Bagnoli, la sceneggiata non finisce mai. L’ultimo atto è rappresentato dalla bocciatura delle due proposte per la bonifica dell’area storicamente inquinata, sia da parte del Tar che del Consiglio di Stato.
Ora punto e a capo. Invitalia, ossia il carrozzone pubblico che provvede (sic) al destino delle aree, decide a questo punto di procedere da sola e di autoincaricarsi delle progettazioni.
Riavvolgiamo il nastro e cerchiamo di capirci qualcosa.
Il bando di gara parte un anno e mezzo fa, a febbraio 2018. Vede in lizza due società, Acquatecnoe Golder Associates, entrambe capofila di un raggruppamento d’imprese.
20 milioni di euro in palio, di cui un quarto (oltre 5 milioni) per la progettazione definitiva, la metà per quella esecutiva, 7 milioni e mezzo per la direzione lavori e quasi 4 milioni per la sicurezza.
Oltre un anno fa viene escluso un primo raggruppamento, per via di una polizza assicurativa non idonea. Resta a gareggiare, da solo, il secondo gruppo. Ma cominciano i ricorsi, che dopo una sfilza di sentenze vedono cadere tutte e due le offerte, ritenute irregolari.
A questo punto si torna nel deserto. E Invitalia pochi giorni fa decide di fare tutto da sola, autoassegnandosi il primo, basilare incarico per la progettazione.
“Abbiamo pensato di agire in fretta – dicono ad Invitalia– per evitare ulteriori danni”.
Aggiunge il commissario per la riqualificazione di Bagnoli, Floro Flores: “Invitaliaha le professionalità per lavorare. E poi le verranno affiancati tecnici ed esperti di altri enti pubblici, a cominciare dall’UniversitàFederico IIe dal Cnr”.
Una tragica sceneggiata che va avanti oltre un quarto di secolo, quella per il “futuro” (sic) di Bagnoli dopo la chiusura degli impianti della ex Ilva–Italsider. Anni dove sono stati sperperati centinaia di milioni di euro – oltre 250, secondo le ultime stime – anche per via del crac della partecipata del Comune di Napoli, BagnoliFutura, servita solo a foraggiare maxi consulenze per amici e compagni di merende. E’ ancora in corso, al tribunale di Napoli, il processo penale.
La situazione ambientale, intanto, è precipitata, con tassi di inquinamento pesantemente aumentati nel corso degli anni.
Un autentico sfascio, emblema di una città mai governata.
Dal canto suo il ministro per il Mezzogiorno, Barbare Lezzi, è stata per oltre un anno a guardare. Aspettando l’avvio di una riqualificazione delle aree che, appunto, deve ancora vedere il suo inizio.
Comincerà mai, la ormai mitica bonifica?
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