CAROFIGLIO AL GRANDE ORIENTE / LA VERITA’ IN 21 ANAGRAMMI

Gran festa, al Palacongressi di Rimini, per l’annuale appuntamento con il Grande Oriente d’Italia, terminato con la “installazione” dei condottieri che guideranno il GOI per i prossimi anni, a partire dal riconfermato Gran Maestro Stefano Bisi.

Il quale nella sua allocuzione finale ha invitato la politica a lasciare in pace i 16 mila e passa affiliati al Goi, viste le turbolenze degli ultimi anni, dalle richieste di elenchi della precedente presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, alle ricorrenti richieste dei 5 Stelle di non far accedere i massoni agli alti ranghi della pubblica amministrazione.

La kermesse di Rimini ha visto la partecipazione di non poche guest star: dall’astronauta Paolo Nespoli al divulgatore tv Michele Mirabella, fino al magistrato e scrittore Gianrico Carofiglio, accolto con una vera ovazione.

Ecco alcune sue riflessioni e alcuni commenti riportati nel sito del Goi.

Scrivono al Goi: “Le verità è una locuzione che ha 21 anagrammi di cui tre interessanti: evitarla, rivelata, relativa”. Mumble mumble.

“Parole che corrispondono curiosamente ciascuna ad un differente approccio filosofico: allo scetticismo per il quale essa è irraggiungibile la prima; alla metafisica e alla religione che la impongono la seconda; alla pluralità dei punti di vista, che nulla ha a che fare con il relativismo, ma molto con la libertà di pensiero, la terza”. Un po’ oscuretto ma procediamo.

Carofiglio al summit del GOI di Rimini

“Lo scrittore Gianrico Carofiglio ha introdotto così, con il racconto di questa sua scoperta fatta per gioco, il tema ‘ I mille volti della verità’ che ha affrontato nel suo intervento tenuto nel tempio aperto al pubblico durante la seconda giornata dei lavori della Gran Loggia di Rimini. Con la sua eloquenza logica e stringente e incalzato dalle domande del giornalista Claudio Giomini, ha letteralmente affascinato l’uditorio”. Gran Maestro subito.

“Mi fa piacere essere qui – ha detto – è un’occasione per parlare di un argomento a me caro in un contesto inusuale”

Continua l’analisi dei comunicatori del Goi: “La riflessione sulla verità e sulle sue molteplici sfaccettature e implicazioni è infatti il filo rosso dei suoi romanzi, tra cui l’ultimo ‘La versione di Fenoglio’, e dei suoi saggi. Ma non solo. Carofiglio si è trovato a dover fare i conti con la verità non solo da autore di legal thriller, ma anche da magistrato quando è stato eletto senatore, e da quest’ultimo punto di vista ne parla nel saggio uscito nel 2018 che si intitola ‘Con i piedi nel fango’.

Quale deve essere dunque l’approccio nei confronti di ciò che accade intorno a noi? Secondo Carofiglio bisogna imparare a vedere le cose da punti di vista differenti. Come fa dire a Pietro Fenoglio, il maresciallo dei carabinieri piemontese trapiantato al Sud, che ha preso vita dalla sua penna, è lo strumento del dubbio metodico, il segreto, la chiave per non rimanere intrappolati nella rete delle proprie convinzioni e dei propri pregiudizi”.

“Noi tendiamo infatti a confermare le nostre idee. Gli psicologi – ha spiegato lo scrittore – parlano di confirmation bias, sostengono che guardiamo il mondo attraverso l’idea che ce ne siamo fatti andando alla ricerca delle conferme e non vedendo la disconferma. Tutti mentono ma pochi se ne rendono conto. C’è la menzogna per la sopravvivenza individuale e collettiva e le menzogne che diciamo per comodità o vigliaccheria e poi ancora quelle che diciamo a noi stessi per conformarci ad un’immagine dalla quale abbiamo paura di discostarci. Noi reinterpretiamo i fatti ai quali assistiamo o dei quali siamo protagonisti continuamente, li deformiamo secondo variabili del tutto personali”. Ma chi era Freud?

“E’ per questo che è un errore pensare che sia compito dei giudici e degli investigatori esprimere giudizi morali. La giustizia dovrebbe occuparsi di accertare un determinato fatto nel rispetto delle regole e chi la esercita dovrebbe costantemente sentirsi a disagio nel trovarsi a esercitare un potere che incide sulla vita degli altri, sulle loro libertà”. Parola di Montesquieu.

“Quanto alla politica, che impone spesso il confronto con cose non belle e non pulite, andrebbe praticata. Bisogna entrare nel fango – ha detto Carofiglio – attraverso il dialogo con chi la pensa in maniera diversa da noi. E il dialogo può essere appassionante e comunque è sicuramente la chiave dell’esercizio del pensiero critico, il mezzo che ci consente di sottrarci alle manipolazioni e di combattere i fanatismi”. Ovazione.


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