RENZI – VISCO / ATTACCO STRUMENTALE E TARDIVO

Ferdinando Imposimato. In apertura Matteo Renzi e Ignazio Visco

Ferdinando Imposimato. In apertura Matteo Renzi e Ignazio Visco

L’attacco del PD al Governatore Visco è strumentale e tardivo. Mentre Matteo Renzi inzia il suo giro elettorale in treno, il gruppo dem, agganciandosi alla petizione del M5S contro Visco, ha chiesto la testa del Governatore. Con l’appoggio di giornali, radio e TV, per fare credere che la richiesta sia diretta a moralizzare la Banca d’Italia.

Ma noi non abbocchiamo all’amo delle bugie di Renzi. Il Governo Renzi, al momento dello scandalo di Bancaetruria, versava in vari conflitti di interesse. Maria Elena Boschi, Ministro delle riforme, aveva partecipato alla emanazione del decreto legislativo 180 del 16 novembre 2015. Il 6 dicembre 2015 denunziai il conflitto di interessi in cui versava il Governo Renzi per la posizione di Boschi. Scrissi: «Il decreto è stato emesso da un Governo che, per la presenza di un suo membro, versa in conflitto di interessi nel salvataggio di quattro banche, di una delle quali era vicepresidente il padre della Ministra Boschi».

La mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Boschi, promossa dal M5S, fu bocciata dalla Camera, nonostante fosse sacrosanta, dopo il decreto legislativo 180. Che conteneva non solo il “salva banche”, ma una norma che danneggiava i risparmiatori nel loro diritto «ad agire in giudizio per la tutela dei loro diritti di credito», secondo l’articolo 24 della Costituzione.

Maria Elena Boschi

Maria Elena Boschi

Scrissi che non era esatto sostenere che il membro del CDA di Banca Etruria, Federico Boschi, non avesse avuto responsabilità nel dissesto. Una delle tardive contestazioni di Bankitalia, guidata da Visco, riguardava le «garanzie consortili, non risultate attivabili nel 23% dei casi, mentre le fideiussioni sono risultate nel 91% dei casi inefficaci». Una situazione grave, alla quale il CDA non aveva fatto fronte (Corriere della Sera, 19 dicembre 2015, articolo di Fiorenza Sarzanini).

Nella tardiva relazione di Bankitalia si parlava di «finanziamenti concessi senza comunicare di essere in conflitto di interessi, visto che le società erano riconducibili a Rosi e Nataloni». «Nella relazione ci sono 11 punti dei quali deve rispondere l’ex vicepresidente Boschi e attengono all’intera gestione patrimoniale», scriveva ancora Sarzanini. Il capo del team Bankitalia, Emanuele Gatti, «che fece l’ispezione su Banca Etruria dal dicembre 2012 a settembre 2013», rilevò: «Etruria è stata governata da consiglieri di amministrazione quasi tutti privi di competenze specifiche» in materia bancaria», «da un CDA, (di cui faceva parte Federico Boschi, ndr), che aveva abdicato al proprio ruolo» e «accettava in modo acritico le decisioni del direttore generale Luca Bronchi, sotto inchiesta per ostacolo alla vigilanza» (Repubblica, 21 dicembre 2015). In Banca Etruria si era formato «una sorta di direttorio parallelo e poco trasparente: la commissione consiliare informale.Vi sedevano il Presidente Luca Rosi e i due vice, Alfredo Berni e Pierluigi Boschi» (Repubblica, 21 dicembre 2015).

etruriaNella risposta ad Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle l’Antitrust escluse che il comportamento della Boschi rientrasse nei due casi previsti dalla legge. A parte il fatto che la legge Frattini era stata fatta dal Governo Berlusconi, e non è una legge seria, l’Antitrust osserva che la Boschi partecipò solo alla riunione del consiglio dei ministri del 10 settembre, quando fu approvato lo schema preliminare del decreto legislativo 180 da inviare alle commissioni parlamentari per il parere. Feci notare che il testo varato il 10 settembre 2015 era rimasto identico a quello finale del 13 novembre 2015. Non solo. E non risultò che la Boschi avesse formalmente espresso il suo dissenso rispetto al decreto rivolto a salvare le quattro banche, tra cui quella del padre della Boschi.

Conclusione: Ignazio Visco è intervenuto male e in ritardo, senza opporsi alla legge salva banche. Ma questo non scagiona il duo Renzi-Boschi, che varò una legge contro i diritti dei risparmiatori di Banca Etruria e delle altre banche.


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