Mistero a palazzo Chigi. Nel più totale riserbo il premier Paolo Gentiloni ha incontrato il miliardario-filantropo George Soros. Un summit del tutto ignorato dai grandi media e delle tivvù. Di cosa avranno parlato i due? Dello shopping di aziende italiane che Soros sta per mettere in campo sulle ceneri del Belpaese, una sorta di corsa ai saldi?
Oppure di ONG, preoccupato dell’indagine della procura di Catania e del j’accuse di Frontex, Soros, visto che parecchie tra le più grosse ONG sono a lui riconducibili, o perchè controllate direttamente oppure perchè da lui massicciamente e filantropicamente finanziate?
Staremo a vedere. Ma il silenzio che ha circondato l’incontro suscita scenari non poco inquietanti. Soprattutto per il ruolo che l’Italia rischia di accentuare sempre di più: mercato di aziende e mercato di migranti. Siamo ormai niente più che carne da cannone.
IL DOSSIER ITALIA SUL PIATTO DI SOROS
Da mesi sul tavolo di Soros fa bella mostra il “dossier Italia”, affidato alle cure di uno dei suoi consulenti più fidati, Shanin Vallée, da due anni senior economist del Soros Fund, ex adsivor economico del presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy e del ministero dell’economia francese. Nel suo pedigree anche la super cupola economica di Brugel, sorta di mini Bilderberg, costituto nel 2005 a Bruxelles e storicamente animato da Mario Monti.
Il dossier Italia è caldo. Dal canto suo Soros è già presente, con i suoi tentacoli, nei palazzi dell’economia e delle finanze di casa nostra, attraverso il possente fondo Blackrock, di cui è advisor, e il Quantum Group of Funds di cui è il fondatore. Le partecipazione – per un totale di oltre 2 miliardi di dollari – sono da non poco: banche ma non solo, perchè il magnate di origini ungheresi è riuscito a mettere le mani su interessanti fette azionarie di Enel, Eni, Generali, Mediaset, Telecom Italia, per citare i piatti più succulenti.
Nota un analista di piazza Affari: “Nel suo dossier, comunque, spuntano ancora una volta le banche, a quanto pare ha intenzione di intervenire su uno o più fronti, per portare un po’ di liquidità ma al solito in modo super speculativo, compro 3 al prezzo di metà. Nel mirino, naturalmente, il Monte dei Paschi di Siena, Unicredit e anche le banche venete. Con Gentiloni pare abbia parlato anche della montagna di crediti deteriorati che da sempre assilla il nostro paese: per i suoi conti sono un semplice stuzzichino, visto che la sua fortuna è stimata in oltre 25 miliardi di dollari”.
Che ne fanno il ventottesimo uomo più ricco della Terra. Ma anche il vampiro più attrezzato, capace di mimetizzare la sua aggressività attraverso le più svariate iniziative umanitarie, che vanno dalle battaglie anti Trump, ai premi per la stampa libera, fino ai maxi fondi per le ONG.
CRAC & SCOMMESSE
Nel curriculum di Soros spicca, un quarto di secolo fa, l’assalto alle casse della Banca d’Inghilterra, alla quale, da perfetto prestigiatore dei conti finanziari, riuscì nell’impresa di far svalutare la sterlina. E lui, che aveva scommesso su quel crollo, ci ha guadagnato in pochi giorni quasi 1 miliardo e mezzo di dollari. In piccolo fanno lo stesso i camorristi: come quando scommisero sulla sconfitta del Napoli per lo scudetto fine anni ’80, oppure sulla débacle di Pantani al Giro d’Italia 1999, la maledetta tappa a Madonna di Campiglio.
Stesso copione anche con l’Italia, quando fummo costretti – governo Amato – a svalutare la lira del 30 per cento, rimettendoci l’osso del collo finanziario e costringendo Bankitalia ad attingere dalle riserve una cinquantina di miliardi di dollari per salvarci dal crac. E ora Soros viene ricevuto in pompa magna a palazzo Chigi…
Tra i protagonisti dei più recenti default, mister Soros, anche in occasione dei crolli 2007 e delle stesse vicende greche. “Quando c’è un Paese in difficoltà – nota l’analista milanese – c’è sempre il suo occhio vigile e attento. Sa bene come fare affari e diventare sempre più stramiliardario sui fallimenti o quasi dei paesi e sulle lacrime e sangue dei cittadini. E poi fa l’umanitario…”.
E arriviamo allora a bomba, alle ONG. Ecco cosa ne pensa Giulietto Chiesa. “Sono convinto che dietro le ragioni umanitarie c’è un disegno ben preciso da parte di alcune ONG che è quello di creare difficoltà all’Europa. Questo disegno proviene da organizzazioni non governative americane che dispongono di finanziamenti enormi e che possono permettersi di incidere sull’equilibrio politico dei paesi europei presi di mira. Noi siamo tra questi paesi”.
E ancora: “Alcune di queste organizzazioni secondo le accuse sono finanziate dai servizi segreti americani. La gente è abituata a considerare queste Ong neutrali, quando in realtà non lo sono affatto. Non mi riferisco alle persone che vi lavorano e che sono certo lo fanno in buona fede, ma dietro chi le finanzia sicuramente esige dai loro capi determinati servigi”.
TUTTE LE SIGLE UMANITARIE
Ecco cosa scriveva, due mesi fa, prima che scoppiasse il caso ONG, Gian Micalessin: “Solo ieri in Sicilia ne sono sbarcati 1.500 recuperati grazie al solerte impegno delle navi soccorso gestite da organizzazioni umanitarie che annoverano tra i propri finanziatori la Open Society e altri gruppi legati a Soros. Una galassia a cui l’ottuagenario filantropo ha promesso il 20 settembre scorso investimenti da 500 milioni di dollari per favorire ‘l’arrivo dei migranti’. Investimenti destinati a contrastare le politiche europee e a mettere a rischio la sovranità dell’Italia e di altre nazioni. Il primo a capirlo è il capo di Frontex, Fabrice Leggeri, intervenuto di recente per criticare la tendenza a soccorrere i migranti ‘sempre più vicino alle coste libiche’, spiegando come questo incoraggi i trafficanti a stiparli ‘su barche inadatte al mare con rifornimenti di acqua e carburante sempre più scarsi rispetto al passato’. Le parole di Leggeri rappresentano una esplicita denuncia delle attività di soccorso marittimo finanziate da Soros. Dietro le operazioni di navi di grossa stazza, come il Topaz Responder da 51 metri del MOES, il Bourbon Argon di MSF o l’MS di Sea Eye ci sono quasi sempre i finanziamenti del filantropo. Finanziamenti che garantiscono il trasferimento nei nostri porti di migliaia di migranti illegali”.
Continua Micalessin: “L’aspetto più inquietante di questa vicenda è come questa flotta di navi fantasma, battenti bandiera panamense (Golfo Azzurro, della Boat Refugee Foundation olandese, e Dignity 1 di MSF), del Belize (il Phoenix di MOAS), o delle isole Marshall (il Topaz 1 di MOAS) punti a realizzare politiche dissonanti rispetto a quelle europee e italiane”.
Poi: “Un articolo pubblicato sul sito dell’organizzazione maltese MOAS da un giornalista ospitato sulla nave Topaz Responder descrive un’operazione con tutti i crismi dell’illegalità. L’articolo racconta il soccorso di 650 migranti recuperati ‘nella notte tra il 21 e il 22 novembre a 20 chilometri dalle coste libiche’ e poi portati in Italia. Un’esplicita ammissione di come la ‘flotta umanitaria’ operi ampiamente dentro il limite di 12 miglia (22,2 chilometri) delle acque territoriali. Un limite entro il quale sarebbe obbligatorio riportare i naufraghi a terra”.
Abbiamo più volte letto di MOAS, una delle reginette tra le Ong più umanitarie. Sta per Migrant Offshore Aid Station, fondata da Regina Catambrone e dal suo consorte, un nobilotto inglese. I due, quattro anni fa in vacanza dorata a Lampedusa, vennero colpiti dalle storie dei migranti. E decisero di cambiare vita: basta salotti e vip, solo barche e profughi. Detto fatto, mettono su la sigla, “finanziata privatamente da mio marito e da me – spiega lady Catambrone – e anche da moltissimi donatori che credono in quello che facciamo, nella nostra professionalità e correttezza e per questo decidono di contribuire alla nostra missione”.
SOCCORSI REALI
Ma la gran parte dei fondi – si viene a scoprire – arrivano ai due missionari dalle generose casse di mister Soros, attraverso una catena societaria che si compone principalmente di due veicoli: Avaaz.org e MoveOn.org, altrettanti vascelli dell’onnipresente filantropo.
Non basta, perchè il marito di Regina, il milionario Christopher Catambrone, appare nella list dei generosi donatori per la campagna pro Hillary Clinton, con un contributo pari a 416 mila euro.
Non è finita. La coppia più bella del mondo può contare su un amico che a sua volta conta: non solo i soldi, ma anche le amicizie. Si tratta di Ian Ruggler, un cognome che davvero ruggisce, come quando si rimboccava le maniche per ributtare a mare i migranti che cercavano di sbarcare a Malta.
Ciliegina sulla torta, la professione del trentratreenne Chris, big delle polizze. E’ infatti al timone di Tangiers Group che così viene descritta: “una società multimilionaria che si occupa di fornire assicurazioni in zona di guerra a consulenti dell’esercito statunitense, lavoratori di ONG, giornalisti e missionari”. Capito?
Mitica un’intervista di qualche mese fa rilasciata dalla coppia reale al Guardian. “Dopo il nostro viaggia a Lampedusa ci siamo detti, ‘possibile che il nostro paradiso sia il loro inferno?”. Cattolici ferventi, raccontano di essere stati illuminati anche dalle parole del Papa, un discorso in cui Francesco chiedeva di fare di più per quelli che sono in difficoltà. Unforgettable il finalino con lacrima: “Sai una cosa? Se un giorno sarò povero e vivrò per strada, beh, pazienza. Siamo orgogliosi di quello che facciamo”. Soros applaude.
E’ del resto lo stesso Guardian, in un reportage di fine 2016, a dettagliare qualche altro particolare dell’impero umanitario targato Soros. L’articolo parte delle imprese di Avaaz.org e sembra rammentare il vento delle primavere arabe, le primavere colorate, quelle a botte di Libia, poi Egitto, quindi Siria liberate, con tutti i disastri che abbiamo visto e che purtroppo stiamo vivendo.
Scrive un sito. “Avaaz nel 2007 ha lanciato alcune campagne cosiddette umanitarie, alcune sui migranti. Hanno organizzato in Gran Bretagna la più imponente manifestazione sul clima e il Guardian li descrive come ‘il più potente network di attivisti on line’. Hanno fondato una serie di sigle collaterali tra cui MoveOn.org, un gruppo che ha ricevuto 1 milione e mezzo di dollari da George Soros nel 2004, e Res Publica, che ha ricevuto 250 mila dollari dal gruppo Open Society che fa sempre capo al miliardario liberale”.
SERRA MIRACOLOSO
Ma chiudiamo il cerchio tornando a casa nostra. Con i sempre più fitti rapporti tra Soros e l’entourage renziano. Ecco cosa rivela un funzionario della Farnesina: “Il 4 ottobre 2015 ci fu un importante incontro a New York tra Bill Clinton, Soros e Matteo Renzi. L’incontro si tenne al Clinton Global Initiative e il tema era proprio sulle politiche di immigrazione. I tre misero a punto un piano comune. L’attuale primo ministro Gentiloni, che ha appena incontrato non si sa a che titolo Soros, quando era ministro degli Esteri nel governo Renzi letteralmente implorò nel 2014 un incontro con Hillary Clinton, abbiamo un elenco di mail inviate, in quella finale chiedeva solo il tempo di un caffè”. Andato a buca quell’incontro, al povero Gentiloni non è rimasto che inviare un “Forza Hillary” in occasione del voto…
Prosegue il funzionario sulla scia Renzi-Soros. “I contatti sono proseguiti, ma la cosa più interessante sono i rapporti organici con David Serra. In una informativa che è passata per i nostri uffici si parla di rapporti sempre più intensi. E secondo un’altra fonte, Serra sarebbe un clone di Soros…”.
Farneticazioni? Dossier fantasma come quello di Frontex? Staremo a vedere.
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4 pensieri riguardo “GEORGE SOROS & PAOLO GENTILONI / SPEZZATINO ITALIA E AFFARI A BORDO DELLE ONG”
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“Vulgus vult decipi, ergo decipiatur”
In un mondo di demagoghi che ci promettono tutto di tutto con superba sfrontatezza, perché poi riescono sempre a farla franca dopo i grandi danni che provocano, noi, popolo bue, nonostante tutte le conoscenze che abbiamo a disposizione, non riusciamo a non ricascarci alle false promesse, a farci prendere in giro continuamente e a essere creduloni con gli occhi prosciuttati senza opporci degnamente a ciò ed avere la forza di creare una storia nuova.
PoLiTiCi, bAnChE, fInAnZa,, iMpReNdItOrI, dovrebbero agire per il bene della collettività perché una società GIUSTA ha più possibilità di avanzamento e di costruzione di un futuro migliore per tutti.
Stupidamente “ sic Pèdo contùrbat, Màtho deficit” (Giovenale -primo secolo d. C.- satira settima), che tradotto significa: – così va in rovina Pedone, e Matone fallisce – .
Far andare in rovina la classe operaia o parti estese della società avvalora il detto di “tirarsi la zappa sui piedi”, per rimanere terra terra.
Renzi, Soros,Berlusconi, Rockefeller, Rothschild, , Grillo, Gruppo Bilderberg, Tromb-One, Bruxelles con i suoi apparati burocratici, Jp Morgans, etc….. se non cambiano passo andranno anche loro verso il fallimento come Matone.
SI STA COME
D’AUTUNNO
SUGLI ALBERI
LE FOGLIE
(“Soldati” G. UNGARETTI – Bosco di Courton 1918)