Capodanno amaro per l’ex sindaco di Milano Letizia Moratti. Una pesante condanna “per colpa grave” inflitta dalla Corte dei Conti per un totale che supera il milione di euro, per la precisione 1 milione 82 mila per la vicenda delle “consulenze d’oro” anche a carico della sua giunta, diventa ora definitiva, dopo un iter durato dodici anni.
Ecco i fatti. Nel 2006 al comune di Milano è tempo di assunzioni facili, incarichi a parenti e amici, consulenze a go go, perfino a non laureati e a chi non ha competenze per i ruoli assegnati. Tra tutti, spiccano 11 incarichi professionali “esterni” e di “consulenza” assegnati a non laureati; nonché la nomina di 6 addetti stampa pagati “troppo”, come osserva la Corte dei Conti. E pensare che quell’ufficio stampa e comunicazione non era certo sguarnito, potendo già contare sulla bellezza di 14 giornalisti. Per un totale che raggiungeva quota 20.
Commentano a palazzo Marino: “Fu una vera follia, forse Milano è Tokyo o New York? Venti giornalisti quando ne sarebbero bastati 5 o 6 al massimo. Solite manovre clientelari per favorire gli amici, senza mai rispettare alcun bando, alcuna forma concorsuale, alcuna regola. Mentre tanti altri colleghi stanno a spasso”. Quella degli addetti stampa negli uffici pubblici (enti locali, asl e via di questo passo) è una delle piaghe più eclatanti nel settore (come dimostra l’impegno che sta profondendo su questo fronte il Difensore civico della Campania, mentre in Lombardia tutto tace).
Torniamo a quella giunta Moratti. E ricostruiamo per sommi capi l’iter giudiziario della vicenda.
In primo grado la Corte dei Conti della Lombardia condanna Moratti & C., ed il danno erariale viene quantificato in 390 mila euro.
La Corte d’Appello centrale di Roma conferma il merito e rincara nella quantificazione del danno: 1 milione 82 mila euro, di cui la metà in capo a Letizia Moratti.
Anche dalle Sezioni Unite della Cassazione arriva un secco no. Il ricorso viene respinto perchè dichiarato “inammissibile”.
Arriviamo a fine anno 2018, l’ultima, definitiva pronuncia. Ribadita la condanna e gli importi per il risarcimento. Caso mai ci saranno un po’ di interessi in più maturati nel frattempo.
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