroccamenti, false piste, omertà, connivenze e collusioni. Un orrendo mix nel quale finora è stata uccisa per la seconda volta la diciottenne, calpestata la sua memoria, fatta a pezzi la giustizia, mandata al macero la residua speranza dei genitori di vedere una luce di verità.
Mottola, la consorte e il figlio, con Quatrale, sono accusati di concorso in omicidio. Per quest’ultimo c’è un’altra accusa da brividi, ossia l’istigazione al suicidio di un giovane brigadiere, Santino Tuzi, che si era sparato un colpo in testa il giorno prima di verbalizzare in procura. Suprano, invece, è imputato di favoreggiamento.
Sostiene l’avvocato delle parti civili, Dario De Santis: “Si arriva a questa udienza dopo che per due volte ci siamo opposti alle richieste di archiviazione, ora c’è una prospettiva importante, proprio per questo abbiamo proposto una gran mole di documenti”.
Lo stesso copione andato in scena, per fare un solo recente esempio, nel giallo di David Rossi, il responsabile delle comunicazioni del Monte dei Paschi di Siena “suicidato” dal quarto piano di palazzo Salimbeni: anche il quel caso ben due richieste di archiviazione da parte dei pm della procura di Siena.
Nel caso Mollicone, la stessa perizia medico-legale ha indicato una precisa compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata da Serena. Venne anche accertata la compatibilità tra i micro frammenti rinvenuti nel nastro adesivo che avvolgeva il corpo della ragazza ed il legno della porta, così come con il coperchio di una caldaia della caserma.
Una svolta nelle indagini si è verificata con una perizia del Ris, che constatò come il corpo della diciottenne, senza vita, venne trasportato nel boschetto dell’Anitrella dove fu trovato con mani e piedi legati e una busta di plastica per avvolgere la testa.
Per inizio 2020 sarà ci sarà una flebile luce con l’avvio di un processo ad ormai 19 anni dal crimine?
Nella foto il tribunale di Cassino
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