Ma chi era mai un Montanelli? Uno Scalfari? Oppure uno Zavoli?
Niente in confronto alla monumentale sagoma del protagonista assoluto dei Nuovi Media, Sangiuliano Gennaro, al secolo Genny, bassetto, tarchiatello, pelato come un uovo ma un cervello che erutta ogni cinque minuti, un vulcano sempre acceso, ‘O vesuvietto, una fucina di idee che neanche Einstein nel periodo di massima creatività.
E per fortuna che quel Genio è prestato alla Tivvù di Stato nella nuova era gialloverde, per soddisfare l’inesauribile sete sempre inappagata degli italiani, e ora invece ampiamente soddisfatta da quella Fonte di Verità. Perchè tutti, a quella Fonte cristallina, possano abbeverarsi e accrescere il loro Sapere.
Ma il Vate partenopeo può dare di più.
Ecco cosa profetizza possa accadere la Repubblica firmata da Carlo Verdelli, uno che conosce la Rai, come le sue tasche.
Un Sangiuliano “sempre più protagonista assoluto della Rai sovranista: non a caso è lui, e non Foa, il vero candidato della Lega al posto di amministratore delegato della Rai in caso di ribaltone”. Così scrive Goffredo De Marchis per il quotidiano fondato da Scalfari.
Fanno le capriole e si rotolano dalle risate al Pascale di Napoli, il più grande presidio antitumori del Mezzogiorno, un tempo feudo della famiglia De Lorenzo, dal padre-patriarca Ferruccio a Sua Sanità Francesco. “Lo ricordiamo ancora tutti – racconta un ricercatore sindacalista – quando scodinzolando portava le due borse, del padre e del figlio, seguendoli due passi indietro e capo chino. Allora gli diedero in premio la direzione del giornalino interno, ‘Amici del Pascale’, poi lo piazzarono in alcune iniziative del Pli di Renato Altissimo e De Lorenzo come L’Opinione del Mezzogiorno, quindi in sella al canale televisivo che faceva capo alla trimurti Pomicino-Di Donato-De Lorenzo, Canale 8”.
Ma veniamo ad oggi. Tutti dovete ricordare il 12 marzo come una data storica: perché il Maestro Sangiuliano ha impartito una vera lectio magistralis – udite udite – davanti agli attoniti membri alla Commissione Esteri del Senato, sui rapporti Italia-Russia.
Sorge spontanea la domanda: ma l’ottimo Genny non dovrebbe parlare davanti alla Commissione di Vigilanza Rai, che fino a prova contraria ha competenza per le questioni in campo informativo? Pronta la risposta: alla Commissione Esteri c’era bisogno (come ha espressamente chiesto il forzista Lucio Malan) d’essere illuminati sull’andamento storico dei rapporti tra il nostro paese e dello ex comunista, a partire dalla rivoluzione d’Ottobre. E chi meglio dell’Uomo che sa ogni cosa di quella materia? La cui Mente liberale, germogliata all’ombra di Sua Sanità, è tanto aperta da poter fornire ogni notizia, ogni commento, insomma ‘Tutto’ su quell’impero dai tempi di Lenin a quelli di Putin, oggi venerato come il leader Maximo dallo Sceriffo Matteo Salvini e dal sempre presente Silvio Berlusconi?
La Visione griffata Genny è a 360 gradi, avendo dottamente scritto non solo delle esperienze capresi del mitico bolscevico e dei suoi tuffi tra i Faraglioni, ma poi anche – in apposite agiografie – di Lady Hillary Clinton e dell’attuale re Donald Trump.
Ma cosa volete di più? Il meglio del meglio tra le praterie della Storia, grazie al Verbo cristallino del Vate alla cui Fonte far bere ettolitri di Verità al Popolo Bue. E, soprattutto, Sovrano.
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