Lui non se ne frega. Per usare un commento più consono alla faccia tosta del vice ministro Rixi, amico intimo di Salvini, la frase giusta è “Me ne fotto”. Ha sperperato denaro pubblico per “sfizi” privati, dettagliatamente descritti dai magistrati, che gli hanno inflitto tre anni di carcere e spiccioli, oltre a l’interdizione a ricoprire incarichi istituzionali. Ora non ridete, per carità, la cosa è serissima. Rixi ha commentato la condanna con questa surreale dichiarazione: “Ho agito per il bene degli italiani”. E ha ragione. I soldi truffati agli italiani sono serviti a gratificare altri italiani, ovvero amici e parenti invitati a pranzi, cene e grandi bevute di birra in valpadana a quanti hanno partecipato a raduni del Carroccio. Ora non ridete, è una cosa serissima: Salvini, accettate le dimissioni di Rixi, per dimostrargli affetto e cristiana solidarietà, ha sgranato il rosario e ha annunciato senza arrossire di vergogna “Oggi stesso nomino Edoardo Rixi responsabile nazionale trasporti e infrastrutture della Lega, riconoscendogli capacità e onesta assolute” (!). Davvero commovente.
La pesca miracolosa di alleati per contare in Europa con l’iscrizione al club degli sovranisti euroscettici, dice male a Salvini. Ha risposto picche l’amico Orban, hanno rifiutato l’inglese Farage e la Cdu-Csu tedesca. E i pentastellati? Non è andata bene neppure a loro. Prima del voto Di Maio aveva trovato un’intesa con quattro partiti, ma ha superato la soglia dello sbarramento solo il croato Zivi Zidsolo che ottiene un eurodeputato. Troppo poco per contare a Strasburgo. I 5Stelle devono incassare anche il no dei verdi: “Abbiamo un capitale politico da difendere, immaginarsi come appariremmo se li prendessimo a bordo”.
Gli italiani ‘normali’, un tempo ben disposti nei confronti del ‘nuovo’ proposto dal grillismo si chiedono se basti turarsi il naso per convivere con la Lega senza essere contagiati da un alleato che a prescindere dai casi di Siri e Rixi, sottosegretari del Carroccio espulsi dal governo perché indagati o condannati, ha sul groppone un pacchetto di sindaci, assessori, eurodeputati, alle prese con i rigori della giustizia, a partire dalla condanna di Bossi e figlio, dai problemi giudiziari di Maroni, dalla condanna di Borghezio, dal caso dei 49 milioni di euro truffati allo Stato. Sono 38 le questioni giudiziarie in corso e riguardano una settantina di amministratori della Lega in otto regioni. Si è parlato molto di Siri e Rixi, si dice poco di Garavglia, un terzo sottosegretario leghista. La Procura ha chiesto per lui due anni di carcere per il reato di turbativa d’asta. Fontana, governatore leghista della Lombardia è accusato di abuso d’ufficio, ma l’elenco di indagati e condannati del Carroccio è fitto di nomi e di reati. La Repubblica spende una pagina intera per raccontarli tutti. Se ne consiglia la lettura ai vertici del movimento 5Stelle perché dica se basta turarsi il naso per accettare la contiguità con questo partner di governo.
Tempi moderni, che tipo monsignor Tosello. Esistesse un Nobel per i creativi sarebbe il candidato ideale. Che capiti una volta, pazienza, si spera che l’autore del furto di elemosine sia un povero cristo che le ha rubate per sfamare moglie e figli, ma se le ruberie si ripetono, allora no, bisogna porvi rimedio e voilà, spariscono le cassette, facilmente preda dei ladri e il monsignore le sostituisce in tre chiese di Chioggia, di sua competenza, con altrettanti bancomat. I fedeli possono scegliere fra tre opzioni: donazione di 1 euro per accendere una cero alla Madonna, tre per una messa dedicata e in alternativa offerta libera. Menù a tendina, touchscreen e accredito sul conto corrente della parrocchia. Sei pigro e non ti va di andare in chiesa? No problem. Puoi servirti di smartphone e connessione, andare sul sito
www.donatelumen.org, scegliere la chiesa e fare l’offerta. Puoi scegliere perfino l’altare del santo o della Madonna a cui donare e puoi comunicare a chi è dedicata la messa, la data scelta per celebrarla. Il monsignore telematico farà scuola? Nessun dubbio e si può scommettere che papa Francesco, l’innovatore, benedirà il bancomat ecclesiale.
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