C’è da ripensare alle riflessioni sulla cronaca che registra i casi di bullismo e li racconta come un copia e incolla di Arancia Meccanica, per dire “sono ragazzate, per carità da condannare, ma repliche di violenze deja vu, ricorrenti nel tempo, espressione di esuberanza giovanile deviata, d’incontinenza indotta dalla degenerazione complessiva dei comportamenti sociali di provenienza”. Prolificano le baby gang, le aggressioni a coetanei, anziani, donne, di guappi dell’era inutilmente tecnologica, non solo figli del disagio. A dare fuoco a clochard, a picchiare i più deboli, a stuprare, a commettere rapine, aggressioni ‘per fare qualcosa’ sono anche i rampolli di famiglie cosiddette “perbene”.
Il problema, non sopporta analisi specifiche, limitazioni di genere, è la quota certamente drammatica di un contesto di ben altra dimensione, che include il terrorismo jiadista, le aree del pianeta sotto dominio della dittatura, la pratica della tortura, lo sfruttamento dei deboli, ovvero la forma attualizzata dello schiavismo, la tragica condizione del genere umano delle due sponde estreme ricchezza-povertà, il razzismo e impunito da troppo tempo, il diffuso espandersi dell’ideologia nazifascista, che in alcuni Paesi del mondo è addirittura al potere e in molti altri dà segni di puntare alla restaurazione.
Quasi all’improvviso appare in tutta la sua pericolosità il trend crescente di segnali sempre più vistosi, espliciti, dei focolai che l’estrema destra alimenta senza adeguato contrasto. C’è connessione tra questo terrorizzante fenomeno e l’episodio ultimo dei minorenni criminali che a Chioggia, nel profondo Veneto, hanno dato fuoco ai capelli di un senzatetto con gli accendini? Nessun dubbio, c’è. La scena, altra ignobile vigliaccheria, è stata ripresa da uno dei balordi con un cellulare, il video è apparso sui social. Il clochard è un uomo di 45 anni che trascorre la notte all’interno di un peschereccio abbandonato, il branco si diverte a tormentare il malcapitato. Nella società dell’odio, non è un sopruso solitario, casi analoghi sono avvenuti in Italia, nel resto del mondo. E cos’è sono se non odio razziale, violenta xenofobia, le aggressioni a migranti africani nelle strade italiane, lo stato di schiavitù di quelli sfruttati nel duro lavoro in agricoltura, vittime del famigerato caporalato, i profughi morti nei roghi sospetti di accampamenti fatiscenti, il rifiuto di concedere case in affitto ai meridionali, i cori ingiuriosi delle tifoserie rivolti a campioni del calcio africani, alle città del sud…
Cosa è non razzismo disumano il cimitero di morti nel Mare Nostrum, per mancato soccorso, le vittime di respingimenti, porti chiusi, le sevizie subite dai migranti nei lager libici, i femminicidi, il bullismo nelle scuole, i raduni fascisti che celebrano il Ventennio e Mussolini, i ragazzi che a Lucca hanno sfilato spavaldamente in divisa nazista, i giovani neri uccisi dalla polizia americana, il fenomeno del suprematismo, la tracotanza espansionistica di Netanjau contro il popolo palestinese, il sovranismo tentacolare della Lega, dei paesi ex Urss come l’Ungheria di Orban, la tirannia di Erdogan, la secolare rapina del colonialismo occidentale delle risorse naturali dell’Africa, chi attenta alla sopravvivenza del pianeta con il rifiuto di azzerare le cause dei mutamenti climatici, l’assassinio dei difensori della foresta amazzonica dai cfrimnaliche l’incendiano, l’arroganza aggressiva contro il ‘diverso’, i focolai di nazismo che divampano ovunque, nei cinque continenti, l’esercizio autarchico del potere di tycoon mondiali come Trump, Putin, Xi Jinping, Maduro, Bolsonaro, Kim Jong-un, le mine vaganti come Marine Le Pen, Salvini, gli emirati petroliferi, i produttori e trafficanti di armi, i clan della droga, l’infiltrazione delle mafie nel tessuto connettivo delle società, gli estremismi religiosi, il potere temporale della Chiesa, l’aberrazione del cardinale Ruini che tifa per la legittimazione di Salvini…
Tutto sta in due, simboliche parole: “Odio, violenza”.
Così è degenerata l’umanità e per questo cumulo di nefandezze appare quasi insolubile il ripristino della normalità, dei valori promulgati dagli atti costitutivi di molti Paesi democratici, ma parzialmente o totalmente disattesi. Di fronte all’immane e purtroppo utopico impegno per un mondo della giustizia per tutti, le infime beghe su cui confligge la pochezza della politica, si mostrano per quello che sono: un’orgia di banalità da mestieranti. Gli uni contro gli altri ringhiano, si azzuffano, in guerra permanente per la tutela di interessi di parte, personali, toccano il livello estremo di egoismi.
Nel segreto della cabina elettorale sarebbe auspicabile azzerare slogan, proclami, promesse elettorali, e testare con rapidi flash back chi tra i i competitori è più compatibile con l’utopia rivoluzionaria di un’umanità-umana.
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