Dai set tutti lacrime & passione di Mario Merola ai vertici della medicina nazionale, come numero uno all’Istituto Superiore della Sanità.
Ed ora responsabile della strategica Mission board on cancer, il prestigioso team di ricercatori promosso dalla Ue e finanziato con 20 miliardi di euro.
Ecco l’irresistibile ascesa di un astro di casa nostra, Walter Ricciardi, che contende la palma di Vate dei Vaccini a Roberto Burioni, l’altro Profeta che va per la maggiore e considera tutti quelli che non la pensano come lui dei “Somari”.
Un tandem perfetto per portare avanti gli interessi di Big Pharma, che punta parecchie fiches proprio sull’uso sempre massiccio dei vaccini al fine di veder crescere le montagne dei suoi già vertiginosi profitti.
La prima industria al mondo, quella di farmaci & pillole, che ad esempio negli Usa ha già superato da qualche anno quella petrolifera e quella delle armi nella hit dei guadagni. Prime sponsor per le presidenziali americane – le industrie farmaceutiche – che inondano di miliardi sia le campagne democratiche che quelle repubblicane.
L’INNO INTONATO DA REPUBBLICA
Ma torniamo a casa nostra. E alle prodezze dell’attore-scienziato. Una vita una storia. Dipinta lo scorso 13 ottobre in un’intera paginata di Repubblica e firmata da Michele Bocci, una penna sempre genuflessa davanti ai soloni Pro Vax.
Imperdibile l’incipit: “Quel ragazzino napoletano che prese per mano Stefania Sandrelli sul set di ‘Io sono mia’, che ne ‘L’ultimo guappo’ venne ucciso scatenando la rabbia e la vendetta del padre Mario Merola, a vent’anni si trovò davanti il bivio della vita. Da una parte il cinema, dall’altra la medicina. Scelse, vacillando un po’, la seconda strada e oggi che di anni ne ha 60 è diventato l’uomo dei 20 miliardi”.
Illuminato sulla via di Damasco, il Bocci continua a pennellare, riportando il Verbo del Vate: “Non mi sarei mai aspettato di raggiungere in vita mia un traguardo del genere”.
Colorisce l’autore: “E una frase così, detta da chi è ordinario di Igiene alla Cattolica a Roma, ha lavorato per l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Commissione europea, è stato presidente di svariate associazioni e soprattutto dell’Istituto superiore di sanità, fa comprendere l’importanza del nuovo ruolo”.
Ecco, fior tra fiori, le chicche raccolte dal Bocci.
Partiamo dalla recherche: “Da bambino, nel ’68, finii per caso in un programma, ‘I ragazzi di padre Tobia’. I miei seppero che c’era il provino alla Rai e mi portarono. Poi ho continuato fino alla laurea in medicina. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta ho recitato con Stefania Sandrelli, Alida Valli, Giuliana De Sio, Michele Placido, Maria Schneider e Mario Merola”. Anche un Ultimo Tango a Secondigliano, nel suo pedigree?
E’ proprio il principe della sceneggiata partenopea a colpire il suo cuore e la sua anima recitante: “Una persona eccezionale e di cuore che non faceva pesare la sua fama”. Mitico.
Dalle arti alle scienze il passo è breve.
A proposito delle polemiche con l’ex ministro della Salute Giulia Grillo: “Ho vissuto con dispiacere il fatto che prevalessero in quel Governo tesi ascientifiche e antiscientifiche”.
A proposito di quelle tesi: “Di recente ci sono stati dei passi in avanti ma non ci si può accontentare perché rimangono fette importanti di ignoranza e sottovalutazione, che in sanità fanno la differenza tra vita e morte. Sulle coperture dei vaccini ci sono comunque stati miglioramenti enormi”.
Sull’obbligo vaccinale: “La Francia ci ha imitati praticamente subito, poi è stata la volta della Germania e adesso tocca alla Gran Bretagna. La stragrande parte dei paesi del mondo si muove in quella direzione”.
Sul nuovo incarico: “Ho ricevuto tanti riconoscimenti ma, onestamente, pensare di essere alla guida del team più importante della Ue per la ricerca è davvero oltre il prevedibile”.
In attesa di una nomination da Stoccolma al prossimo Nobel per la Medicina, Ricciardi può godersi il gran momento di fama europea, coronamento di una carriera spesa tra provette & alambicchi.
QUEI MEGA CONFLITTI SOLO UN ANNO FA
Dietro le spalle i tempi bui, le bufere di appena un anno fa quando, improvvisamente, lasciò la prestigiosa – e strategica – poltrona di vertice all’Istituto superiore della sanità.
A giocargli un brutto scherzo furono alcune denunce, soprattutto partite dal Codacons, e amplificate da un paio di reportage delle Iene. Il cui contenuto, addirittura, venne ripreso, a dicembre 2018, dalla prestigiosa rivista scientifica a livello mondiale, il British Medical Journal.
Cosa c’era al centro della querelle? Un conflitto d’interessi con le case farmaceutiche, il nodo sempre dolente per chi si occupa di salute nei Palazzi del potere politico/scientifico, come è certo l’Istituto superiore della sanità.
Ricostruiamo quella story. Ricciardi si dimette dalla carica di presidente il 18 dicembre 2018, 10 mesi fa esatti. Lo comunicò il numero uno in persona nel corso di una riunione del consiglio d’amministrazione: dal primo gennaio, disse, non sarò più il presidente. Nè fornì spiegazioni in merito.
Ma è stato molto facile, in pretto clima natalizio, ricostruire i tasselli del puzzle. Il Codacons aveva presentato una diffida urgente all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione all’epoca guidata da Raffale Cantone.
La vicenda è stata subito descritta in un ampio servizio dalle sempre battagliere Iene, quindi ripreso dalla rivista britannica. Tre colpi da non poco, che Ricciardi ha cercato di arginare mediante una azione legale di risposta.
Ma la frittata era ormai fatta. E il presidente non poteva che rassegnare le dimissioni.
Cerchiamo di capirci meglio, dentro quel conflitto d’interessi. E per farlo riportiamo quanto scritto sul sito delle Iene il 19 dicembre 2018.
“Nella puntata dell’11 dicembre abbiamo mandato in onda l’inchiesta di Roberta Rei e Valerio Occhipinti. Nel servizio abbiamo spiegato come Ricciardi abbia fatto da consulente per farmaci e vaccini per diverse case farmaceutiche. Consulenze legittime, per carità, ma comunicate soltanto alla Commissione europea, per un suo incarico in ambito sanitario”.
Subito spontaneo – adesso – l’interrogativo: l’incarico sanitario in ballo era proprio quello oggi ottenuto? Si chiederanno, a questo punto, le autorità Ue come mai a loro quel ‘conflitto’ venne dichiarato e alle altre autorità italiane no?
LE SUPER CONSULENZE
Torniamo al comunicato delle Iene: “Delle consulenze, però, non c’è alcuna traccia nel suo curriculum pubblicato sul sito dell’Istituto superiore di sanità. Ma c’è di più. Uno dei vaccini per cui ha fatto da consulente, quello contro il meningococco B, è lo stesso per cui Walter Ricciardi si è speso per renderlo obbligatorio nel corso dell’approvazione della nuova legge sui vaccini. A dispetto del parere dello stesso Istituto di cui era presidente. Alla fine il vaccino contro il meningococco B è passato solo come fortemente raccomandato”.
Continua il j’accuse delle Iene: “Non è finita qui. Ricciardi ha collaborato con delle riviste di una società di lobbying in campo sanitario, la Altis OPS. Anche qui, tutto legittimo. C’è un però. Ha collaborato anche mentre era a capo dell’Istituto superiore di sanità, interrompendo il rapporto con la società soltanto a metà 2015. E di questa collaborazione non c’è traccia né sul suo curriculum pubblicato sul sito dell’ente italiano, né sulla dichiarazione di conflitti di interesse consegnata alla Commissione europea, dove invece bisogna trascrivere tutti i rapporti. Perché quella omissione? E come può il presidente di un ente pubblico in ambito sanitario collaborare con una società di lobbying, la cui missione è facilitare a vendere i propri farmaci?”.
Proseguiamo attraverso la ricostruzione effettuata dai reporter delle Iene.
“Roberta Rei era andata a porre queste domande a Ricciardi, che aveva negato ogni conflitto di interesse e che aveva detto di aver rispettato le leggi vigenti. Stessa cosa ha risposto al British Medical Journal, che a seguito dell’inchiesta delle Iene ha pubblicato un articolo il 17 dicembre dal titolo ‘Un alto dirigente della sanità pubblica italiana affronta le accuse di non aver reso pubblici i suoi rapporti con le case farmaceutiche’.
‘O CORE, DA MEROLA ALLA MADUNINA
Nell’articolo viene citata l’inchiesta delle Iene e l’ulteriore mossa del Codacons contro Ricciardi, a seguito delle nostre rivelazioni. L’associazione dei consumatori, infatti, si è rivolta nuovamente all’Anac per chiedere di esprimersi sull’incompatibilità di Ricciardi a guida dell’ente pubblico, ‘tenendo conto dei rapporti intercorsi tra lo stesso e l’industria farmaceutica dei vaccini e delle prove depositate agli atti dell’associazione’”.
Viene ancora dettagliato: “Tra queste prove ci sono nuovi elementi sui rapporti tra il presidente dell’Istituto e le case farmaceutiche. In particolare, il Codacons pubblica diverse iniziative a cui Ricciardi ha preso parte a vario titolo mentre era capo dell’ISS come commissario straordinario e da cui emergono anche ‘transazioni direttamente a favore del professor Ricciardi da parte di note case farmaceutiche produttrici di vaccini’. Tra queste transazioni anche diversi pagamenti direttamente all’Università Cattolica del sacro cuore per dei progetti sponsorizzati dalle case farmaceutiche. Università dove Ricciardi ha dichiarato che tornerà ad insegnare”.
Ottimo e abbondante pedigree, quello griffato Ricciardi, per approdare nei centri di potere della spesa sanitaria in Europa.
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Un commento su “WALTER RICCIARDI SUPERSTAR / DAI SET CON MEROLA AI MILIARDI IN PILLOLE”