SANITA’ A NAPOLI / ARRIVANO I PATRICIELLO

Grandi manovre nel mondo della sanità privata partenopea. La storica clinica “Mediterranea” di Napoli, per anni feudo incontrastato della famiglia Chiariello, oggi celebra un matrimonio storico: quello con la dinasty dei Patriciello.

L’accorsata clinica di Mergellina, infatti, unisce i suoi destini scientifici, economici e imprenditoriali con il potente gruppo molisan-casertano dei Patriciello, una famiglia che da decenni ha allargato i suoi orizzonti d’affari. Prima cavaioli, quindi impegnati nel settore del calcestruzzo, poi tuffatisi nel mattone, hanno quindi pensato bene di diversificare i loro interessi, puntando dritto al business sanitario. E soprattutto mettendo in piedi, una dozzina d’anni fa, un piccolo impero di strutture e cliniche private, oggi diventato un vero e proprio colosso.

A capo della dinasty i Patriciello, con il numero uno, Aldo, che ne ha viste di tutti i colori nella sua carriera imprenditoriale, politica e anche giudiziaria. Per sua fortuna ha potuto puntare su alcune stelle polari che non l’hanno mai abbandonato. 

In prima fila Paolo Cirino Pomicino, il quale ha avuto – fra i tanti altri – soprattutto un pregio: quello di presentare Patriciello ad Antonio Di Pietro. La storia risale a parecchi anni fa, quando ‘O Pm aveva appena abbandonato la toga e non vedeva l’ora di buttarsi in politica. Un’impresa non poi così facile. E chi fu mai il suo Arcangelo? Ovviamente ‘O Ministro, che in occasione delle prime elezioni amministrative molisane alla quali ‘O Pm si presentava riuscì a garantirgli un gigantesco pacchetto di voti – consegnatogli da Aldo Patriciello – grazie al quale riuscì a balzare su uno scranno regionale.

Da lì in poi una strada tutta in discesa. Dai lidi centristi a quelli ‘sinistri’ il salto non fu certo lungo, ed ecco il patto del Mugello stretto con Massimo D’Alema per conquistare uno scranno senatoriale nello scontro diretto con Giuliano Ferrara. 

Da allora in poi le vita parallele di Pomicino, Di Pietro e Patriciello sono filate lisce come l’olio. 

Antonio Di Pietro. Sopra Aldo Patriciello

Un Pomicino sempre in piedi, abituèe di tutti i salotti tivvù, presidente da sette anni della Tangenziale di Napoli, costola strategica e mangiasoldi di Autostrade d’Italia; un Di Pietro che per un anno ha coltivato la stessa passione per le autostrade, in sella alla Pedemontana Lombarda (che ha sfiorato il crac, salvata solo dai miliardi pubblici delle banche amiche, Intesa in testa); e un Patriciello per anni parlamentare europeo, senza dar minimo cenno della sua esistenza nelle aule Ue. E nel frattrempo, per mister calcestruzzo & bisturi, le rogne giudiziarie da novanta sono finite regolarmente in naftalina. 

Adesso mister Patriciello, dopo essersi per anni fatto le ossa nella sua Venafro e nel suo impero targato Neuromed, capace di ottenere le più brillanti convenzioni e partnership con le università romane, fa il salto nel salotto buono della sanità napoletana. 

Ed entra dalla porta principale, diventando socio del fondatore storico della clinica, Luigi Chiariello, per anni senatore Dc. Il cda risulta oggi così composto: presidente Chiariello, membri Francesca Maderna, Paolo Galdo, Giovani D’Amato, Marco Patriciello e Gabriele Trombetta. Molti cognoni ‘altisonanti’ nella Napoli che conta: non solo ‘tituli’, ma anche milioni.

Intanto, la sanità pubblica in Campania è sempre più allo sfascio. Eternamente commissariata (alla guida il governatore tuttofare Vincenzo De Luca), sperperi colossali, liste d’attesa chilometriche, clientelismi d’ogni razza, affari d’ogni sorta alla faccia dell’erario pubblico. 

Insomma, quell’Inferno che solo la penna di Giorgio Bocca, undici anni fa, riuscì a descrivere.    


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