L’Isis e la Clinton Foundation vivono dello stesso danaro. Degli stessi petrodollari. E’ il pesantissimo j’accuse lanciato da Julien Assange nel corso di un’intervista rilasciata al “John Pilger Special” e svoltasi all’ambasciata londinese dell’Ecuador, dove il fondatore di Wikileaks vive ormai come un rifugiato politico da due anni. Ecco alcuni passaggi della bollente intervista.
“Da una mail del 2014 risulta che Hillary Clinton, quando ricopriva la carica di Segretario di Stato, ha sollecitato John Podesta (attuale organizzatore della sua campagna presidenziale e all’epoca consigliere politico di Barack Obama, ndr) a ‘far pressione’ su Qatar e Arabia Saudita, paesi che stanno fornendo clandestinamente supporto finanziario e logistico all’Isis e ad altri gruppi radicali sunniti”.
“Io ritengo che questa mail sia la più significativa di tutta la collezione”.
“Tutti gli analisti seri sanno e lo stesso governo statunitense lo ha riconosciuto, che alcuni personaggi sauditi hanno fondato l’Isis e poi la hanno appoggiato nella sua crescita, mentre l’inganno è stato quello di spacciare il tutto per la volontà di alcuni principi ‘rossi’ che usavano i loro petrodollari come meglio volevano, mentre il governo disapprova. Invece le email dicono con chiarezza che sono stati proprio i governi del Qatar e dell’Arabia Saudita a creare l’Isis”.
Del resto, i documenti “desecratati” dallo stesso Obama a proposito dell’11 settembre e relativi alle acquisizioni di Cia e Fbi in un anno di ricerche sui mandanti degli attentatori (ricerche durate circa un anno e portate a termine a fine 2002), hanno inchiodato in particolare l’Arabia Saudita alle sue responsabilità, con la fattiva copertura (e quindi sostanziale complicità) dei Bush. Una verità sconvolgente, praticamente ignorata dal mainstream occidentale, Italia in prima fila nella sua solita politica genuflessa davanti ai diktat statunitensi: come dimostra abbondantemente il ruolo di autentico burattinaio giocato dal colosso della finanza a stelle e strisce Jp Morgan nelle “battaglia referendario” per il SI e le scandalose manovre di salvataggio (sic) del Monte dei Paschi di Siena.
Ma torniamo all’intervista. Chiede John Pilger: “Arabia Saudita, Qatar, Marocco e Bahrain, soprattutto i primi due paesi, hanno dato tutto questo denaro alla Clinton Foundation quando Hillary ricopriva la carica di Segretario di Stato, e lo stesso Dipartimento di Stato approvava e varava massicce vendite di armi, in particolare all’Arabia Saudita.
“Quando la Clinton era Segretario di Stato – e le mail rivelano una significativa discussione a tal proposito – il più grande commercio di armi mai fatto al mondo riguardava proprio l’Arabia Saudita: oltre 80 miliardi di dollari. Durante il suo mandato, il totale delle esportazione dagli Usa di armi è raddoppiato”.
Naturalmente, osserva Pilger, la conseguenza di tutto ciò è stata che il noto gruppo jiadista, chiamato Isil o Isis, si è in larga parte formato con i danari provenienti da quelle stesse persone che hanno finanziato la Clinton Foundation?
“Sì”, è la risposta di Assange. Al quale, poi, il giornalista chiede un parere sull’esito del voto.
“La mia analisi è che a Trump non sarà permesso di vincere. Perchè lo dico? Perchè tutti i poteri e tutto l’establishment è contro di lui. Trump non ha alcun establishment alle sue spalle, forse solo con l’eccezione degli Evangelici, che però non rappresentano un vero establishment né un vero Potere. Al contrario banche, intelligence, industria delle armi, il danaro estero e così via sono tutti uniti dietro ad Hillary Clinton. E anche i media. I proprietari dei mezzi d’informazione e gli stessi giornalisti”.
Nella foto Julien Assange
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Un commento su “ASSANGE SU ISIS E CLINTON / PER ENTRAMBI I PETRODOLLARI DI ARABIA SAUDITA E QATAR”