“Oltre il manicomio: la ricerca di Sergio Piro e le lotte anti-istituzionali in Campania” è il titolo della Mostra fotografica e documentaria che si inaugura alla Biblioteca Nazionale di Napoli, Sala Esposizioni, il prossimo martedì 11 dicembre alle ore ore 16.30. A 40 anni dal varo della storica Legge 180 che abolì i manicomi, la mostra, che resterà aperta fino al 31 gennaio 2019, celebra anche uno dei padri della rivoluzionaria riforma: lo psichiatra napoletano Sergio Piro.
Il 13 maggio 1978 veniva infatti approvata in Parlamento la legge 180 di riforma psichiatrica “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”. Approvata quasi all’unanimità, la legge 180 avrà tuttavia un iter difficile nella fase di realizzazione.La riforma si ispirava alle esperienze di superamento dell’ospedale psichiatrico sviluppatesi in Italia a partire dall’inizio degli anni ‘60, quando alcuni giovani psichiatri in manicomi di provincia, per primi Franco Basaglia a Gorizia e Sergio Piro a Materdomini, denunciano la patologicità dell’istituzione manicomiale ossia quanto la costrizione, l’elettroshock, i farmaci, la reclusione e l’inerzia creino o aggravino molte delle patologie dei sofferenti psichici nelle “istituzioni totali”.Intorno a loro si muove una società in rapida evoluzione: gli anni ‘60 vedono nascere movimenti studenteschi e operai, un risveglio delle coscienze sui diritti civili e contro ogni emarginazione. Le denunce in campo psichiatrico trovano quindi ascolto nella stampa grazie all’attenzione costante di giornali quali, in Campania, Il Mattino, La voce della Campania, ma anche periodici a livello nazionale come L’unità, Paese Sera che creano un’opinione pubblica attenta e critica nei confronti dell’istituzione manicomiale. A fianco di Sergio Piro, delle sue denunce e della “comunità terapeutica” da lui organizzata a Materdomini, si schierano giornalisti come Ciro Paglia del Mattino e fotografi come Luciano D’Alessandro le cui foto fatte a Materdomini durante 3 anni (‘65-’68) e poi pubblicate nel volume Gli esclusi, scuotono profondamente l’opinione pubblica. Grazie all’attenzione dei media si crea quindi una temperie culturale e politica favorevole alla chiusura dei manicomi che si realizza con il varo della legge 180/78.I problemi che seguono l’applicazione della legge sono legati soprattutto al fatto che la legge demanda alle regioni in compito di realizzare strutture alternative all’internamento e anche laddove, come in Campania, questa legge è fatta relativamente presto (1/1983) e prevede, grazie al contributo fondamentale di Sergio Piro, una presenza capillare sul territorio di strutture finalizzate alla Salute mentale ossia alla prevenzione, contenimento e cura della sofferenza mentale la legge purtroppo trovò scarsa applicazione e quindi spesso il problema dei sofferenti mentali si scarica sulle famiglie.Tuttavia l’afflato innovatore di Sergio Piro non si ferma all’azione di denuncia e di proposizione di un nuovo modello terapeutico: fondamentale per lui è la formazione di medici e operatori della Salute mentale affinché questo patrimonio di esperienze innovative non vada perso. Universitari, insegnanti, medici e operatori passano quindi nella Scuola di Piro che ha diverse fasi e genera moltissime pubblicazioni che ne testimoniano lo sforzo teorico e la valenza didattica.
Nella foto Sergio Piro
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