Fake news armate contro il possibile esecutivo 5 Stelle – Pd.
Avete sentito che tutti i social – a quanto pare – segnalano montagne di crescenti proteste verso i vertici pentastellati, accusati di tradimento per la trattativa con il Pd?
Niente di più falso. Secondo un sondaggio che sembra avere i crismi di trasparenza, almeno, le cose sono diametralmente opposte: il 43 per cento è a favore di una alleanza con i Dem, mentre solo il 16 per cento pensa ad un ritorno con la Lega.
Secondo punto sul quale è bene cercare un minimo di chiarezza. Almeno fornendo delle cifre essenziali.
Si tratta del nodo del taglio dei parlamentari, storicamente invocato dai 5 Stelle e sul quale la Lega si trova perfettamente d’accordo. Un ottimo e abbondante terreno comune.
E’ una “cagata pazzesca”, come direbbe Fantozzi. Meglio dirlo una volta per tutte. Come è possibile invocare come punto prioritario e imprescindibile una stronzata simile?
Non si tratta di rompere con la Kasta, di spaccare le reni ai politici. Ma solo di tagliare un millimetro di unghia del mignolo. Di fare il solletico.
Di fare solo una “finta”. Tanto per buttar fumo in faccia al popolo bue.
Sapete a quanto ammonta il tanto strombazzato “taglio” o “risparmio”, come lo si vuol chiamare?
A 58 milioni di euro: quanto stimano le ultime rilevazioni effettuate dall’Osservatorio sui Conti Pubbliciguidato da Carlo Cottarelli. Si tratta -udite udite – dello 0,007 per cento della spesa pubblica. E non ci vuole certo James Bond per capire che è una formica nelle praterie – storicamente devastate da clientelismi e favoritismi d’ogni razza – della spesa pubblica, sempre senza controllo.
Quindi, per risparmiare praticamente niente (il costo di una caviglia di Cristiano Ronaldo), si decide di menomare la democrazia. Perché si tratta, comunque, di tagliare un terzo dei parlamentari. Quando in Europa si viaggia più o meno sulle stesse percentuali.
Ma chi ce lo fa fare di tagliare quei pochi brandelli di democrazia che restano sul campo per un pugno di dollari?
Dice: ma i parlamentari fanno schifo. Il discorso è un altro. Una selezione vera, e non branchi di ignoranti e ladri mandati allo sbaraglio e a pascolare nelle praterie di danari dello Stato, cioè di tutti noi.
Il nodo è: la moralizzazione dei partiti, che continuano a restare delle associazioni sgovernate, autoreferenziali e gestite in modi spesso e volentieri border line (se non vere e proprie associazioni a delinquere). Con una selezione di aspiranti e candidati del tutto inesistente.
Qui sta il problema. Non nel taglio puro e semplice.
Ma queste cose i 5 Stelle le sanno o devono ancora frequentare un corso accelerato di formazione politica per apprenderlo?
Perché il capo della Camera e candidato premier Roberto Fico non le spiega alle sue truppe? Non è mai troppo tardi. Ma è meglio farlo nelle prossime 24 ore.
Vanno segnalate le parole del numero uno della Cgil, Maurizio Landini, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. “Riconosco un ruolo a Giuseppe Conte. In Parlamento ha di mostrato coraggio politico e un profilo istituzionale importante quando, nel rispetto della Costituzione, ha messo il Paese nella condizione di sapere con trasparenza le ragioni della crisi e i problemi da affrontare. Inoltre, riconosco che è staro il presidente del Consiglio che ha riaperto i tavoli con le parti sociali”.
Parole sagge.
A proposito di tavoli. Cosa verrà fuori da quelli messi in piedi da 5 Stelle e Pd per un reale confronto sul programma da concretizzare nelle prossime ore?
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Un commento su “TAGLIO PARLAMENTARI / UNA CAGATA PAZZESCA”