Ho partecipato con entusiasmo e vivo interesse all’incontro con i docenti a Roma, via Alibert, organizzato da “Possibile”, su scuola e riforma liberticida che il Governo Gentiloni, seguendo le indicazioni di Renzi e della Trilateral, sta portando avanti contro insegnanti precari e di ruolo e contro docenti di sostegno, vittime di gravi ingiustizie con danno per gli studenti e soprattutto per i disabili. Ciò viola l’articolo 3 della Costituzione: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto libertà ed eguaglianza impediscono il pieno sviluppo della persona tra cui i portatori di handicap”.
E’ intollerabile che il Governo agisca con deleghe illegittime contro il diritto degli studenti a ricevere gratuitamente una seria educazione e formazione culturale e morale a vantaggio della loro persona e della collettività. Quella che conduciamo è una battaglia di libertà e dignità dei docenti precari e di ruolo, degli alunni disagiati e delle famiglie povere. Ai docenti va garantito riconosciuto il diritto di insegnare alle nuove generazioni il frutto della propria esperienza intellettuale e di aiutarle ad aprirsi coscienti alla vita, riconoscendo la funzione sociale dell’insegnamento.
E’ dovere dello Stato organizzare la scuola come un servizio pubblico per preparare i giovani ad assumere funzioni sociali. Contro la politica, che danneggia la scuola e l’interesse collettivo, docenti, studenti e lavoratori devono mobilitarsi per una nuova Resistenza. Ma occorre anzitutto l’unità dei docenti, condizione necessaria per la difesa della scuola. Siamo più che mai convinti che se la scuola non vuole subire nuove sconfitte, deve affrontare compatta e non divisa le forze del privilegio e della reazione, che 70 anni dopo la Liberazione, non sono morte, ma, come appare da molti segni evidenti, sono più vive che mai con grave pericolo per la democrazia. Ogni volta che tra gli insegnanti si verificano divisioni, alimentate ad arte dai nemici della scuola, le forze della conservazione ne profittano per ridurre i diritti dei docenti a una retribuzione adeguata ai loro altissimi compiti. L’istruzione deve essere nell’interesse generale, punto centrale del nostro sistema morale e politico, lo strumento più alto per la formazione della nostra comunità nazionale, l’ambiente più favorevole per risolvere i problemi sociali e politici e soddisfare l’ansia di un mondo più giusto. Agli insegnanti, anima della scuola, umiliati e offesi dai vari Governi che si sono alternati, vanno il rispetto, la fiducia , la comprensione e la gratitudine dei cittadini, riconoscendo ad essi la funzione di aiutare coloro che affrontano le quotidiane fatiche intellettuali per sostenere la vita nuova che avanza dei nostri amati studenti.
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