EMANUEL MACRON & L’ ELISEO / UN COVO DI MASSONI, AFFILIATI DELL’ISIS O COSA ?

Un clamoroso autogol dopo la sbornia per la vittoria al Mondiale pallonaro? Una improvvisa passione tra padrone e bodyguard come nei copioni degli Studios? O cosa altro dietro   quell’incrocio tra spy story e una sceneggiata con stracci che volano insieme a documenti più che bollenti?

E’ la story estiva che fa andare in tilt non solo il gossip di mezzo mondo, ma anche in fibrillazione Cancellerie e Palazzi che contano: stiamo parlando, of course, del personaggio del giorno, il guardaspalle (e chissà cos’altro) più gettonato sui social, Alexandre Benalla, alto il doppio del suo buana, il presidente dell’Eliseo Emanuel Macron, che in una delle tante foto dei paparazzi lo rimira estasiato e accoccolato alla sua spallona destra.

Gossip a parte che certo non fa andare su tutte le furie l’algida Brigitte, ne stanno volando di tutti i colori, soprattutto sul fronte politico, perchè in questo momento ribollente sullo scacchiere internazionale il ruolo della Francia è assolutamente strategico, e le fresche fibrillazioni con l’Italia e la Germania non sono roba da poco.

Partiamo dalla polpa, la sostanza, lasciando da parte il gossip, che riduciamo alla prima dichiarazione al vetriolo rilasciata dal prefetto di Parigi, Michel Delpuech: “Derive individuali, inaccettabili, condannabili, in un quadro di favoritismi malsani”.

Certo, riferiti all’erede di Hollande e Sarkozy, non sono latte e miele.

UN BODYGUARD MASSONE E CON AMICI BORDER LINE ?

Il prefetto di Parigi Michel Delpuech. In apertura Emanuel Macron con Alexander Benalla

Eccoci ai fatti. Che pubblichiamo per un preciso dovere di cronaca, ma andranno con attenzione verificati e valutati dalla magistratura transalpina e dalle autorità competenti. Se basta.

Lo storico Maurizio Blondet la spara grossa: “Benallà era affiliato al Grande Oriente di Francia, collegato con la Loggia Emir Abder Kader”. Un eroe della storia egiziana, quest’ultimo, un ‘indipendentista’. Per capirne di più sulla massoneria egiziana, nordafricana e di tutto il bacino del Mediterraneo conviene consultare studi e ricerche condotte in modo molto minuzioso da Emanuela Locci, autrice de “La Massoneria nel Mediterraneo”, ricercatrice al DISPI, ossia il Dipartimento di Scienze Politiche all’Università di Cagliari.

Sintetizzando il tutto, la massoneria egiziana è in qualche modo una costola, ‘un esperimento’ all’interno al corpo massonico francese, in genere restio ad inclusioni indigene. E infatti, la prima versione della Loggia Regolare d’Egitto” finì nel 1954. Per poi rinascere oltre mezzo secolo dopo, nel 2007. Ma nel frattempo s’è registrata un’inversione di 180 gradi: se infatti la prima Loggia era d’ispirazione transalpina, la seconda è di marcata ispirazione britannica.

Prima di tornare agli incroci massonici internazionali, altre news non da poco su Benallà E la sua band. Fonti investigative internazionali riferiscono di un legame tra lo stesso Benallà e alcuni personaggi che direttamente o indirettamente sono stati coinvolti nelle stragi che hanno insanguinato la Francia, come quella del Bataclan e quella (mancata) allo Stadio di Parigi. Se provato, una bomba.

Non bastava, evidentemente, un solo body guard al delicato Macròn. E a reclutarne un secondo provvede proprio Nembo Benallà che chiama un altro fedelissimo, tale ‘Markao’. A quanto pare un personaggio dal pedigree non proprio adamantino: risulta, infatti, a sua volta legato ad Award Bendaud, un ‘delinquente comune’ che ha ammesso davanti agli inquirenti di aver ospitato in un appartamento a Saint Denis due tipi appena conosciuti: “non sapevo nemmeno chi fossero”, ha confessato candido come un giglio. Ed invece ruotavano intorno al gruppo di fuoco del Bataclan. Seconda bomba più forte della prima. Ma in che razza di Eliseo – se anche solo qualcuna di queste  circostanza venisse confermata – ci troviamo?

Un covo massonico, una succursale dell’Isis o cosa?

Uno che aveva tutte le porte aperte e gli accessi più facili al mondo, l’onnipresente Benallà. Poteva entrare e uscire tranquillamente dalla sontuosa Villa Touque, la maison d’amour di Brigitte ed Emanuel: e lui, il bodyguard “viveva in perfetta intimità con la coppia presidenziale”, sparano i gossippari transalpini.

Giorgio Sapelli

Forse più strategico il libero accesso alla “Assemblea Nazionale”. Consentitogli da un personale bedge ricevuto dal DGSI (il servizio di spionaggio interno) che fornisce una sorta lasciapassare di Secret Defense, del quale possono godere i parlamentari.

Racconta Giorgio Sapelli, l’economista e candidato in pectore per una nottata alla premiership, poi scavalcato da Giuseppe Conte: “ho seguito a lungo le mosse pre presidenziali e poi presidenziali di Macròn. La newsletter ufficiale inviata ogni mattina dallo staff di Macron aveva nel suo indirizzario anche quello del Grande Oriente di Francia. Mi sono fatto una certa convinzione, ossia che Macròn abbia seguito fino ad un certo punto il cammino del Grande Oriente, che ha una spiccata connotazione socialista, per poi virare a destra e rispondere ai desiderata dei gruppi forti del potere francese. Più precisamente mi sono reso conto che Macròn esprime una parte del potere francese legato ad altri circuiti massonici più conservatori, come il Rito Scozzese Antico e Accettato, che è la massima espressione inglese legata alla Casa Reale”.

IL GRANDE AMICO INCAPPUCCIATO, JACQUES ATTALI

Ancora più esplicito l’economista transalpino Jacque Attali, il quale a botta calda, dopo l’ascesa all’Eliseo del 23 aprile 2017, sostenne: “Vi spiego io chi è Macròn, un supermassone oligarchico di livello internazionale”.

Secondo Giole Magaldi, autore di un’autentica enciclopedia sulle più potenti logge massoniche mondiali (le cosidette UR Lodgdes), Macròn fa capo alla Three Eyes, una delle più influenti, fondata da Henry Kissinger ed alla quale, tra gli illustri italiani, farebbe capo anche l’ex presidente della repubblica Giorgio Napolitano.

Una splendida carriera nella superbrocrazia francese, quella griffata Macròn, sempre al seguito del maestro Attali che lo ha introdotto negli ambienti che contano dell’Eliseo, dopo la laurea all’ENA, ossia la super Università per la burocrazia. Il suo cursus honorum, infatti, pur giovanissimo, è inarrestabile: consigliere economico dell’Eliseo, poi direttamente ministro dell’Economia. Senza dimenticare qualche consulenza prestigiosa che non fa mai male, come al super gruppo statunitense  Rotschield o la partecipazione a qualche super summit, come quello dei Bilderberg, i potenti della terra, tenutosi quest’anno ai primi di giugno a Torino.

Gioele Magaldi

Chiudiamo con qualche piccolo ‘segnale’ e due battute.

Tra i primi c’è chi fa notare la presenza costante, sulla sua scrivania presidenziale, di due oggetti: sullo schermo del suo I Phone c’è l’immagine di un gallo, che secondo gli esoteristi è un tipico simbolo massonico. Sulla stessa scrivania fa poi capolino un orologio “a quadrante doppio”. Senza dimenticare quell’Inno alla Gioia intonato nella notte della vittoria che ha fatto andare in visibilio non solo i parigini e gli amanti della musica, ma anche folte schiere massoniche.

La prima battuta, invece, venne pronunciata a Attali a proposito delle polemiche continue sull’euro: “Ma cosa credono, che l’euro l’abbiamo inventato per la felicità della plebaglia europea?”.

Eccoci poi alla gaffe in diretta, nel salotto di Otto e Mezzo, sotto gli occhi sgranati di Lilli Gruber, pronunciata da un altro economista, Marc Lazard, invitato a commentare il dopo voto, una sorta di gioco di parole un po’ complesso da afferrare-tradurre ma che suonava in questo modo: “Macròn? Machone? Ah, massone”.


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